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La Giostra della Quintana è la principale manifestazione che si svolge a Foligno, ogni anno, dal 1946. Si tratta della rievocazione della Giostra che veniva effettuata anticamente, in un periodo che abbraccia il tardo medioevo e l'età barocca, in occasione del Carnevale. Si hanno notizie, perlopiù frammentarie, di varie Giostre effettuate a Foligno durante questi secoli, ma solo di una si ha un resoconto completo e dettagliato: la Giostra del 1613. Quella cronaca, redatta dal Cancelliere dell'epoca, Ettore Tesorieri, è giunta fino a noi ed è stata presa a modello quando, nel 1946, si decise di "riesumare" l'antico torneo cavalleresco.
Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609<ref><small>Al 1° gennaio 2020</small></ref> abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto.
Partita come semplice rievocazione storica da un’idea di Emilio De Pasquale, negli anni la Giostra è stata integrata con manifestazioni accessorie che ne hanno accresciuto la popolarità, fino a farla diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Così come ormai non si può più prescindere dalle taverne rionali, che di fatto sono i centri in cui si svolge l’attività di tutti coloro che in qualche modo ruotano intorno alla Giostra stessa. Fino al 1978 si è svolta una sola edizione annuale; dal 1979 si corrono due edizioni, la Sfida e la Rivincita, che per vent’anni si sono svolte nel giro di due settimane. Dal 2000 la Sfida si svolge, in notturna, nel mese di giugno, la Rivincita, invece, nella classica collocazione pomeridiana, in settembre.
Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.<br>
== Origine della Giostra della Quintana ==
Il termine "''quintana''" deriva con ogni probabilità dal nome di una delle strade interne all'accampamento (''castra'') romano, ubicata "''ai due lati del Pretorio''" dove "''viene lasciato uno spazio di cinquanta piedi tra il V e il VI squadrone e allo stesso modo tra il V e il VI manipolo di fanteria, in modo che ne risulta un'altra via in mezzo alle legioni, perpendicolare ai quartieri e parallela alle tende dei tribuni: questa via si chiama Quintana perché si trova lungo le tende della V squadra''" (Polibio, VI, 27-32). In questo settore specifico, destinato all'allenamento dei legionari, i soldati armati di lancia si lanciavano per infilzare un anello tenuto in una mano da un fantoccio. Dal punto di vista storico la Quintana, invece, è quella statua o fantoccio di legno che raffigura un guerriero armato, verso il quale, come ad un bersaglio, corrono i cavalieri con le lance. Esso viene chiamato anche Saracino con riferimento alle Crociate o alle guerre contro i Turchi, Chintana o Buratto e rappresenta una mezza figura, che nella mano sinistra tiene lo scudo e nella destra la spada o il bastone. Tale statua, se non è colpita al petto, ruota su sé stessa e colpisce colui che sbaglia il colpo.
Le cronache ci tramandano diverse notizie su varie Giostre corse a Foligno, ma la maggior descrizione la troviamo per quella del 1158 corsa in onore dell'Imperatore Federico I (Barbarossa). Lo storico folignate Lodovico Jacobilli ci fa sapere che ne risultò vincitore, contro i cavalieri tedeschi della scorta, il nobile folignate Ferrara Pandolfi che ebbe in dono dal sovrano la possibilità di aggiungere il nome Elmi al cognome e di inserirlo nello stemma araldico. In seguito le cronache di Riccardo di San Germano ci tramandano i ricordi di una Giostra tenutasi in città in onore del Re di Puglia e di Sicilia, Federico II, che nel Gennaio 1240 scese a Foligno, proveniente da Coccorone (Montefalco), per celebrarvi un congresso straordinario dei suoi seguaci nell'Italia centrale.
La prima notizia di una Giostra nella quale giovani cavalieri a cavallo dovevano infrangere le loro lance appuntite contro la Quintana ci viene da un documento in latino del 1448.
In esso, redatto dal Cancelliere comunale del tempo, Bernardo De Albriciis, troviamo scritto per la prima volta il termine di Quintana. Il De Albriciis, nel redigere un “regolamento” per le celebrazioni della festa di San Feliciano, parla dell’esposizione di un “Palio Aquefranche” che si aggiudicherà il vincitore della giostra e di un anello (''annulo argenteo et similiter'') che dovrà essere infilato con la lancia. L'umanista Niccolò Tignosi, nel suo trattato “''De origine Fulginatum''”, attribuì ai Trinci, la cui signoria terminò nel 1439, la colpa di aver fatto sparire gran parte dei documenti dagli archivi cittadini, risparmiando solo la documentazione che riguardava la loro casata, e quindi la quasi totale assenza di documenti dei periodi precedenti.
Nel 1472 e nel 1497 si ha notizia di due giostre all’incontro, sempre tenute nel periodo carnevalesco. La prima avvenne il 9 febbraio, per festeggiare una donazione di Christofano Piccolomini, nipote del Cardinale. In quell’occasione la lancia aveva un anello di ferro in cima. La giostra avveniva quindi con un cavaliere contro l’altro e si assegnavano diversi punteggi a seconda di dove veniva colpito il contendente. Erano previste pene in caso di uccisione o ferimento. La seconda avviene invece per la festa di San Feliciano, a sostituire la precedente Corsa del Palio.
Si hanno notizie di altre Giostre tenute negli anni 1527, 1554, 1600, 1613, 1616, 1713, 1718, 1720, 1740. Di tutte queste gare ci sono giunti dei racconti frammentari ad eccezione di quella del 1613 di cui troviamo, oltre ai capitoli di giostra (regolamenti), una cronaca della gara.
La corsa, chiamata allora "''Gioco dell'anello''", forse perché si dava in premio al vincitore un anello del valore di otto fiorini, si svolse nella Piazza Grande in occasione della Festa di San Feliciano. Infatti gran parte della giornata dedicata alla festa del patrono era dedicata ai "''ludi publici''", spettacoli di massa che fino alla metà del secolo XV erano effettuati nella seconda parte della giornata, come afferma il cancelliere De Albriciis che li elenca anche nel seguente ordine:
Lo "spettacolo della pacca" era gestito dai dipendenti comunali e consisteva nel cercare di strappare qualche pezzo di carne da un maiale spaccato e appeso al portico del palazzo del Podestà. Mentre gli inservienti gareggiavano, dalle finestre del palazzo venivano gettate cenere e immondizie, per cui la preda doveva esser buttata via. Questo spettacolo, che si svolgeva durante il Carnevale, fu abolito nel 1485, quando il Podestà fece ripulire le pareti del palazzo ed evitò che fossero di nuovo deturpate con il sangue della bestia e con le immondizie.
La "corsa del toro" si svolgeva fuori della città, nella zona dell'attuale caserma. I concorrenti correvano a piedi tenendo per mano un toro. Tutti potevano partecipare e dovevano versare una quota di iscrizione. Più tardi, i tori vennero sostituiti con i cani.
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La "corsa delle meretrici" si effettuava lungo il percorso dal Ponte di Cesare al Palazzo dei Priori, in piazza. Le concorrenti erano mascherate.
