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== Origine del nome ==
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Il termine “''quintana''” deriva con ogni probabilità dal nome di una delle strade interne all'accampamento (''castra'') romano, ubicata “''ai due lati del Pretorio''” dove “''viene lasciato uno spazio di cinquanta piedi tra il V e il VI squadrone e allo stesso modo tra il V e il VI manipolo di fanteria in modo che ne risulta un‟altra via in mezzo alle legioni, perpendicolare ai quartieri e parallela alle tende dei tribuni: questa via si chiama Quintana perché si trova lungo le tende della V squadra''” (Polibio, VI, 27-32). In questo settore specifico, destinato all'allenamento dei legionari, i soldati armati di lancia si lanciavano per infilzare un anello tenuto in una mano da un fantoccio .
Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609<ref><small>Al 1° gennaio 2020</small></ref> abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto.
Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.<br>


Dal punto di vista storico la Quintana, invece, è quella statua o fantoccio di legno che raffigura un guerriero armato, verso il quale come ad un bersaglio, corrono i cavalieri con le lance. Esso viene chiamato anche Saracino con riferimento alle Crociate o alle guerre contro i Turchi, Chintana o Buratto e rappresenta una mezza figura, che nella mano sinistra tiene lo scudo, nella destra la spada od il bastone. Tale statua, se non è colpita al petto, ruotando si gira e colpisce colui che sbaglia il colpo.


== La Statua della Quintana ==
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
Si erge con portamento fiero, fissandoci con gli occhi sgranati e l’espressione ferma di chi non tentenna nel lanciare una sfida: è la preziosa statua lignea – esposta nel Museo Multimediale dei Tornei, Giostre e Giochi Storici di Palazzo Trinci – simbolo indiscusso della rievocazione storica della Quintana. Si tratta di una scultura alta 141 centimetri che riproduce le fattezze di un guerriero armato, quale probabile raffigurazione di Marte, il dio della guerra della mitologia classica. La statua è abbigliata secondo l’equipaggiamento in uso nell’esercito romano: il capo è coperto da un elmo finemente lavorato e ornato da una lunga cresta, il busto è rivestito di una lorica squamata, anch’essa arricchita da varie decorazioni, fra le quali il volto di una Gorgone, agghiacciante mostro mitologico dai capelli ricciuti misti a serpenti; la lorica termina con il tipico gonnellino formato da frange di cuoio, i cosiddetti “pterigi”. Con il braccio sinistro la statua tiene uno scudo ovale che riproduce lo stemma bipartito del Comune di Foligno: troncato d’oro e di rosso, nel primo di bianco caricato di una croce rossa (insegna del Magistrato), nel secondo di rosso caricato di un giglio d’argento (arme del Popolo). Il braccio destro è teso verso l’esterno parallelamente al suolo; sulla mano chiusa a pugno è stato inserito un supporto in legno e metallo per consentire l’utilizzo della scultura come simulacro di una giostra ad anelli. La statua termina all’altezza del gonnellino ed è pertanto priva delle gambe, essendo fissata ad un perno con piedistallo. La superficie scolpita presenta consistenti tracce della originaria decorazione policroma, resa più visibile in seguito al restauro eseguito nel 1996, mentre sullo scudo e sull’elmo si scorgono resti di una sottile lamina d’oro.
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| colspan="4" style= "background-color: #6891bb;" | <big>'''Foligno'''</big>
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| <small>'''Comune di Foligno'''</small> || <small>'''Provincia di Perugia'''</small> || <small>'''Regione Umbria'''</small> || <small>'''Italia'''</small>
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| colspan="2" | <small>Stefano Zuccarini</small>
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| colspan="2" | <small>'''Indirizzo Municipio:'''</small>
| colspan="2" | <small>Piazza della Repubblica,10</small>
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| colspan="2" | <small>'''Sito istituzionale:'''</small>
| colspan="2" | <small>https://www.comune.foligno.pg.it/</small>
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| colspan="4" | <small>'''Territorio'''</small>
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| colspan="2" | <small>'''Coordinate:'''</small>
| colspan="2" | <small>42° 56' 42,00 N - 12° 42' 7,20 E</small>
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| colspan="2" | <small>'''Altitudine:'''</small>
| colspan="2" | <small>234 m s.l.m. (min 195 - max 1.250)</small>
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| colspan="2" | <small>'''Superficie:'''</small>
| colspan="2" | <small>264,67 Km<sup>2</sup></small>
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| colspan="2" | <small>'''Abitanti:'''</small>
| colspan="2" | '''57.146'''
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| colspan="2" | <small>'''Densità:'''</small>
| colspan="2" | <small>215,92 ab/Km<sup>2</sup></small>
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| colspan="2" | <small>'''Frazioni:'''</small>
| colspan="2" | <small>Vedi elenco</small>
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|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Informazioni generali'''</small>
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| colspan="2" | <small>'''Denominazione abitanti:'''</small>
| colspan="2" | <small>Folignati (singolare: Folignate)</small>
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| colspan="2" | <small>'''Patrono:'''</small>
| colspan="2" | <small>S. Feliciano Vescovo e Martire</small>
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| colspan="2" | <small>'''Giorno festivo:'''</small>
| colspan="2" | <small>24 gennaio</small>
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| colspan="2" | <small>'''Codice Postale:'''</small>
| colspan="2" | <small>06034</small>
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| colspan="2" | <small>'''Prefisso Telefonico:'''</small>
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| colspan="2" | <small>'''Codice ISTAT:'''</small>
| colspan="2" | <small>054018</small>
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| colspan="2" | <small>'''Codice Catastale:'''</small>
| colspan="2" | <small>D653</small>
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| colspan="4" | <small>'''Reti di comuni'''</small>
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| <small>Città del Bio</small> || <small>Città del Miele</small> || <small>Città dell'Olio</small> || <small>Patto dei Sindaci</small>
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| colspan="2" style="text-align:center;" | [[File:Belgium_flag.png|36px]]
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| colspan="2" | <small>'''Gemona del Friuli''', dal 2001</small>
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| [[File:StatuaQuintana01.jpg|240px]] || [[File:StatuaQuintana02.jpg|240px]] || [[File:StatuaQuintana03.jpg|240px]]
| colspan="2" style="text-align:center;" | [[File:Japan_flag.png|36px]]
| colspan="2" | <small>'''Shibukawa''' (Giappone), dal 2000</small>
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| colspan="2" | La statua originale del XVI Sec. || La copia usata al Campo de li Giochi
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Nella Sezione di Archivio di Stato di Foligno è conservato un importante documento, reso noto da Gabriele Metelli nel 1983, che getta luce sulla datazione e sulla paternità di quest’opera d’arte. Il testo è datato 1° gennaio 1550 e riporta, sotto il titolo di “Spese facte per fare la Inquintana et posamento d’essa”, le cifre pagate a vari “mastri” e artigiani, fra i quali anche due pittori, “mastro Belardino pettore e mastro Alisandro pettore”; il primo potrebbe essere identificato, anche se a livello dubitativo, con il figlio del più noto Pierantonio Mezzastris, il secondo – come suggerito da Stefano Felicetti – è probabilmente Alessandro Barnabei, artista attivo nel 1536 nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello e nel 1547 nel palazzo comunale di Foligno. Come ha notato Paola Tedeschi, in questa nota spese si parla di un “roco de noce” e di un “rocho de ormo” e Roberto Saccuman, che ha collaborato al restauro del 1996, conferma che la statua in nostro possesso è realizzata proprio in legno di noce in parte svuotato e riempito con un tronco di olmo, per cui si può concludere che la nota si riferisca proprio alla nostra scultura. Tali osservazioni permettono di correggere la datazione solitamente proposta per la statua – prima metà del Seicento – anticipandola alla metà del secolo precedente. Bruno Toscano sottolinea che la resa accurata dell’elmo istoriato e dell’armatura decorata richiama ancora caratteri propri del classicismo erudito di marca cinquecentesca; secondo lo studioso, i lineamenti fortemente accentuati (gli occhi spalancati, la bocca turgida e semiaperta) presupporrebbero l’assimilazione della sensibilità barocca di stampo romano. Il documento del 1° gennaio 1550 attesta in modo inequivocabile che la statua venne realizzata a spese del Comune di Foligno e permette di dirimere la controversa questione circa la proprietà dell’opera, rivendicata dalla famiglia folignate dei Gregori. La querelle nasce da un’erronea interpretazione del cosiddetto “Offizio della custodia”, che a partire dal 1570 fu acquistato per i suoi quattro quinti dalla famiglia Gregori; si tratta di una magistratura straordinaria con un mandato definito nel tempo, dal 17 gennaio all’ultimo giorno di Carnevale. Segno tangibile dell’inizio del Carnevale e dell’Offizio della custodia era l’esposizione della Statua dell’Inquintana, o Saraceno, in piazza davanti al palazzo dei Priori, nel giorno di Sant’Antonio (17 gennaio), fino al martedì grasso. La statua della Quintana quindi non è mai stata di proprietà della famiglia Gregori: realizzata a spese del Comune, era custodita nel palazzo dei Priori, come si legge nell’"Inventario delli mobbili esistenti nel Palazzo della Magnifica Comunità di Foligno", datato 10 gennaio 1633, dove, all’interno della camera da basso nel cortile, viene citato il Saracino con il suo ceppo. I documenti attestano che la scultura venne usata nel gennaio 1613 per celebrare le festività patronali e carnascialesche con una gara cavalleresca. Nel 1833 venne deciso di sospendere l’esposizione della statua durante il Carnevale. Nel 1946 il simulacro venne ritrovato presso la famiglia Gregori, che evidentemente l’aveva custodito dal 1833 fino a quel momento, quando cioè nacque la rievocazione storica della Giostra della Quintana.
== Posizione ==
Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m. <br>
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.<br>