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La corsa dell'anello o all'anello era uno spettacolo cavalleresco riservato ai giovani nobili; essa prendeva il nome dal premio messo in palio: un anello d'argento del valore di otto fiorini. Oppure veniva chiamata giostra del termine latino "''juxta''" trasformatosi poi in "''jostare''" che vuol dire accostarsi, avvicinarsi, naturalmente ad un bersaglio fisso contro cui si infrangevano le aste.
Scopo precipuo della Giostra, ripresa ogni anno il 17 Gennaio, primo giorno di Carnevale, doveva essere il semplice spasso popolare, che si protraeva fino al giorno delle Ceneri. Ma da una memoria del 1613, in cui si parla di una contesa sorta tra i priori della città, e cioè "''se il cavaliere d'onore debba tener più alla grazia del principe o al favore di una gentilissima dama''", possiamo sospettare che altre gare siano sorte, per risolvere altre questioni d'amore e di gentilezza, com'era costume in quei paesi dove la cavalleria ebbe il suo naturale sviluppo.
La distinzione sociale dei ceti si rivela, pertanto, direttamente. Certo il popolo partecipa a tutte e due le forme espressive del gioco nel senso che in entrambi i casi guarda, acclama, si eccita; ma la distinzione dei ceti avviene nel momento dell'agire non in quella del vedere. Infatti il diritto a correre e a correre a cavallo è esclusivamente prerogativa della nobiltà, ceto sociale caratterizzato ed individuato, nei secoli centrali dell'età moderna, dalla partecipazione ereditaria a cariche di governo dalle quali i popolari erano esclusi. In questo contesto il patriziato manifestava le sue qualità intellettuali e, come afferma il Volpi in un suo studio, "''Foligno è stato fino al Settecento uno degli ambienti culturali più vivi di tutta l'Umbria''". Per cui anche il gioco, almeno a partire dagli inizi del secolo XVII, sembra essere vissuto come espressione di prestigio intellettuale e quindi verrà effettuato esclusivamente dal ceto nobiliare che, in questo modo, indicherà l'occupazione dello spazio fisico e simbolico della città.
In base alla documentazione esistente negli Archivi Priorali, nel 1603 si sentì il desiderio di ricostituire la giostra poichè, probabilmente, da qualche tempo essa non si correva più. Le interruzioni infatti erano frequenti: guerre, carestie e pestilenze interrompevano momentaneamente il suo svolgersi, ma essendo questa tradizione legata essenzialmente al patrono San Feliciano e al Carnevale, molto radicata nella popolazione, ben presto venne ripristinata. Dall'atto notarile steso da Giovanni Battista Jacobilli il 10 luglio 1662, sappiamo che quasi sessanta anni prima, nel 1603, il Capitano Giulio Franchini da Bologna dette alla città di Foligno cento scudi con l'obbligo di reinvestirli sotto forma di censo, utilizzando la rendita annua per l'acquisto di un premio da dare al vincitore della Corsa del Saracino, “''Cursus Saracinus''” volgarmente detta Giostra, che ogni anno, “''quotannis''”, veniva corsa nella città di Foligno durante il Carnevale, “''tempore Bacchanalia''”, o per la festa di San Feliciano, a discrezione dei Priori della città, amministratori perpetui della fondazione. Giulio Franchini era figlio di Giovanni e di Alessandra Aldovrandi, importanti nobili bolognesi, e militò come capitano dei cavalleggeri del Papa e dei fanti, sotto Pio V, Sisto V e Gregorio XIV. Il suo legame con Foligno, dove visse fino alla sua morte, fu determinato dal suo matrimonio con Allegrezza della nobile famiglia folignate degli Onofri, avvenuto nel 1570, anno in cui si trasferì definitivamente nella città di Foligno, ove acquistò notevoli proprietà terriere.
Nel 1613 i Priori della città di Foligno, poiché intendevano celebrare il Carnevale di quell'anno con grande solennità, incaricarono i Consiglieri comunali di organizzare uno spettacolo che superasse ampiamente la consueta celebrazione di tale festa. I Consiglieri si dettero subito da fare riunendosi infinite volte nelle lussuose sale del Comune per studiare in quale maniera dare luogo all'importante manifestazione; ma le molteplici proposte suggerite non potevano essere realizzate sia a causa della stagione invernale, che per l'eccessiva spesa che esse comportavano. E poiché, per questo motivo, tra i Consiglieri "''nacque uno strano et ostinato litigio''" ecco che intervennero "''accortamente i molto illustri Priori, i quali stabilirono che per via dell'armi si terminasse et con la vittoria si dovesse l'oscuro dubbio chiarire''". Per cui dettero l'incarico di organizzare questa manifestazione cavalleresca, stilandone un regolamento con i relativi articoli, all'allora Cancelliere protempore: Nobile [[Ettore Tesorieri]] di Andria. Egli accettò l'incarico, organizzò la manifestazione e scrisse il regolamento che intitolò: "''Stimolo Generoso di Virtute''"; inoltre decise di condurre la parte direttiva del gioco nominandolo: ”''La Giostra della Quintana''”. Il regolamento era composto di venti articoli, i cosiddetti “''Capitoli''” e fu scritto di suo pugno dal Tesorieri nel Codice Magistrati e Blasoni del “''Magnifico Comune di Foligno''” sotto il bimestre Gennaio-Febbraio 1613.
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Il documento consiste in una premessa in latino a cui segue un paragrafo in cui Tesorieri indica i Priori, i Giudici deputati e sè stesso nel suo ruolo di cancelliere e firmatario del testo. Nella pagina successiva appare, invece, il titolo che costituisce il “pretesto” per la giostra: “''Stimolo generoso di virtute''”; seguono poi i venti Capitoli, il nome del Mastro di Campo (Capitano Aurelio Consoli), i cavalieri partecipanti con le “botte” conseguite e i doni consegnati ai vincitori.
| <small>'''Comune di Foligno'''</small> || <small>'''Provincia di Perugia'''</small> || <small>'''Regione Umbria'''</small> || <small>'''Italia'''</small>
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Nei 20 punti si ribadisce che la partecipazione è consentita solo ai nobili.
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Ogni squadra deve avere almeno un padrino e una trombetta.
Il padrino deve avere la sua banda e le piume sul cappello.
I punti verranno assegnati dai padrini e dal Mestro di Campo.
Ogni cavaliere dovrà portare cinque lance, tre per la giostra e due per la folla.
In ogni “carriera” si deve arrestare la lancia in tempo e ferire con la punta la testa della statua in modo che la lancia si spezzi.
Tutti i cavalieri devono presentarsi al campo nel giorno e nell’ora stabilita e nessuno deve entrare prima del Mestro di Campo.
Nessun cavaliere deve entrare nella “carriera” finchè non viene chiamato.
Il primo a iniziare sarà colui che si presenterà per primo al campo, poi correranno alternativamente uno per volta.
Prima della corsa le lance devono essere segnate e riconosciute e la grappella presente in cima deve venire colorata.
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Nei capitoli 13 e 14 erano stabiliti i punti che ogni cavaliere poteva riportare:
* Capitolo 13: ''Chi ferirà in ciascuno degli occhi della Quintana guadagni quattro botte''.
* Capitolo 14: ''Chi ferirà alto nella testa, cioè dai cigli in su, tre botte; dai cigli in giù, sino alla bocca, due botte; et dalla bocca in giù una botta; e chi ferirà della testa fuori non sia botta.''
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La perdita del cappello o del manto, della spada o della staffa comporta l’attribuzione di zero botte.
Ogni cavaliere deve iscriversi con nome, cognome e finto nome.
Chi farà più botte nelle tre carriere avrà il secondo premio pure se non appartiene alla squadra vincitrice.
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Il documento prosegue con l’elenco dei cavalieri e dei punteggi e con il nome del vincitore: il cavaliere "''Fidele''" Bartolomeo Gregori, che vinse una collana d’oro del valore di 6,50 scudi.
Il secondo premio, un gioiello del valore di 1,50 scudi se lo aggiudicò il cavaliere "''Confidente''" Cesare Barnabò.
L'antefatto della Giostra è costituito da un pretesto ed è proprio quest'ultimo che ci introduce in un ambiente culturale dotto e squisito, che anche a Foligno trova il suo spazio come afferma nel suo libro "''Le Conditioni del Cavaliero''", pubblicato a Roma nel 1606, F. M. Jacobilli, vicario generale della Sabina "''vir magnae eruditionis fere in onmi genere scientiarum''". In esso lo Jacobilli afferma che "''il nome di Cavaliero s'acquista per virtù ed eccellenza dell'armi la quale col proprio valore si guadagna''", mentre dai suoi ragionamenti l'Amore, pur apprezzato, è assente. Il Tesorieri, invece, aggiunge a questa lettura la conoscenza del dibattito, molto diffuso nei luoghi di cultura, tra Amore e Potere. Quindi siamo in presenza di una piacevole disquisizione che avviene tra due gruppi: i Priori e il Cancelliere da una parte, e altre persone dall'altra. Cioè a un ''Cavalier d'honore, del quale si conoscono le virtù e le qualità, è di “maggior contento” mantenere “la gratia del suo Principe”, oppure scegliere il “continuato favore di bellissima e gentilissima dama”.''
Naturalmente il quesito non è di facile soluzione, per cui i Priori decisero di promuovere una Giostra per trovarla, invitando i cavalieri a disputare per l'una o per l'altra parte in causa.
Alla giostra, bandita a voce e pubblicata a stampa nei "soliti luoghi", si iscrissero cinque nobili cavalieri che, secondo la prassi, dettero il proprio nominativo a cui aggiunsero anche un finto nome:
* ''A. Beccafumi, cavalier "Moro"'';
* ''C. Barnabò, cavalier "Confidente"'';
* ''P.A. Unti, cavalier "Saggio"'';
* ''B. Gregori, cavalier "Fidele"'';
* ''P. Marcelli, cavalier "Turco"''.
Così la sera del dieci febbraio 1613, alle “''venti hore''”, alla presenza di numeroso pubblico, con a capo la Magistratura e il Cancelliere della Città in vesti sfarzose, venne celebrato il grande spettacolo “''in magna huius civitatatis platea''". Nella parte centrale della piazza del Comune, illuminata da un grande numero di fiaccole e luminarie e con i palazzi intorno da cui pendevano raffinati e preziosi damaschi e addobbi, fu posta un'artistica statua in noce massiccia; essa rappresentava il “''belli Simulacrum''”, con il braccio destro aperto mentre in quello sinistro recava lo stemma di Foligno. A questo punto ogni cavaliere, al galoppo, doveva ferire il volto della Quintana in base al punteggio precedentemente elencato. Alla fine del gioco risultò vincitore Bartolomeo Gregori il “''cavalier Fidele''“ che fece nove punti ed ebbe in premio una collana d'oro del valore di 6,50 scudi. Il secondo premio, un gioiello del valore di 1,50 scudi, aggiudicato a chi avrebbe fatto più botte nelle tre carriere pure se non appartenente alla squadra vincitrice, se lo aggiudicò il "''cavalier Confidente''" Cesare Barnabò.
Nel 1946, volendo celebrare gli 80 anni di vita del sodalizio, la “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno”, decise di far risorgere, tra le antiche tradizioni della Città, quella dell’Autunno Folignate, da svolgersi in occasione della rituale Fiera di Settembre. Emilio De Pasquale, "assiduo frequentatore della documentazione storica cittadina", già segretario di Monsignor Michele Faloci Pulignani, suggerì al segretario Feliciano Cecchini di inserire, tra le manifestazioni celebrative dell’80° anniversario della Società, la riesumazione di un antico torneo cavalleresco di cui gli presentò gli atti storici: la corsa alla Quintana effettuata in Foligno il 10 Febbraio del 1613, in occasione del Carnevale, descritta in ogni particolare dal cancelliere di quel tempo, Ettore Tesorieri.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: La riesumazione della Giostra]]
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=== Ente Autonomo Giostra della Quintana ===
| colspan="2" | <small>'''Sindaco:'''</small>
Le prime due edizioni della Giostra della Quintana vennero organizzate dalla ''Società Operaia di Mutuo Soccorso''; dal 1948 si costituì l’''Ente Autonomo Giostra della Quintana'' che venne legalmente riconosciuto nel 1952 come Ente Morale non lucrativo. In linea di massima, la struttura generale dell’Ente Giostra attuale, non si discosta molto da quella che era negli anni 50; si sono delineati con più precisione scopi, incarichi e modalità elettive in conformità con i tempi. L’ultimo Statuto dell’Ente Giostra è datato 2009 e prevede le figure del Presidente e del Vicepresidente, un Consiglio Direttivo, un Collegio Sindacale, un Comitato Centrale, composto dai Priori delle 10 contrade, dai responsabili delle Commissioni Artistica, Tecnica ed Elettorale, e un Comitato Scientifico, per lo studio e la conoscenza del periodo storico di riferimento. L’organo plenipotenziario con potere incondizionato di controllo e disciplina su tutte le precedenti figure è il ''Consiglio dei Cento'', composto dai Priori e dai Consiglieri dei dieci Rioni, in numero massimo di quindici per ogni Rione, e da una rappresentanza, di diritto, del Comune di Foligno. Negli anni ’50 era un ''Comitato d’Onore'', composto da personalità di spicco della società folignate, ad assolvere questa funzione. Sotto di esso c’era il Comitato Centrale, composto dai Priori, il Consiglio Direttivo, con Presidente e Vicepresidente ed altri membri, la Commissione Tecnica ed il Collegio dei Sindaci Revisori. Copia dello Statuto è scaricabile presso il sito ufficiale dell’Ente Giostra.
| colspan="2" | <small>Stefano Zuccarini</small>
Nel 1946, al vertice del "Comitato dei Festeggiamenti per l'Autunno Folignate", costola della Società Operaia di Mututo Soccorso, era Virgilio Monacchi, sostituito nel 1947 da Luca Barnocchi, che nel 1948 fu dunque il primo Presidente dell'Ente Giostra appena costituitosi.
* Dal 1997 al 1999 il Presidente è stato Pierluigi Mingarelli.