[[Categoria:Giostra della Quintana]]
Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica<ref><small>Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.</small></ref>. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.<br>


== I Baroni Gregori ==
La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.<br>
Nel 1483, papa Sisto IV confermò al Comune di Foligno la nomina degli Ufficiali della Custodia. Il loro compito era quello di prevenire scandali e di vigilare sulla città particolarmente durante il giorno di san Feliciano e di dirigere, con il titolo di Cavalieri dell'Inquintana, i festeggiamenti carnevaleschi. Il Cavaliere dell'Inquintana non solo amministrava la giustizia civile ma doveva curare l'esposizione in piazza della statua dell'Inquintana tra il giorno di Sant'Antonio Abate (17 gennaio) e il martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale. La famiglia Gregori assunse tale compito nel 1570 ma essa non era né custode della statua, visto che era custodita nel Palazzo Priorale, né era la proprietaria.


Il 17 Gennaio di ogni anno, sulla piazza maggiore della città, veniva esposto il famoso fantoccio chiamato Inquintana o Saracino, e che rimaneva per tutto il tempo di Carnevale. L’esposizione era a cura del “Cavaliere dell’Inquintana”: egli doveva vigilare sull’ordine pubblico, chiudere le porte Badia e Santa Maria il giorno della viglia della festa e effettuare funzioni di controllo. La famiglia dei Baroni Gregori, che fin dal 1570 aveva acquistato a titolo oneroso l'ufficio della custodia della città, con molti privilegi ad essa inerenti, ne era la gelosa custode e conservatrice. Un manoscritto dell'epoca recita: "''Per tale oggetto e per varie somme sborsate dalla suddetta famiglia Gregori alla Comune, viene da questa pagata annualmente la somma di scudi 54, come rilevasi dalla tabella sanzionata dalla Sacra Congregazione del buon governo.''"
Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.<br>


"''Al suono della campana del palazzo priorale, li trombetti e i tamburini vanno in casa delli Gregori come in atto di ossequio''". Sono le otto di sera; i nobili cavalieri entrano in campo. Oltre la Magistratura, assiste un pubblico numerosissimo. Ciascun Cavaliere, col suo bravo cappello piumato e col suo varipinto mantello, armato di tre lance giunge accompagnato da un padrino e da una trombetta. La Giostra incomincia. I due cavalieri che avranno la fortuna di colpire più volte il viso del fantoccio, senza essere colpiti dal suo pugno armato, saranno premiati.
Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.<br />


Con la restaurazione dello Stato Pontificio, il quale riorganizzò il proprio assetto amministrativo eliminando molte cariche ormai obsolete, fu cancellato, nell'anno 1833, il compito della famiglia Gregori di esporre la statua del Saraceno in piazza. La Statua della Quintana fu sistemata a Palazzo Gregori non prima del 1834, anno in cui la sua esposizione in piazza divenne ridicola.


A. Monichini “''sindico della Communità''di Foligno almeno da un dozzina di anni, nel 1699 afferma: “''Ogn'anno la mattina di San Antonio Abbate (17 gennaio) ho messo il Saracino, che si conserva in Palazzo priorale, nella piazza publica dell'istessa Città e, l'ultimo giorno del Carnevale, l'ho levato e riposto in detto palazzo. E così ho osservato in ogn'anno fino al presente''”. Il Saraceno o Inquintana segna, così, il principio e la fine del Carnevale folignate da Sant'Antonio a Martedì grasso, periodo in cui ricorre anche la festa del Santo Patrono Feliciano, definendo in questo modo il contesto di più momenti festivi ed un ciclo situato tra il cadere dell'inverno e lo sbocciare della Primavera. Inoltre il Carnevale entra nel giorno dedicato ad un santo molto legato alla vita del popolo minuto, ma attraverso formalità che appartengono al potere ed al patriziato cittadino. Il Saraceno esce dal Palazzo Priorale e poi vi rientrerà. Questo è il palazzo da cui la vita amministrativa e, in genere, pubblica della città trae il suo alimento ed in cui si radica il potere cittadino che è gelosamente rivendicato e gestito dal ceto gentilizio.
<!-- INIZIO PANORAMA -->
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! style="background: #F5FAFF;"| '''Panorama di Foligno'''
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<!-- FINE PANORAMA -->