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* Dal 2000 ad oggi, il Presidente dell'Ente Autonomo Giostra della Quintana è Domenico Metelli.
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=== Il Campo de li Giochi ===
| colspan="4" | <small>'''Territorio'''</small>
[[File:CampoDeLiGiochi01.jpg|x180px|left]]
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L’impianto di via Nazario Sauro, oggi intitolato ai due grandi della Quintana, Marcello Formica e Paolo Giusti, venne completato nel 1929, anno VII dell’era fascista, e inaugurato l’anno successivo come "''Stadio del Littorio''". Nel 1936 venne intitolato a Dandolo Gramellini, folignate che cadde in combattimento durante la guerra di Spagna. Dopo la Liberazione divenne semplicemente "''Stadio Comunale''" e scomparve il busto dedicato a Gramellini che si trovava all'ingresso. Durante la lettura del Bando, veniva chiamato “''Campo de li Giochi''” fin dal 1946, ma è solo di recente che ha assunto questa denominazione in via ufficiale. Fino al 1983, anno in cui venne completato il nuovo Stadio Comunale in località Santo Pietro, oggi dedicato ad Enzo Blasone, la Quintana ha condiviso l’uso del campo con il Foligno Calcio, ragion per cui i cavalli dovevano galoppare sull’erba e su un terreno facilmente allentabile dalle piogge, causa di numerose e a volte drammatiche cadute. Nonostante il trasferimento del Foligno Calcio nel nuovo impianto, l’uso promiscuo del vecchio stadio proseguirà fino alla fine degli anni '90, per l’utilizzo del campo da parte di squadre minori. Conseguito finalmente l’uso esclusivo del terreno per la Giostra della Quintana, si sono potute apportare importanti modifiche al circuito di gara: la pista è in terra battuta, sopraelevata rispetto al resto del campo e con le curve leggermente paraboliche, condizioni che hanno permesso di raggiungere tempi di Giostra mai registrati prima e di limitare notevolmente le cadute, che erano invece frequenti negli anni precedenti.
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=== Il Bando di Giostra ===
Il ''Bando sopra la pubblica Giostra da porsi in Fuligno'', compilato nello stile dell’epoca, viene letto la sera del Corteo Storico e il giorno successivo al ''Campo de li Giochi''.
Nel corso degli anni, il regolamento di Giostra ha subito diverse modifiche, alcune minori, altre di maggior impatto, dettate perlopiù dalla necessità di adeguamento alle nuove situazioni man mano che si presentavano. Ad esempio, le prime Giostre si correvano su una pista ovale e la statua era posta sotto la tribuna. La modifica del tracciato, da un ovale ad un “8”, si deve, più che alla volontà di aumentare la difficoltà, all’accoglimento delle proteste del pubblico che per la gran parte non riusciva a vedere il momento dell’infilzamento dell’anello. Si è anche dovuto tener conto della crescente bravura dei cavalieri, delle nuove tecnologie e dei vari ricorsi che sono stati presentati nel corso degli anni contro un regolamento che lasciava spazio ad interpretazioni.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: Il Regolamento di Giostra]]
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=== Il Corteo delle Rappresentanze Rionali ===
Comprimario per importanza alla Giostra, il Corteo è la presentazione al pubblico della globalità della manifestazione nel suo versante propriamente scenico-spettacolare. Sono visibili i Rioni, come spazio umano, i costumi, le bandiere, i cavalli, i cavalieri, tutto ciò che rende "materico" e quasi tangibile il grande lavoro organizzativo.
| colspan="4" | <small>'''Reti di comuni'''</small>
=== I cavalieri ===
I cavalieri più vittoriosi della Giostra della Quintana sono Marcello Formica e Paolo Giusti, con 12 Palii ciascuno, di cui uno ex-aequo e uno ciascuno a Roma, e Paolo Margasini con 11 Palii.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: I Cavalieri]]
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=== Le dame ===
Essere la "''bellissima et gentilissima dama''" per il cui "''continuato favore''" i cavalieri si sfidano è senz'altro stato fin dall'inizio un vanto per le ragazze e le donne scelte ad interpretare questa parte all'interno del proprio Rione. Sarebbe scortese nominarne alcune e non altre, perchè tutte hanno dato, sempre, un tocco di grazia e bellezza, ingentilendo il Corteo coi loro sorrisi e gli abiti meravigliosi. Tuttavia giova ricordare un periodo, tra la fine degli anni '90 ed i primi del 2000, in cui, in competizione tra loro anche su questo, i Rioni scelsero di ingaggiare delle dame "''VIP''", togliendo la scena alle folignati. Ricordiamo Melba Ruffo, prima Madrina della Giostra e quindi dama dal [[Rione Croce Bianca]] che, dopo di lei, ingaggiò la "bizzosa" Eleonora Brigliadori, che sfilava accompagnata dalla guardia del corpo, e quindi Federica Moro, attuale Madrina della Giostra; le varie Ramona Badescu, Samantha De Grenet, Dalila Di Lazzaro, Barbara D'Urso, che fu Madrina nel 2001, e molte altre, decisamente meno note, anche se "''VIP''", almeno a giudicare dall'"ingaggio". Si tornò presto alla "normalità", anche per le perplessità del pubblico, mantenendo la sola figura della Madrina della Giostra, nella persona di Federica Moro (Miss Italia 1982), e restituendo il meritato spazio alle bellezze cittadine.
==== Galleria foto dame ====
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=== I cavalli ===
Dalle prime edizioni della Giostra apparve subito evidente che l'abilità del cavaliere non è l'unica componente necessaria per il conseguimento della vittoria; l'altra componente è il cavallo, protagonista indiscusso della Giostra al pari del suo cavaliere. In effetti, l'espressione più usata, e senz'altro più corretta, è "''binomio''", intendendo cavallo e cavaliere. Come già ricordato, i primi cavalli impiegati per la Giostra non erano "del mestiere", ma ben presto si cominciò a cercare animali più adatti per questo genere di competizione. I continui progressi nell'evoluzione della Giostra e nella sistemazione della pista, hanno indirizzato le scelte dei Rioni verso cavalli veloci, resistenti ed affidabili. I purosangue erano considerati troppo veloci per le caratteristiche del tracciato (uscivano spesso di pista), almeno fino alla metà degli anni '90, e si preferivano i sangue-misto anglo-arabi o anglo-arabo-sardi; con la completa risistemazione della pista e soprattutto con la modifica delle curve, la Giostra della Quintana è diventata terreno per dei magnifici purosangue, che al momento rappresentano il 100% dei Cavalli in gara. Il primo cavallo plurivittorioso fu Piccolo, che vinse 7 Giostre, una con lo Spada e 6 con il Croce Bianca (con Marcello Formica), poi fu la volta del binomio Paolo Giusti-Draghetto che vinsero 5 Palii per il Morlupo. Nabucco vinse 5 Giostre, 3 per il Morlupo e 2 per il Contrastanga mentre, in tempi più recenti, Bolero IV corse 23 Giostre vincendone 5 con cavalieri diversi e diventando l'assoluto protagonista della Giostra per oltre un decennio; nello stesso periodo si affermava il binomio dello Spada, Gianfranco Ricci-Piccolo Fiore, vincitori di 3 Giostre. Negli anni '90 la sfida è tra Pazosu de Zamaglia del Cassero, meraviglioso e velocissimo ma vincitore di una sola Giostra, e Ca' Granda del Pugilli, con cui Paolo Margasini vinse 6 Palii, e che purtroppo si infortunò durante la Giostra della Rivincita del 1999. Nei primi anni del 2000, l'Ammanniti centra 3 vittorie consecutive col binomio Riccardo Conti-Lady Mix, per il Croce Bianca si afferma Scala Minore, vincitrice di 2 Giostre, mentre il binomio Lorenzo Paci-Go Betty Go del Pugilli riporta a casa un solo Palio. Al momento attuale sono diversi i Rioni ad avere una scuderia propria, in cui soggiornano, per tutto l'anno, non solo il cavallo di Giostra ma anche cavalli di "riserva", animali più giovani da addestrare e molto spesso anche quelli che hanno concluso la loro carriera. L'utilizzo dei cavalli per le manifestazioni storico-equestri come la Giostra della Quintana, è stato spesso osteggiato da associazioni animaliste, in particolare dopo incidenti che hanno coinvolto i cavalli. Per la tutela della salute degli animali, sono previsti severi controlli anti-doping ad ogni Giostra.