Una lettera del segretario di Stato, datata 31 gennaio 1833, ordinò di "''togliersi l'uso di tenere appeso nella piazza pubblica un fantoccio dirante il carnevale, che non poche volte aveva dato causa a sconcerti, e massime perchè la sospensione del medesimo si faceva in un punto centrale della città e in luogo prossimo al corpo di guardia.''"
La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.
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| [[File:PagDedicata.png|x30px]] ''<small>Vedi pagina dedicata:</small>'' [[Rioni di Foligno]]
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La famiglia Gregori protestò, inviando una lettera al Vescovo della Città:
=== Cartografia ===
"''Malgrado però quest'uso inveterato, questa consuetudine non mai interrotta, si pretende in quest'anno dalla Magistratura di impedire una tale esposizione all'odierno Barone Brandolice Gregori, e quasi per via di fatto spogliarlo di tal privilegio. Bramando egli che sia mantenuto questo antico privilegio, si rivolge all'autorità di E.V.R. acciò si degni di ordinare, che venga osservato il solito, e siccome è imminente il detto giorno 17 Gennaro, però supplica l'E.V.R. di abbassare prontamente gli ordini opportuni alla Magistratura di Fuligno, a ciò per evitare qualunque inconveniente potesse succedere sul volersi introdurre una novità in pregiudizio delle famiglia Gregori, che è in possesso di tal prerogativa. Vari anni sono, il ricorrente sulle jattanze di questa comunità, si rivolse a Monsignor Spinola in allora Delegato di Perugia, e fu onorato del rescritto, che si osservi il solito, del quale ora si fa istanza all'E.V.R.''"
Con i consueti ossequi, la famiglia Gregori chiudeva il suo discorso, che in realtà non approdò a nulla.
Alla famiglia Gregori, tuttavia, va il merito di aver conservato per più di 100 anni la Statua e per questo nel 1991 l'Ente Giostra donò ai discendenti della famiglia Gregori una delle due copie del Saracino, in vetroresina, per ringraziarla del compito eseguito.


== Origine della Giostra della Quintana ==
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Le cronache ci tramandano diverse notizie su varie Giostre corse a Foligno ma la maggior descrizione la troviamo per quella del 1158 corsa in onore dell'Imperatore Federico I (Barbarossa). Lo storico folignate Ludovico Jacobilli ci fa sapere che ne risultò vincitore, contro i cavalieri tedeschi della scorta, il nobile folignate Ferrara Pandolfi che ebbe in dono dal sovrano la possibilità di aggiungere il nome Elmi al cognome e di inserirlo nello stemma araldico. In seguito le cronache di Riccardo di San Germano ci tramandano i ricordi di una Giostra tenutasi in città in onore del Re di Puglia e di Sicilia Federico II che nel Gennaio 1240 scese a Foligno proveniente da Coccorone (Montefalco) per celebrarvi un congresso straordinario dei suoi seguaci nell'Italia centrale.
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|[[File:MappaUmbria.jpg|x320px]]
|[[File:MappaFolignoGeoplan.jpg|x320px]]
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La prima notizia di una Giostra nella quale giovani cavalieri a cavallo dovevano infrangere le loro lance appuntite contro la Quintana ci viene da un documento in latino del 1448.
== Dintorni ==
In esso, redatto dal Cancelliere comunale del tempo, Bernardo De Albricis, troviamo scritto per la prima volta il termine di Quintana. Il De Albricis, nel redigere un “regolamento” per le celebrazioni della festa di San Feliciano, parla dell’esposizione di un “Palio Aquefranche” che si aggiudicherà il vincitore della giostra e di un anello (annulo argenteo et similiter) che dovrà essere infilato con la lancia. L'umanista Niccolò Tignosi, nel suo trattato “''De origine Fulginatum''”, attribuì ai Trinci, la cui signoria terminò nel 1439, la colpa di aver fatto sparire gran parte dei documenti dagli archivi cittadini, risparmiando solo la documentazione che riguardava la loro casata, e quindi la quasi totale assenza di documenti dei periodi precedenti.
Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.  


Nel 1472 e nel 1497 si ha notizia di due giostre all’incontro, sempre tenute nel periodo carnevalesco. La prima avvenne il 9 febbraio, per festeggiare una donazione di Christofano Piccolomini, nipote del Cardinale. In quell’occasione la lancia aveva un anello di ferro in cima. La giostra avveniva quindi con un cavaliere contro l’altro e si assegnavano diversi punteggi a seconda di dove veniva colpito il contendente. Erano previste pene in caso di uccisione o ferimento. La seconda avviene invece per la festa di San Feliciano, a sostituire la precedente Corsa del Palio.
=== Comuni limitrofi ===
Si hanno notizie di altre Giostre tenute negli anni 1527, 1554, 1600, 1613, 1616, 1713, 1718, 1720, 1740. Di tutte queste gare ci sono giunti dei racconti frammentari ad eccezione di quella del 1613 di cui troviamo oltre ai capitoli di giostra (regolamenti) una cronaca della gara.
Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.
<br>


La corsa, chiamata allora “''Gioco dell'anello'', forse perché si dava in premio al vincitore un anello del valore di otto fiorini, si svolse nella Piazza Grande in occasione della Festa di San Feliciano. Infatti gran parte della giornata dedicata alla festa del patrono era dedicata ai “''ludi publici''” spettacoli di massa che fino alla metà del secolo XV erano effettuati nella seconda parte della giornata, come afferma il cancelliere De Albriciis che li elenca anche nel seguente ordine:
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 50%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 20px solid #6891BB; border-top: 10px solid #6891BB; border-right: 1px solid #6891BB; border-left: 1px solid #6891BB; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
''spettacolo della pacca, corsa del toro, palio rosato, corsa all'anello, corsa delle meretrici.''
|- style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA)'''</span> || <span style="color:#FFFF00">'''DISTANZA'''</span>
|- style="background-color:#FFFFFF"
|SPELLO||6,3 km
|-
|MONTEFALCO||7,3 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|BEVAGNA||7,6 km
|-
|TREVI||8,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VALTOPINA||13,2 km
|-
|SELLANO||19,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|NOCERA UMBRA||19,9 km
|-
|SERRAVALLE DI CHIENTI (MC)||24,9 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VISSO (MC)||31,5 km
|-style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''COMUNI CAPOLUOGO DELL'UMBRIA'''</span> ||
|-
|PERUGIA||31,0 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|TERNI||42,1 km
|-style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''ALTRE CITTA' ITALIANE'''</span> ||
|-
|ROMA||116,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|PESCARA||134,6 km
|-
|FIRENZE||150,2 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|BOLOGNA||204,9 km
|-
|NAPOLI||265,7 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VENEZIA||279,1 km
|-
|GENOVA||346,7 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|MILANO||397,5 km
|-
|BARI||398,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|REGGIO CALABRIA||592,9 km
|}
<br>