| <small>Città del Bio</small> || <small>Città del Miele</small> || <small>Città dell'Olio</small> || <small>Patto dei Sindaci</small>
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|'''<small>Briosa</small>'''
| colspan="4" |
|'''<small>Bolero IV</small>'''
|'''<small>Go Betty Go</small>'''
|'''<small>Scala Minore</small>'''
|'''<small>Guitto</small>'''
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=== La statua della Quintana ===
| colspan="4" | <small>'''Gemellaggi'''</small>
"''Saracino''" o "''Dio Marte''", "''Quintana''" o "''buratto''", "''Quintanone''" o "''simulacrum belli''"; comunque la si voglia chiamare, la statua della Quintana è la protagonista principale della manifestazione, l'unica ad aver "visto" tanto le giostre antiche quanto quelle moderne. Ha anche una storia affascinante, che merita un approfondimento a parte.
| colspan="2" | <small>'''La Louvière''' (Belgio), dal 1996</small>
La lancia di Giostra (di sezione rotonda anche nel puntale eccetto alcune fra le più vecchie che hanno ancora punta quadrangolare), come previsto dall’attuale Regolamento di gara all’articolo 12, ha le seguenti caratteristiche: lunghezza 3.150 millimetri; diametro 24-26 mm; peso kg. 2,00 - 3,00; impugnatura a 1600 - 1700 mm dal puntale; bandierina a forma di triangolo isoscele da mm 150 x 220, fissata alla distanza di mm 280 dal puntale. Ad accertarne la regolarità è la giuria, che procede alle misurazioni ed alla punzonatura. Le operazioni si svolgono nella sede del Comitato Centrale, il pomeriggio del giovedì o venerdì antecedenti la Giostra, insieme con i costumi che i cavalieri indosseranno per la gara.
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La lancia utilizzata oggi dai cavalieri della Quintana di Foligno deriva dalla lancia dei Reggimenti di Lancieri, nell'Arma di Cavalleria, tutt'ora esistenti nel nostro Esercito. Nel Museo dell'Ente Giostra della Quintana è conservata un esemplare di lancia modello 1900, donata dall'Esercito. La “lancia italiana modello 1900” è la terza ed ultima lancia d’ordinanza dell’Esercito Italiano che sostituì a partire dall’anno 1902 la precedente versione (lancia da cavalleria modello 1870) in legno di frassino. La modello 1900, interamente metallica, è stata utilizzata in operazioni durante la Prima Guerra Mondiale e successivamente solo per le cerimonie ed i servizi di rappresentanza. Ancora oggi, nei Reggimenti di Cavalleria dell’Esercito Italiano tale lancia viene utilizzata, sia a piedi sia a cavallo, durante le cerimonie. Ciò anche nella considerazione che lancia costituisce il principale simbolo dell’Arma di Cavalleria (infatti il fregio indossato dagli appartenenti a tale Arma è costituito appunto da due lance modello 1900 incrociate). La lunghezza totale è di 3.150 millimetri, la lunghezza della punta è di 135 millimetri ed il peso medio raggiunge 2.300 grammi. Una curiosità: all’interno della lancia (un tubo cilindrico di acciaio dolce, che è vuoto) sono disposti cinque o sei fogli di carta asciugante arrotolati e distribuiti per tutta la sua lunghezza allo scopo di attenuare la sonorità dell’arma.
| colspan="2" | <small>'''Shibukawa''' (Giappone), dal 2000</small>
Al pari del simulacro il cui nome ha fornito la denominazione della Giostra, Quintana appunto, gli anelli sono l’altro simbolo inconfondibile della tenzone cavalleresca di Foligno. Se in origine gli anelli da giostra erano di legno tornito o in tondino di ferro; con la frangia quasi sempre presente, intrecciata sull’anello stesso con i colori dell’araldica locale, oggi sono costituiti da cerchi in tubolare di alluminio, con un diametro in sezione di 10 mm. e spessore di 1 mm., lavorati ancora oggi esclusivamente a mano. Sono colorati con fasce bianche e rosse, e sulla parte bassa, attraverso un leggera fenditura sono inseriti dei fili anch’essi bianco-rossi che formano una frangia ben visibile quando l’anello è appeso al braccio della statua della Quintana.
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Fino al 1975, le misure degli anelli erano "forfettarie"; per la prima volta, in quell'anno si stabilirono le misure precise del diametro interno: 11 cm, 9 cm, 6,5 cm.
| colspan="4" |
Stante la crescente bravura dei cavalieri di Giostra, si decise a più riprese di modificare le misure degli anelli, che nel 2008 divennero rispettivamente di 8 cm, 6 cm e 5 cm.
L'ultima modifica è del 2018:
* 1^ tornata: 6 cm;
* 2^ tornata: 5,5 cm;
* 3^ tornata: 5 cm.
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=== Il Palio ===
Il Palio è il simbolo della vittoria e nella Giostra della Quintana tutto ruota intorno ad esso. Fin dalla prima edizione della versione moderna, nel 1946, il Palio ha evidentemente costituito l’obiettivo finale. Oggi, al di là dell’essere espressione primaria del successo del rione, il Palio ha finito con il diventare una vera e propria opera d’arte, tanto che la Quintana – come solo poche manifestazioni in Italia – può esibire una vera e propria galleria d’arte moderna firmata da artisti importanti. Sono di varia forma e sono declinati nei diversi linguaggi dell’arte contemporanea. E così Salvatore Fiume, Pietro Annigoni, Domenico Purificato, Remo Brindisi nel corso del tempo hanno lasciato la loro preziosa traccia su un oggetto così conteso. Il Presidente dell’Ente Giostra consegna al Priore del Rione vincitore il “simulacro di vittoria”,che viene portato in trionfo da tutta la compagine rionale lungo le strade cittadine, in testa al corteo, dopo la fine della Giostra.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: Il Palio]]
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== Eventi ==
Già dalla seconda edizione della Giostra, si cominciò a delineare con precisione la sequenza degli eventi, che avrebbero reso nel tempo la manifestazione sempre più ricca e complessa.