La corsa dell'anello o all'anello era uno spettacolo cavalleresco riservato ai giovani nobili; essa prendeva il nome dal premio messo in palio: un anello d'argento del valore di otto fiorini. Oppure veniva chiamata giostra del termine latino “''juxta''” trasformatosi poi in ''jostare'' che vuol dire accostarsi, avvicinarsi, naturalmente ad un bersaglio fisso contro cui si infrangevano le aste.
{| style= "margin-left: auto; margin-right: auto; width: 90%; text-align: center; font-size:90%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 20px solid #6891BB; border-top: 10px solid #6891BB; border-right: 1px solid #6891BB; border-left: 1px solid #6891BB; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
|-
| [[File:ComuneMontefalco.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneNoceraUmbra.jpg|x96px]]
| [[File:ComunePerugia.JPG|x96px]]
| [[File:ComuneSellano.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneSerravalleDiChienti.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneSpello.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneTerni.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneTrevi.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneValtopina.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneVisso.jpg|x96px]]
|-
| <small>'''Montefalco'''</small>
| <small>'''Nocera Umbra'''</small>
| <small>'''Perugia'''</small>
| <small>'''Sellano'''</small>
| <small>'''Serravalle di Chienti'''</small>
| <small>'''Spello'''</small>
| <small>'''Terni'''</small>
| <small>'''Trevi'''</small>
| <small>'''Valtopina'''</small>
| <small>'''Visso'''</small>
|}
<br>


Scopo precipuo della Giostra, ripresa ogni anno il 17 Gennaio, primo giorno di Carnevale, doveva essere il semplice spasso popolare, che si protraeva fino al giorno delle Ceneri. Ma da una memoria del 1613, in cui si parla di una contesa sorta tra i priori della città, se il cavaliere d'onore debba tener più alla grazia del principe o al favore di una gentilissima dama, possiamo sospettare che altre gare siano sorte, per risolvere altre questioni d'amore e di gentilezza, com'era costume in quei paesi dove la cavalleria ebbe il suo naturale sviluppo.
=== Località e Frazioni ===
Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.<br>
<small>(Clicca su ['''Espandi'''] per visualizzare)</small>
<br>


La distinzione sociale dei ceti si rivela, pertanto, direttamente. Certo il popolo partecipa a tutte e due le forme espressive del gioco nel senso che in entrambi i casi guarda, acclama, si eccita; ma la distinzione dei ceti avviene nel momento dell'agire non in quella del vedere. Infatti il diritto a correre ed a correre a cavallo è esclusivamente prerogativa della nobiltà, ceto sociale caratterizzato ed individuato, nei secoli centrali dell'età moderna, dalla partecipazione ereditaria a cariche di governo dalle quali i popolari erano esclusi. In questo contesto il patriziato manifestava le sue qualità intellettuali e come afferma il Volpi in un suo studio “''Foligno è stato fino al Settecento uno degli ambienti culturali più vivi di tutta l'Umbria''.” Per cui anche il gioco, almeno a partire dagli inizi del secolo XVII, sembra essere vissuto come espressione di prestigio intellettuale e quindi verrà effettuato esclusivamente dal ceto nobiliare che, in questo modo indicherà l'occupazione dello spazio fisico e simbolico della città.
{| class="mw-collapsible mw-collapsed" style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 50%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #FFFFFF;"
|- style="text-align: center;"
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''N°'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Località o Frazione'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Km da Foligno'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Mt. s.l.m.'''</span>
|-
| 1
| Abbazia di Sassovivo
| 9
| 575,8
|- style="background: #F5FAFF;"
| 2
| Acqua Santo Stefano
| 19
| 926,6
|-
| 3
| Afrile
| 17
| 850
|- style="background: #F5FAFF;"
| 4
| Aghi
| 12
| 450
|-
| 5
| Ali
| 27
| 939,8
|- style="background: #F5FAFF;"
| 6
| Altolina
| 8,4
| 290
|-
| 7
| Annifo
| 33
| 874
|- style="background: #F5FAFF;"
| 8
| Arvello
| 32,5
| 825
|-
| 9
| Ascolano
| 18
| 625
|- style="background: #F5FAFF;"
| 10
| Barri
| 15
| 693
|-
| 11
| Belfiore
| 6
| 295
|- style="background: #F5FAFF;"
| 12
| Borgarella
| 24
| 858
|-
| 13
| Borroni
| 2
| 220
|- style="background: #F5FAFF;"
| 14
| Budino
| 8
| 196
|-
| 15
| Camino
| 24,4
| 825
|- style="background: #F5FAFF;"
| 16
| Cancellara
| 6
| 436
|-
| 17
| Cancelli
| 17
| 902
|- style="background: #F5FAFF;"
| 18
| Cantagalli
| 7
| 208
|-
| 19
| Capannaccio
| 4,3
|
|- style="background: #F5FAFF;"
| 20
| Capodacqua
| 13
| 371
|-
| 21
| Caposomigiale
| 29,5
| 924
|- style="background: #F5FAFF;"
| 22
| Cappuccini
| 4
| 321,6
|-
| 23
| Cariè
| 37
| 906,4
|- style="background: #F5FAFF;"
| 24
| Carpello
| 2,5
| 324
|-
| 25
| Casa del Prete
| 7
| 207
|- style="background: #F5FAFF;"
| 26
| Casa Pacico
| 19,5
| 429
|-
| 27
| Casale del Leure
| 31
| 806
|- style="background: #F5FAFF;"
| 28
| Casale della Macchia
| 28
| 810
|-
| 29
| Casale di Morro
| 21
| 830
|- style="background: #F5FAFF;"
| 30
| Casale di Scopoli
| 15
| 840
|-
| 31
| Cascito
| 17
| 920
|- style="background: #F5FAFF;"
| 32
| Casco dell'Acqua
| 8
| 210
|-
| 33
| Casenove
| 16
| 570
|- style="background: #F5FAFF;"
| 34
| Casette di Cupigliolo
| 25
| 791
|-
| 35
| Casevecchie
| 6
| 208
|- style="background: #F5FAFF;"
| 36
| Cassignano
| 35
| 740
|-
| 37
| Castello di Morro
| 21,5
| 883,9
|- style="background: #F5FAFF;"
| 38
| Castretto
| 16,5
| 604
|-
| 39
| Cavallara
| 31
| 861
|- style="background: #F5FAFF;"
| 40
| Cave
| 3
| 218
|- style="background: #F5FAFF;"
| 41
| Cerritello
| 20,3
| 824
|-
| 42
| Chieve
| 21
| 655
|- style="background: #F5FAFF;"
| 43
| Cifo
| 18
| 675
|-
| 44
| Civitella
| 19
| 940
|- style="background: #F5FAFF;"
| 45
| Colfiorito
| 27
| 760
|-
| 46
| Collazzolo
| 20,9
| 781
|- style="background: #F5FAFF;"
| 47
| Colle di Verchiano
| 23
| 818
|-
| 48
| Colle San Giovanni
| 7
| 375
|- style="background: #F5FAFF;"
| 49
| Colle San Lorenzo
| 6
| 447
|-
| 50
| Colle Scandolaro
| 4,5
| 345
|- style="background: #F5FAFF;"
| 51
| Collelungo
| 14
| 696
|-
| 52
| Collenibbio
| 26
| 975
|- style="background: #F5FAFF;"
| 53
| Colpernaco
| 3
| 295
|-
| 54
| Colpersico
| 5
| 402
|- style="background: #F5FAFF;"
| 55
| Corvia
| 2
| 218
|-
| 56
| Costa di Arvello
| 28
| 813
|- style="background: #F5FAFF;"
| 57
| Crescenti
| 21
| 782
|-
| 58
| Croce di Roccafranca
| 24,8
| 1050
|- style="background: #F5FAFF;"
| 59
| Croce di Verchiano
| 21
| 794
|-
| 60
| Cupacci
| 12
| 636
|- style="background: #F5FAFF;"
| 61
| Cupigliolo
| 25
| 856
|-
| 62
| Cupoli
| 19,5
| 820
|- style="background: #F5FAFF;"
| 63
| Curasci
| 27
| 1016
|-
| 64
| Fiamenga
| 4,5
| 212
|- style="background: #F5FAFF;"
| 65
| Fondi
| 34
| 936
|-
| 66
| Forcatura
| 30
| 850
|- style="background: #F5FAFF;"
| 67
| Fraia
| 28
| 819
|-
| 68
| Hoffmann
| 3
| 242
|- style="background: #F5FAFF;"
| 69
| La Franca
| 17
| 794
|-
| 70
| La Spiazza
| 16
| 573
|- style="background: #F5FAFF;"
| 71
| La Valle
| 5,5
| 426
|-
| 72
| Leggiana
| 14,5
| 550
|- style="background: #F5FAFF;"
| 73
| Liè
| 7
| 420
|-
| 74
| Maceratola
| 3,5
| 215
|- style="background: #F5FAFF;"
| 75
| Maestà di Colfornaro
| 12
| 460
|-
| 76
| Madonna delle Grazie
| 20
| 675
|- style="background: #F5FAFF;"
| 77
| Montarone
| 22
| 824
|-
| 78
| Morro
| 21
| 868
|- style="background: #F5FAFF;"
| 79
| Navello
| 3,5
| 259
|-
| 80
| Orchi
| 17
| 485
|- style="background: #F5FAFF;"
| 81
| Paciana
|
|
|-
| 82
| Palarne
| 31
| 876
|- style="background: #F5FAFF;"
| 83
| Pale
| 9,5
| 480
|-
| 84
| Pallailla - I Santi
| 17,3
| 618
|- style="background: #F5FAFF;"
| 85
| Perticani
| 3
| 218
|-
| 86
| Pescara I°
| 3
| 355
|- style="background: #F5FAFF;"
| 87
| Pescara II°
| 3,5
| 361
|-
| 88
| Pieve Fanonica
| 10,5
| 327
|- style="background: #F5FAFF;"
| 89
| Pisenti
| 16,5
| 792
|-
| 90
| Poggiarello
| 11,5
| 451
|- style="background: #F5FAFF;"
| 91
| Polveragna
| 32
| 830
|-
| 92
| Ponte San Lazzaro
| 26
| 701
|- style="background: #F5FAFF;"
| 93
| Ponte Santa Lucia
| 10,5
| 494
|-
| 94
| Pontecentesimo
| 9,5
| 325
|- style="background: #F5FAFF;"
| 95
| Popola
| 25
| 852
|-
| 96
| Rasiglia
| 19
| 636
|- style="background: #F5FAFF;"
| 97
| Ravignano
| 8,5
| 510
|-
| 98
| Rio
| 17
| 740
|- style="background: #F5FAFF;"
| 99
| Roccafranca
| 28
| 802
|-
| 100
| Roviglieto
| 8
| 706
|- style="background: #F5FAFF;"
| 101
| San Bartolomeo
| 2,8
| 360
|-
| 102
| San Giovanni Profiamma
| 4
| 264
|- style="background: #F5FAFF;"
| 103
| San Sebastiano
| 3,6
|
|-
| 104
| San Vittore
| 7
| 337
|- style="background: #F5FAFF;"
| 105
| Sant'Eraclio
| 3
| 232
|-
| 106
| Santo Stefano dei Piccioni
| 6
| 355
|- style="background: #F5FAFF;"
| 107
| Scafali
| 4
| 213
|-
| 108
| Scandolaro
| 6
| 452
|- style="background: #F5FAFF;"
| 109
| Scanzano
| 5
| 265
|-
| 110
| Scopoli
| 12
| 532
|- style="background: #F5FAFF;"
| 111
| Seggio
| 19
| 916
|-
| 112
| Serra Alta
| 5,3
| 450
|- style="background: #F5FAFF;"
| 113
| Serra Bassa
| 5,1
| 425
|-
| 114
| Serrone
| 16,5
| 580,6
|- style="background: #F5FAFF;"
| 115
| Sostino
| 11
| 659
|-
| 116
| Sterpete
| 2
| 220
|- style="background: #F5FAFF;"
| 117
| Tenne
| 2,4
| 212
|-
| 118
| Tesina
| 15
| 710
|- style="background: #F5FAFF;"
| 119
| Tito
| 38
| 860
|-
| 120
| Torre di Montefalco
| 7
| 208
|- style="background: #F5FAFF;"
| 121
| Treggio
| 5
| 400
|-
| 122
| Uppello
| 3
| 382
|- style="background: #F5FAFF;"
| 123
| Vallupo
| 21
| 930
|-
| 124
| Vegnole
| 5
| 400
|- style="background: #F5FAFF;"
| 125
| Verchiano
| 22
| 775
|-
| 126
| Vescia
| 4
| 265
|- style="background: #F5FAFF;"
| 127
| Vionica
| 20,5
| 769
|-
| 128
| Volperino
| 21
| 850
|}
<br>