In quel sabato del settembre 1947, a mezzogiorno si esposero le bandiere rionali sul balcone del Palazzo Municipale, la sera alle 21 si dette lettura del Bando, prima dell’inizio del Corteo; la domenica, sfilando per raggiungere il Campo, si passò davanti alla Cattedrale, dove ciascun cavaliere ricevette la benedizione del Vescovo.
Da allora numerose rivisitazioni, innovazioni, aggiunte e correzioni hanno modificato il cerimoniale rendendolo sempre più affascinante.
Oggi tutte le vie del Centro Storico vengono imbandierate, con i colori del rispettivo Rione, con largo anticipo (è tradizione che tutti i Rioni lo facciano durante la "notte delle bandiere", in modo che la Città si risvegli al mattino pavesata a festa) e durante le due settimane che precedono ciascuna Giostra aprono le dieci caratteristiche Taverne rionali; si è curata con particolare attenzione la scenografia degli eventi che si susseguono di fronte ad un pubblico sempre più entusiasta.
Al presente, fanno parte degli eventi legati alla Giostra della Quintana, durante le due settimane che precedono ciascuna tenzone:
* Il saluto e lo scambio dei doni tra l’Autorità Ecclesiastica e quella Civile, costituita dalla rappresentanza del Comune e dell’Ente Giostra.
* La notte delle bandiere, lungo le vie del centro.
* Esposizione del drappo dal balcone del Palazzo Comunale.
* Esibizione "Sbandieratori e Musici Città di Foligno", in Piazza della Repubblica.
* Apertura delle Taverne rionali.
* Convivio in onore di Dama e Cavaliere, in ciascuna delle dieci Taverne.
* Presentazione del Palio di Giostra, in Piazza della Repubblica.
* Fiera dei Soprastanti, lungo le vie più caratteristiche del centro storico, in settembre.
* Palio della Filomè, in Piazza della Repubblica.
* Gara dei Tamburini, in Piazza della Repubblica.
* Staffetta del Popolano, gara di corsa tra rionali, in settembre.
* Notte Barocca, per le vie della città, in settembre.
* Disfida di San Rocco, in Piazza san Domenico.
* Battesimo rionale, presso ciascun Rione.
* [[Corteo delle Rappresentanze Rionali|Corteo delle rappresentanze rionali]], lungo le vie del centro storico.
* Lettura del Bando e benedizione dei Cavalieri, in Piazza della Repubblica.
* Sorteggio dell'ordine di partenza, in Piazza della Repubblica.
* Annullo speciale delle Poste Italiane, presso il "Quintana Point", corso Cavour.
* Giostra della Quintana al Campo de li Giochi.
* Consegna del Palio al Rione vincitore.
* Premiazione in Piazza della Repubblica.
Sono anche previsti, per tutto il periodo che precede la Domenica di Giostra, esibizioni di artisti e concerti.<br>
Palazzo Candiotti ospita gli incontri culturali della Quintana, intitolati "''Chi non sa far stupir vada alla striglia''", incentrati su temi riguardanti Rinascimento e Barocco.
[[Categoria:Giostra della Quintana]]
== Posizione ==
Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m. <br>
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.<br>
== Manifestazioni collaterali ==
Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica<ref><small>Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.</small></ref>. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.<br>
=== Il Gareggiare dei Convivi ===
Dagli inizi degli anni '70, i Rioni cominciarono a dotarsi di una taverna, ricavata da un locale dei numerosi palazzi seicenteschi della città, in cui poter consumare cibi semplici nell'atmosfera medioevale.
Tre sono i Rioni che si vantano di aver “inventato” le taverne: il Cassero, il Giotti e il Contrastanga. In realtà nel 1968, i dirigenti del [[Rione Cassero]], nello scantinato molto caratteristico di Palazzo Gentili-Spinola vollero approntare in modo rustico una forma di accoglienza con cibi molto semplici. Il successo fu notevole. L’anno seguente la medesima esperienza fu praticata dal [[Rione Giotti]] e dal [[Rione Contrastanga]].
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: Le Taverne Rionali]]
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=== Festival Segni Barocchi ===
La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.<br>
[[File:SB01.png|240px|left]]
Il Festival nasce nel 1981 grazie al Consorzio economico urbanistico per i beni e le attività culturali della Valle Umbra Sud e, soprattutto, a Massimo Stefanetti che, insieme a Fabio Bettoni e Piero Arcangeli, progettò Segni Barocchi, partendo dalla constatazione che il punto di riferimento costante della città di Foligno dal dopoguerra era la Giostra della Quintana. Questa constatazione conferma il valore di quell’intuizione che iniziò ad esaltare i segni importanti di stile barocco, nella città di Foligno nella tipologia architettonica, negli interni dei palazzi e delle chiese e nella produzione artistica e letteraria.<br>
Il festival si proponeva e si propone di assumere le caratteristiche di un evento finalizzato a diventare un coerente punto di riferimento rispetto ai segni del Barocco in Italia e nel Mondo. Volendo ricostruire un tempo per proiettarlo dialetticamente come festa nella vita di oggi, il costante interesse del festival alle categorie estetiche di Manierismo e di Barocco non si limita ad una rivisitazione in chiave filologica ma piuttosto costituisce uno strumento di interpretazione della realtà contemporanea, nella quale spesso predominano forti segnali neobarocchi.<br>
Segni, insomma rispetto al Seicento, da ricercare guardando indietro, estendendosi in avanti, o interpretando le attuali espressioni artistiche presenti nei settori produttivi di cultura e nel nostro vivere quotidiano. Il festival ha costruito un vero e proprio laboratorio permanente della cultura barocca e può, in questo ambito, considerarsi anche in relazione all’immagine conquistata sulle pagine dei giornali, nei siti Internet e nelle emittenti radiofoniche e televisive, una delle più importanti esperienze europee.<br>
Insieme al Festival hanno fatto strada musicisti, attori, ricercatori, gruppi musicali e compagnie teatrali: sono tornati a vivere, attraverso le mostre, opere d’arte e d’artigianato, libri e materiali di archivio; è cresciuto il lavoro dell’artista, ma si è sviluppato anche il lavoro dello spettatore. Esperienze e produzioni piccole hanno trovato il loro palcoscenico insieme alle grandi produzioni nazionali e internazionali: il Footsbarn, le macchine pirotecniche con il “Mago del Fuoco”, Els Comedians di Barcellona con “Dimonis”, Eugenio Barba, il teatro giapponese, le antiche danze indiane, i Plasticiens Volants, il teatro studio Krypton, Giorgio Albertazzi, Raf Vallone, Pamela Villoresi, Peppe Barra, il Teatro Tascabile di Bergamo, Silence Teatro, il Teatro Potlach, il Teatro Scientifico di Verona, la compagnia çàjka, Katia Ricciarelli, Antony Rooley, Jordi Savall, Montserrat Figueras, e tanti altri. Se nonostante gli anni, Segni Barocchi non solo ancora esiste ma è cresciuto per qualità e quantità di pubblico e di iniziative ciò si deve alla validità dell’idea da cui nasce.<br>
Il Festival si svolge durante il periodo della Giostra della Quintana di Settembre e comprende anche la "''Notte Barocca''", durante la quale restano aperti negozi, ristoranti, musei e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.<br>
Il sito web del Festival Segni Barocchi è: https://segnibarocchifoligno.it/ .