In base alla documentazione esistente negli Archivi Priorali, nel 1603 si sentì il desiderio di ricostituire la giostra poichè, probabilmente, da qualche tempo essa non si correva più. Le interruzioni infatti erano frequenti: guerre, carestie, pestilenze interrompevano momentaneamente il suo svolgersi, ma essendo questa tradizione legata essenzialmente al patrono San Feliciano ed al Carnevale, molto radicata nella popolazione, ben presto venne ripristinata. Dall'atto notarile steso da Giovanni Battista Jacobilli il 10 luglio 1662, sappiamo che quasi sessanta anni prima, nel 1603, il Capitano Giulio Franchini da Bologna dette alla città di Foligno cento scudi con l'obbligo di reinvestirli sotto forma di censo, utilizzando la rendita annua per l'acquisto di un  premio da dare al vincitore della Corsa del Saracino, “''Cursus Saracinus''” volgarmente detta Giostra, che ogni anno “''quotannis''” veniva corsa nella città di Foligno durante il Carnevale “''tempore Bacchanalia'', o per la festa di San Feliciano, a discrezione dei Priori della città, amministratori perpetui della fondazione. Giulio Franchini, era figlio di Giovanni e di Alessandra Aldovrandi, importanti nobili bolognesi e militò come capitano dei cavalleggeri del Papa e dei fanti, sotto Pio V, Sisto V e Gregorio XIV. Il suo legame con Foligno dove visse fino alla sua morte fu determinato dal suo matrimonio con Allegrezza della nobile famiglia folignate degli Onofri, avvenuto nel 1570, anno in cui si trasferì definitivamente nella città di Foligno ove acquistò notevoli proprietà terriere.
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 90%; text-align: center; font-size:90%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
| [[File:FrazAbbaziaSassovivo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazAnnifo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazBelfiore.jpg|x96px]]
| [[File:FrazCapodacqua.jpg|x96px]]
| [[File:FrazCasenove.jpg|x96px]]
| [[File:FrazColfiorito.jpeg|x96px]]
| [[File:FrazLeggiana.jpg|x96px]]
| [[File:FrazPale.jpg|x96px]]
| [[File:FrazRasiglia.jpg|x96px]]
|-
|<small>'''Sassovivo'''</small>
|<small>'''Annifo'''</small>
|<small>'''Belfiore'''</small>
|<small>'''Capodacqua'''</small>
|<small>'''Casenove'''</small>
|<small>'''Colfiorito'''</small>
|<small>'''Leggiana'''</small>
|<small>'''Pale'''</small>
|<small>'''Rasiglia'''</small>
|-
| [[File:FrazRio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSanBartolomeo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSanGiovanniProfiamma.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSantEraclio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazScopoli.jpg|x96px]]
| [[File:FrazTorreMontefalco.jpg|x96px]]
| [[File:FrazTreggio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazVerchiano.jpg|x96px]]
| [[File:FrazVolperino.jpg|x96px]]
|-
|<small>'''Rio'''</small>
|<small>'''San Bartolomeo'''</small>
|<small>'''San Giovanni Profiamma'''</small>
|<small>'''Sant'Eraclio'''</small>
|<small>'''Scopoli'''</small>
|<small>'''Torre di Montefalco'''</small>
|<small>'''Treggio'''</small>
|<small>'''Verchiano'''</small>
|<small>'''Volperino'''</small>
|}
<br>
== Cenni di Storia ==
L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.<br>