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==== Galleria foto Festival Segni Barocchi ====
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[[Categoria:Giostra della Quintana]]
Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.<br>
=== La Fiera dei Soprastanti ===
Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.<br />
Riproposizione dell'antica Fiera che si svolgeva a Foligno fino al 1816, dal 1998 è stata ripristinata per un solo giorno, prima della Giostra di Settembre, e viene presentata con particolare cura ed attenzione ai dettagli, con banchi di vendita costruiti secondo lo stile dell'epoca e merci attentamente controllate per la loro aderenza al periodo storico. Personaggi in costume (I Soprastanti, le "forze dell'ordine" dell'epoca), musici e giocolieri allietano i visitatori che potranno acquistare le merci esclusivamene pagando con la moneta appropriata: il Quattrino di Foligno, al cui cambio è deputato l'Ufficiale Depositario''.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[La Fiera dei Soprastanti]]
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=== La gara della Filome’ ===
<!-- INIZIO PANORAMA -->
La Gara della Filome' è un gioco caratteristico della Quintana, organizzato ogni anno dalla Commissione Manifestazioni Collaterali del Rione Badia, che coinvoolge tutti i Rioni della Giostra della Quintana. Ogni Rione partecipa con due popolani (in totale venti persone) in costume che prendono posto, secondo sorteggio, al tavolo di gara.
! style="background: #F5FAFF;"| '''Panorama di Foligno'''
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| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Giostra della Quintana: La Gara della Filome']]
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{{Panorama
|immagine = File:PanoramaFoligno.jpg
|altezza = 320
}}
<!-- FINE PANORAMA -->
=== Il Palio di San Rocco ===
La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.
La "corsa dei somari", goliardicamente organizzata dal [[Rione Cassero]], è ormai parte di diritto del programma ufficiale degli eventi collaterali alla Giostra della Quintana. Si svolge nei periodi di Giugno e Settembre, in Piazza San Domenico, e vede i rappresentanti dei dieci Rioni sfidarsi in groppa a degli asini.
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[La Disfida di San Rocco]]
| [[File:PagDedicata.png|x30px]] ''<small>Vedi pagina dedicata:</small>'' [[Rioni di Foligno]]
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=== La Gara dei Tamburini ===
=== Cartografia ===
I tamburini dei dieci Rioni si sfidano in Piazza, sotto gli occhi di un'apposita ed attenta Giuria, che decreta quale delle formazioni merita il premio del "''pistillo d'argento''".
| [[File:Lente01.png|24px]] ''<small>Lo stesso argomento in dettaglio:</small>'' [[Il Cantaquintaniere]]
|[[File:MappaItalliaCentrale.jpg|x320px]]
|[[File:MappaUmbria.jpg|x320px]]
|[[File:MappaFolignoGeoplan.jpg|x320px]]
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[[Categoria:Giostra della Quintana]]
== Dintorni ==
Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.
== Media ==
=== Comuni limitrofi ===
[[File:LogoMedia.png|96px|left]]
Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.
La Giostra della Quintana è amata dai folignati, ma è anche un'importante attrattiva turistica che richiama a Foligno, ad ogni edizione, centinaia di persone da ogni parte d'Italia e anche del mondo. L'utilizzo di tutti i canali di informazione disponibili è fondamentale per far conoscere al grande pubblico la nostra principale manifestazione. Gli addetti alla comunicazione dell'Ente Giostra, Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri, sono sempre al lavoro su questo aspetto, attraverso l'analisi delle tendenze e la messa in campo di strategie atte a raggiungere una platea sempre più vasta.
Negli spazi dell'ex Teatro Piermarini, in corso Cavour, per tutta la durata delle manifestazioni di ogni edizione della Giostra, è aperto il "Quintana Point", il punto di informazione della Giostra della Quintana. All'interno del QPoint è possibile acquistare i biglietti per la Giostra, i biglietti della "Lotteria della Quintana", i fazzolettoni dei Rioni e vari gadgets. E' inoltre disponibile, gratuitamente, la rivista "Qui - è tempo di Quintana", pubblicazione ufficiale dell'Ente Giostra della Quintana, diretto da Manuela Marinangeli.
|- style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA)'''</span> || <span style="color:#FFFF00">'''DISTANZA'''</span>
Da giugno 2012, ogni edizione della Giostra della Quintana è stata accompagnata dall'uscita di una pubblicazione editoriale di approfondimento. E' un prodotto ricco di contenuti e immagini, che tocca tutti gli aspetti della manifestazione. Come scrive il direttore, Manuela Marinangeli, "''E' la rappresentazione grafica e cartacea di una manifestazione che resiste, che rivela il suo grande amore per Foligno, che dimostra capacità di organizzazione e professionalità.''" La rivista si avvale della collaborazione, tra gli altri, di Paola Tedeschi e Mauro Silvestri, con le fotografie di Vanessa Raiola. La rivista è ritirabile gratuitamente presso il Quintana Point.
|colspan="2" | <small>'''Le edizioni 2021 di "Qui"'''</small>
| <small>'''Montefalco'''</small>
| <small>'''Nocera Umbra'''</small>
| <small>'''Perugia'''</small>
| <small>'''Sellano'''</small>
| <small>'''Serravalle di Chienti'''</small>
| <small>'''Spello'''</small>
| <small>'''Terni'''</small>
| <small>'''Trevi'''</small>
| <small>'''Valtopina'''</small>
| <small>'''Visso'''</small>
|}
|}
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<br>
=== Musei ===
=== Località e Frazioni ===
==== Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi ====
Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.<br>
Un viaggio nel tempo e nello spazio. Un viaggio tra antichi cavalieri, tornei, nobili, dame, giochi e feste. Da un’epoca all’altra attraverso i numerosi eventi rievocativi che punteggiano l’Europa. E’ quanto propone il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi inaugurato nel febbraio 2001 e operante all’interno di Palazzo Trinci. Con una natura decisamente multimediale, interattiva e virtuale è volto a valorizzare tutto un patrimonio storico fatto d’avvenimenti, documenti, reperti, usanze che ancora oggi costituiscono un momento significativo nella vita sociale e comunicativa dell’intera Europa.