== La Giostra del 1613 ==
Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.<br>
Nel 1613 i Priori della città di Foligno poiché intendevano celebrare il Carnevale di quell'anno con grande solennità, incaricarono i Consiglieri comunali di organizzare uno spettacolo, che superasse ampiamente la consueta celebrazione di tale festa. I Consiglieri si dettero subito da fare riunendosi infinite volte nelle lussuose sale del Comune per studiare in quale maniera dare luogo all'importante manifestazione; ma le molteplici proposte suggerite non potevano essere realizzate sia a causa della stagione invernale, che per l'eccessiva spesa che esse comportavano. E poiché, per questo motivo, tra i Consiglieri “''nacque uno strano et ostinato litigio''” ecco che intervennero “''accortamente i molto illustri Priori, i quali stabilirono che per via dell'armi si terminasse et con la vittoria si dovesse l'oscuro dubbio chiarire''”. Per cui dettero l'incarico di organizzare questa manifestazione cavalleresca stilandone un regolamento con i relativi articoli all'allora Cancelliere protempore: Nobile Ettore Tesorieri di Andria. Egli accettò l'incarico, organizzò la manifestazione e scrisse il regolamento che intitolò: “Stimolo Generoso di Virtute”, inoltre decise di condurre la parte direttiva del gioco nominandolo: ”La Giostra della Quintana”. Il regolamento era composto di venti articoli, i cosiddetti “Capitoli” e fu scritto di suo pugno dal Tesorieri nel Codice Magistrati e Blasoni del “Magnifico Comune di Foligno” sotto il bimestre gennaio- febbraio 1613.
Il documento consiste in una premessa in latino a cui segue un paragrafo in cui Tesorieri indica i Priori, i Giudici deputati e sè stesso nel suo ruolo di cancelliere e firmatario del testo. Nella pagina successiva appare, invece, il titolo che costituisce il “pretesto” per la giostra “Stimolo generoso di virtute”; seguono poi i venti Capitoli, il nome del Mastro di Campo (Capitano Aurelio Consoli), i cavalieri partecipanti con le “botte” conseguite ed i doni consegnati ai vincitori.


Nei 20 punti si ribadisce che la partecipazione è consentita solo ai nobili.
Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.<br>
Ogni squadra deve avere almeno un padrino e una trombetta.
Il padrino deve avere la sua banda e le piume sul cappello.
I punti verranno assegnati dai padrini e dal Mestro di Campo.
Ogni cavaliere dovrà portare cinque lance, tre per la giostra e due per la folla.
In ogni “carriera” si deve arrestare la lancia in tempo e ferire con la punta la testa della statua in modo che la lancia si spezzi.
Tutti i cavalieri devono presentarsi al campo nel giorno e nell’ora stabilita e nessuno deve entrare prima del Mestro di Campo.
Nessun cavaliere deve entrare nella “carriera” finchè non viene chiamato.
Il primo a iniziare sarà colui che si presenterà per primo al campo, poi correranno alternativamente uno per volta.
Prima della corsa le lance devono essere segnate e riconosciute e la grappella presente in cima deve venire colorata.


Nei capitoli 13 e 14 erano stabiliti i punti che ogni cavaliere poteva riportare:
Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.<br>
Capitolo 13: ''Chi ferirà in ciascuno degli occhi della Quintana guadagni quattro botte''.
Capitolo 14: ''Chi ferirà alto nella testa, cioè dai cigli in su, tre botte; dai cigli in giù, sino alla bocca, due botte; et dalla bocca in giù una botta; e chi ferirà della testa fuori non sia botta.''


La perdita del cappello o del manto, della spada o della staffa comporta l’attribuzione di zero botte.
=== Onorificenze ===
Ogni cavaliere deve iscriversi con nome, cognome e finto nome.
La città di Foligno è stata decorata con la ''Medaglia d'argento al Valor Civile''.<br />
Chi farà più botte nelle tre carriere avrà il secondo premio pure se non appartiene alla squadra vincitrice.


Il documento prosegue con l’elenco dei cavalieri e dei punteggi e con il nome del vincitore: il cavaliere  Fidele Bartolomeo Gregori, che vinse una collana d’oro del valore di 6.50 scudi.
[[File:ValorCivile.png|170px]]
Il secondo premio, un gioiello del valore di 1.50 scudi se lo aggiudicò il cavaliere Confidente Cesare Barnabò.
<poem style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 60%; text-align:center; border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 5px;">
<small>''Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane.''
''Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori''.</small>
</poem>
A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.<br>


L'antefatto della Giostra è costituito da un pretesto ed è proprio quest'ultimo che ci introduce in un ambiente culturale dotto e squisito, che anche a Foligno trova il suo spazio come afferma nel suo libro “''Le Conditioni del Cavaliero''“, pubblicato a Roma nel 1606 F. M. Jacobilli, vicario generale della Sabina “''vir magnae eruditionis fere in onmi genere scientiarum''". In esso lo Jacobilli afferma che “''il nome di Cavaliero s'acquista per virtù ed eccellenza dell'armi la quale col proprio valore si guadagna''” mentre dai suoi ragionamenti l'Amore, pur apprezzato, è assente. Il Tesorieri, invece, aggiunge a questa lettura la conoscenza del dibattito, molto diffuso nei luoghi di cultura, tra Amore e Potere. Quindi siamo in presenza di una piacevole disquisizione che avviene tra due gruppi: i Priori ed il Cancelliere da una parte ed altre persone dall'altra. Cioè ad un ''Cavalier d'honore, del quale si conoscono le virtù e le qualità, è di “maggior contento” mantenere “la gratia del suo Principe”, oppure scegliere il “continuato favore di bellissima e gentilissima dama”.''
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Naturalmente il quesito non è di facile soluzione per cui i priori decisero di promuovere una Giostra per trovarla, invitando i cavalieri a disputare per l'una o per l'altra parte in causa.
Alla giostra bandita a voce e pubblicata a stampa nei “soliti luoghi” si iscrissero cinque nobili cavalieri che, secondo la prassi, dettero il proprio nominativo a cui aggiunsero anche un finto nome:
A. Beccafumi, cavalier Moro;
C. Barnabò, cavalier Confidente;
P.A. Unti, cavalier Saggio;
B. Gregori, cavalier Fidele;
P. Marcelli , cavalier Turco.


Così la sera del dieci Febbraio 1613, alle “venti hore”, alla presenza di numeroso pubblico, con a capo la Magistratura ed il Cancelliere della Città, in vesti sfarzose, venne celebrato il grande spettacolo “''in magna huius civitatatis platea''.” Nella parte centrale della piazza del Comune, illuminata da un grande numero di fiaccole e luminarie e con i palazzi intorno da cui pendevano raffinati e preziosi damaschi ed addobbi, fu posta un'artistica statua in noce massiccia; essa rappresentava il “''belli Simulacrum''” con il braccio destro aperto mentre in quello sinistro recava lo stemma di Foligno. A questo punto ogni cavaliere, al galoppo, doveva ferire il volto della Quintana in base al punteggio precedentemente elencato. Alla fine del gioco risultò vincitore Bartolomeo Gregori il “cavalier Fedele“ che fece nove punti ed ebbe in premio una collana d'oro del valore di 6.50 scudi ed il grande privilegio, per la sua famiglia, di conservare presso la sua dimora la statua del Saracino. Il secondo premio, un gioiello del valore di 1.50  scudi, aggiudicato a chi avrebbe fatto  più botte nelle tre carriere pure se non appartenente alla squadra vincitrice, se lo aggiudicò il cavaliere Confidente Cesare Barnabò.
=== Architetture religiose ===
<div style="column-count:3;-moz-column-count:3;-webkit-column-count:3">
* Abbazia di Sassovivo
* Basilica di Santa Maria Infraportas
* Cattedrale di San Feliciano
* Chiesa del Corpo di Cristo, detta di Betlem
* Chiesa del Santissimo Salvatore
* Chiesa di Santa Caterina
* Chiesa di Santa Maria di Pistia
* Chiesa di Santa Maria in Campis
* Chiesa di San Francesco
* Chiesa di San Giacomo
* Chiesa di San Nicolò
* Chiesa di San Paolo Apostolo
* Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
* Ex Chiesa di San Domenico - Auditorium di San Domenico
* Monastero di Sant'Anna
* Monastero di Santa Lucia
* Monastero di Santa Maria di Betlem
* Oratorio del Crocefisso
* Oratorio della Misericordia
* Oratorio della Nunziatella
</div>


== Bibliografia ==
=== Architetture civili ===
<small>Giulia Serafini, “La Quintana di Foligno: una città, una storia, un popolo”. - Tesi di Diploma in Mediazione Linguistica e Comunicazione Interculturale.</small>
<div style="column-count:3;-moz-column-count:3;-webkit-column-count:3">
<small>“Foligno 1613 - La Quintana e la Città" - AA. VV. a cura di Luciano Piermarini.</small>
* Palazzo Comunale
<small>“[https://www.gazzettadifoligno.it/ Gazzetta di Foligno]</small>
* Palazzo Trinci
<small>Don Ferdinando Merli, "L'inquintana, giostra carnevalesca di cavalieri folignati", Gazzetta di Foligno N° 31 - Anno 1934.</small>
* Palazzo del Podestà
<small>[http://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Thesorieri Ettore Thesorieri su Wikipedia]</small>
* Palazzo delle Canoniche
<small>[http://www.quintana.altervista.org/storia.htm Storia della Quintana]</small>
* Palazzo delle Logge
 
* Palazzo Alleori-Ubaldi
== Voci Correlate ==
* Palazzo Barnabò alle Conce
<small>
* Palazzo Barugi-Meloni
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* Palazzo Brunetti-Candiotti
category = Giostra_della_Quintana
* Palazzo Cantagalli
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* Palazzo Cibo-Nocchi
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* Palazzo Deli
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* Palazzo Giusti-Orfini
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* Palazzo Lezi-Marchetti
</small>
* Palazzo Orfini
* Palazzo Pesci-Maiolica
* Palazzo Pierantoni
* Palazzo Piermarini
* Palazzo Varini
* Parco dei Canapè
</div>
<br>


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|<small>'''Statua di Garibaldi'''</small>
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|-
| colspan="3" | <small>'''Piazza San Francesco'''</small>
|<small>'''Chiesa di San Paolo'''</small>
|<small>'''Abbazia di Sassovivo'''</small>
|<small>'''Ponte della Liberazione'''</small>
|<small>'''Le Conce'''</small>
|<small>'''S.M. del Suffragio'''</small>
|<small>'''Parco dei Canapè'''</small>
|<small>'''Statua dell'Alunno'''</small>
|}
<br>


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[[Categoria:Foligno]]
[[Category:Giostra della Quintana]]

Versione attuale delle 21:50, 5 nov 2021

Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609[1] abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto. Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.


Foligno
Localizzazione

Comune di Foligno Provincia di Perugia Regione Umbria Italia

Amministrazione

Sindaco: Stefano Zuccarini
Indirizzo Municipio: Piazza della Repubblica,10
Sito istituzionale: https://www.comune.foligno.pg.it/

Territorio

Coordinate: 42° 56' 42,00 N - 12° 42' 7,20 E
Altitudine: 234 m s.l.m. (min 195 - max 1.250)
Superficie: 264,67 Km2
Abitanti: 57.146
Densità: 215,92 ab/Km2
Frazioni: Vedi elenco

Informazioni generali

Denominazione abitanti: Folignati (singolare: Folignate)
Patrono: S. Feliciano Vescovo e Martire
Giorno festivo: 24 gennaio
Codice Postale: 06034
Prefisso Telefonico: 0742
Codice ISTAT: 054018
Codice Catastale: D653

Reti di comuni

Città del Bio Città del Miele Città dell'Olio Patto dei Sindaci

Gemellaggi

La Louvière (Belgio), dal 1996
Gemona del Friuli, dal 2001
Shibukawa (Giappone), dal 2000

Posizione

Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m.
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.

Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica[2]. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.

La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.

Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.

Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.


Panorama di Foligno


La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.

Vedi pagina dedicata: Rioni di Foligno

Cartografia

Dintorni

Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.

Comuni limitrofi

Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.

COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA) DISTANZA
SPELLO 6,3 km
MONTEFALCO 7,3 km
BEVAGNA 7,6 km
TREVI 8,4 km
VALTOPINA 13,2 km
SELLANO 19,4 km
NOCERA UMBRA 19,9 km
SERRAVALLE DI CHIENTI (MC) 24,9 km
VISSO (MC) 31,5 km
COMUNI CAPOLUOGO DELL'UMBRIA
PERUGIA 31,0 km
TERNI 42,1 km
ALTRE CITTA' ITALIANE
ROMA 116,4 km
PESCARA 134,6 km
FIRENZE 150,2 km
BOLOGNA 204,9 km
NAPOLI 265,7 km
VENEZIA 279,1 km
GENOVA 346,7 km
MILANO 397,5 km
BARI 398,4 km
REGGIO CALABRIA 592,9 km


Montefalco Nocera Umbra Perugia Sellano Serravalle di Chienti Spello Terni Trevi Valtopina Visso


Località e Frazioni

Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.
(Clicca su [Espandi] per visualizzare)

Località o Frazione Km da Foligno Mt. s.l.m.
1 Abbazia di Sassovivo 9 575,8
2 Acqua Santo Stefano 19 926,6
3 Afrile 17 850
4 Aghi 12 450
5 Ali 27 939,8
6 Altolina 8,4 290
7 Annifo 33 874
8 Arvello 32,5 825
9 Ascolano 18 625
10 Barri 15 693
11 Belfiore 6 295
12 Borgarella 24 858
13 Borroni 2 220
14 Budino 8 196
15 Camino 24,4 825
16 Cancellara 6 436
17 Cancelli 17 902
18 Cantagalli 7 208
19 Capannaccio 4,3
20 Capodacqua 13 371
21 Caposomigiale 29,5 924
22 Cappuccini 4 321,6
23 Cariè 37 906,4
24 Carpello 2,5 324
25 Casa del Prete 7 207
26 Casa Pacico 19,5 429
27 Casale del Leure 31 806
28 Casale della Macchia 28 810
29 Casale di Morro 21 830
30 Casale di Scopoli 15 840
31 Cascito 17 920
32 Casco dell'Acqua 8 210
33 Casenove 16 570
34 Casette di Cupigliolo 25 791
35 Casevecchie 6 208
36 Cassignano 35 740
37 Castello di Morro 21,5 883,9
38 Castretto 16,5 604
39 Cavallara 31 861
40 Cave 3 218
41 Cerritello 20,3 824
42 Chieve 21 655
43 Cifo 18 675
44 Civitella 19 940
45 Colfiorito 27 760
46 Collazzolo 20,9 781
47 Colle di Verchiano 23 818
48 Colle San Giovanni 7 375
49 Colle San Lorenzo 6 447
50 Colle Scandolaro 4,5 345
51 Collelungo 14 696
52 Collenibbio 26 975
53 Colpernaco 3 295
54 Colpersico 5 402
55 Corvia 2 218
56 Costa di Arvello 28 813
57 Crescenti 21 782
58 Croce di Roccafranca 24,8 1050
59 Croce di Verchiano 21 794
60 Cupacci 12 636
61 Cupigliolo 25 856
62 Cupoli 19,5 820
63 Curasci 27 1016
64 Fiamenga 4,5 212
65 Fondi 34 936
66 Forcatura 30 850
67 Fraia 28 819
68 Hoffmann 3 242
69 La Franca 17 794
70 La Spiazza 16 573
71 La Valle 5,5 426
72 Leggiana 14,5 550
73 Liè 7 420
74 Maceratola 3,5 215
75 Maestà di Colfornaro 12 460
76 Madonna delle Grazie 20 675
77 Montarone 22 824
78 Morro 21 868
79 Navello 3,5 259
80 Orchi 17 485
81 Paciana
82 Palarne 31 876
83 Pale 9,5 480
84 Pallailla - I Santi 17,3 618
85 Perticani 3 218
86 Pescara I° 3 355
87 Pescara II° 3,5 361
88 Pieve Fanonica 10,5 327
89 Pisenti 16,5 792
90 Poggiarello 11,5 451
91 Polveragna 32 830
92 Ponte San Lazzaro 26 701
93 Ponte Santa Lucia 10,5 494
94 Pontecentesimo 9,5 325
95 Popola 25 852
96 Rasiglia 19 636
97 Ravignano 8,5 510
98 Rio 17 740
99 Roccafranca 28 802
100 Roviglieto 8 706
101 San Bartolomeo 2,8 360
102 San Giovanni Profiamma 4 264
103 San Sebastiano 3,6
104 San Vittore 7 337
105 Sant'Eraclio 3 232
106 Santo Stefano dei Piccioni 6 355
107 Scafali 4 213
108 Scandolaro 6 452
109 Scanzano 5 265
110 Scopoli 12 532
111 Seggio 19 916
112 Serra Alta 5,3 450
113 Serra Bassa 5,1 425
114 Serrone 16,5 580,6
115 Sostino 11 659
116 Sterpete 2 220
117 Tenne 2,4 212
118 Tesina 15 710
119 Tito 38 860
120 Torre di Montefalco 7 208
121 Treggio 5 400
122 Uppello 3 382
123 Vallupo 21 930
124 Vegnole 5 400
125 Verchiano 22 775
126 Vescia 4 265
127 Vionica 20,5 769
128 Volperino 21 850


Sassovivo Annifo Belfiore Capodacqua Casenove Colfiorito Leggiana Pale Rasiglia
Rio San Bartolomeo San Giovanni Profiamma Sant'Eraclio Scopoli Torre di Montefalco Treggio Verchiano Volperino


Cenni di Storia

L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.

Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.

Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.

Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.

Onorificenze

La città di Foligno è stata decorata con la Medaglia d'argento al Valor Civile.

Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane.
Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori.

A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

  • Abbazia di Sassovivo
  • Basilica di Santa Maria Infraportas
  • Cattedrale di San Feliciano
  • Chiesa del Corpo di Cristo, detta di Betlem
  • Chiesa del Santissimo Salvatore
  • Chiesa di Santa Caterina
  • Chiesa di Santa Maria di Pistia
  • Chiesa di Santa Maria in Campis
  • Chiesa di San Francesco
  • Chiesa di San Giacomo
  • Chiesa di San Nicolò
  • Chiesa di San Paolo Apostolo
  • Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
  • Ex Chiesa di San Domenico - Auditorium di San Domenico
  • Monastero di Sant'Anna
  • Monastero di Santa Lucia
  • Monastero di Santa Maria di Betlem
  • Oratorio del Crocefisso
  • Oratorio della Misericordia
  • Oratorio della Nunziatella

Architetture civili

  • Palazzo Comunale
  • Palazzo Trinci
  • Palazzo del Podestà
  • Palazzo delle Canoniche
  • Palazzo delle Logge
  • Palazzo Alleori-Ubaldi
  • Palazzo Barnabò alle Conce
  • Palazzo Barugi-Meloni
  • Palazzo Brunetti-Candiotti
  • Palazzo Cantagalli
  • Palazzo Cibo-Nocchi
  • Palazzo Deli
  • Palazzo Giusti-Orfini
  • Palazzo Lezi-Marchetti
  • Palazzo Orfini
  • Palazzo Pesci-Maiolica
  • Palazzo Pierantoni
  • Palazzo Piermarini
  • Palazzo Varini
  • Parco dei Canapè


Parco dei Canapè Piazza Don Minzoni Via Gramsci Via XX settembre Palazzo Comunale Cattedrale e Canoniche Palazzo delle Canoniche Ponte sospeso Piazza San Domenico Statua di Garibaldi
Piazza San Francesco Chiesa di San Paolo Abbazia di Sassovivo Ponte della Liberazione Le Conce S.M. del Suffragio Parco dei Canapè Statua dell'Alunno


  1. Al 1° gennaio 2020
  2. Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.