<small>(Clicca su ['''Espandi'''] per visualizzare)</small>
Il museo accoglie, al suo interno, il centro di documentazione che svolge attività di ricerca, catalogazione e informatizzazione di materiali e documenti. I risultati di questo lavoro, in gran parte pubblicati in rete nel sito del museo e a disposizione del pubblico interessato sono:
<br>
* Repertorio delle rievocazioni storiche italiane ed europee
* Un catalogo bibliografico informatizzato con software specifico
* Un primo catalogo di film e audiovisivi tematici
* Un primo catalogo dei dipinti, delle stampe e delle immagini
* Un primo censimento delle arti e dei mestieri connessi alle rievocazioni storiche
* Un primo nucleo di materiale documentario che costituisce una piccola biblioteca specializzata e una videoteca a tema
Quintana 4D – "Divertimento Digitale Didattica Diffusa" è un programma promosso da Ente Giostra della Quintana di Foligno, Centro Studi Città di Foligno e Stati Generali dell’Innovazione. Q4D si propone di creare un ecosistema per l‘arricchimento, la valorizzazione e la salvaguardia dell’eredità culturale digitale della Città della Quintana. Il progetto aspira ad essere riconosciuto quale primo esempio concreto di patrimonio culturale intangibile, fruibile in realtà aumentata, per la valorizzazione di un centro storico di medie dimensioni. In questo scenario Foligno, grazie alle nuove tecnologie di realtà aumentata e realtà virtuale, trasforma in realtà la visione shakespeariana del mondo come palcoscenico, configurandosi come un museo-teatro in grado di offrire centinaia di ore di formazione e intrattenimento digitale.<br>
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Il "Museatro" della Giostra della Quintana è stato ufficiallmente inaugurato il 20 ottobre 2017, presso la sede dell’Ente, a Palazzo Candiotti.
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''N°'''</span>
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| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Località o Frazione'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Km da Foligno'''</span>
==== Museo Rionale Societas Juctorum ====
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Mt. s.l.m.'''</span>
Il Nobile Rione Giotti è l’unico fra i dieci Rioni della Giostra della Quintana di Foligno ad aver istituito un museo.<br>
|-
Il Museo Rionale Societas Juctorum, inaugurato nel 2015, è un museo di storia dell’appartenenza rionale, uno spazio di memoria e narrazione che ha un duplice scopo: ricordare a chi fa parte del Nobile Rione Giotti la storia di cui ognuno è portatore e testimone, raccontare a chi scopre la Quintana per la prima volta la storia della manifestazione e che cosa significa far parte di un Rione.
| 1
Il percorso espositivo del Museo Rionale Societas Juctorum si articola in tre sale, all’interno delle quali sono conservati i Palii di Giostra vinti dal Nobile Rione Giotti, cimeli, documenti, bozzetti storici e numerosi abiti sia da gara, come i quattro abiti da fantino indossati da altrettanti cavalieri vittoriosi dal 1987 al 2015, sia da sfilata, con i dieci abiti da nobili e dame che evidenziano anche l’evoluzione dell’abito barocco folignate dagli anni Settanta (ispirati alla moda francese) agli anni Ottanta, Novanta e Duemila (ispirati alla moda spagnola e inglese).
| Abbazia di Sassovivo
Il museo è visitabile anche virtualmente a questo indirizzo: https://www.rionegiotti.it/il-museo-rionale/ .
| 9
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| 575,8
|- style="background: #F5FAFF;"
[[Categoria:Giostra della Quintana]]
| 2
| Acqua Santo Stefano
=== Internet ===
| 19
La Giostra della Quintana di Foligno ha un sito internet, all'indirizzo: https://www.quintana.it/ , a cui si aggiunge il sito del progetto Quintana 4D: http://www.quintana4d.it/ .
| 926,6
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|-
| 3
==== Social ====
| Afrile
La Giostra della Quintana è presente anche nelle maggiori piattaforme social media.
| <small>'''[https://www.facebook.com/quintanafoligno Giostra della Quintana di Foligno]'''</small> || <small>'''[https://www.instagram.com/quintanafoligno/?hl=it Giostra della Quintana Foligno]'''</small> || <small>'''[https://web.telegram.org/k/ Giostra della Quintana di Foligno]'''</small>
La Giostra della Quintana ha una sua trasmissione dedicata su Umbria TV, Canale 10 del Digitale Terrestre, e sul web: [http://www.quintanachannel.tv/ Quintana Channel]; è un contenitore di informazioni, interviste, dietro le quinte, anticipazioni ed appuntamenti, condotto da Manuela Marinangeli, con la collaborazione di Mauro Silvestri, Claudio Bianchini, Luca Marinangeli, Lucio Cacace e Leonardo De Mai.
| [[File:FrazAnnifo.jpg|x96px]]
Durante tutto il periodo delle manifestazioni legate alla Giostra, dallo studio televisivo allestito presso il Quintana Point parte ogni giorno una puntata del programma di informazione e intrattenimento quintanaro, che nel tempo ha creato l'identità televisiva della Giostra della Quintana di Foligno.
|colspan="4" | <small>'''Manuela Marinangeli e i suoi ospiti in trasmissione'''</small>
|<small>'''Rio'''</small>
|<small>'''San Bartolomeo'''</small>
|<small>'''San Giovanni Profiamma'''</small>
|<small>'''Sant'Eraclio'''</small>
|<small>'''Scopoli'''</small>
|<small>'''Torre di Montefalco'''</small>
|<small>'''Treggio'''</small>
|<small>'''Verchiano'''</small>
|<small>'''Volperino'''</small>
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== Cenni di Storia ==
L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.<br>
Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.<br>
Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.<br>
[[Categoria:Giostra della Quintana]]
Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.<br>
== Note ==
=== Onorificenze ===
<references />
La città di Foligno è stata decorata con la ''Medaglia d'argento al Valor Civile''.<br />
<small>Giulia Serafini, “La Quintana di Foligno: una città, una storia, un popolo”. - Tesi di Diploma in Mediazione Linguistica e Comunicazione Interculturale.</small>
<small>''Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane.''
<small>"I [[Rioni di Foligno]] - Tradizione e Storia" - Bruno Martinelli - Associazione Orfini-Numeister - Foligno 1994</small>
''Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori''.</small>
<small>"[[Rione Spada]] - Giostra della Quintana 1946" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 2007</small>
<small>"Giostra della Quintana 1946 - I protagonisti" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 1996</small>
<small>"Discorso della Città di Foligno - Cronologia dei Vescovi, Governatori, e Podestà, ch'hanno retto essa Città." - Lodovico Jacobilli - Foligno 1646</small>
<small>La Gazzetta di Foligno</small>
<small>Ente Giostra della Quintana</small>
<small>Sito "Quintana di Foligno"</small>
<small>"Qui - Brochure ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno" - A cura di Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri</small>
<small>"Il Cittadino" - Periodico di costume, arte, cultura e turismo</small>
<small>Con il gentile contributo di Ivano Bruschi e Silvio Ceccarelli</small>
</poem>
</poem>
<small>
A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.<br>
<!-- FINE TABELLA COLLEGAMENTI ESTERNI UGUALE PER TUTTI -->
<br>
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[[Category:Giostra della Quintana]]
[[Categoria:Giostra della Quintana]]
[[Categoria:Foligno]]
Versione attuale delle 21:50, 5 nov 2021
Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609[1] abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto.
Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.
Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m.
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.
Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica[2]. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.
La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.
Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.
Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.
Panorama di Foligno
La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.
Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.
Comuni limitrofi
Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.
COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA)
DISTANZA
SPELLO
6,3 km
MONTEFALCO
7,3 km
BEVAGNA
7,6 km
TREVI
8,4 km
VALTOPINA
13,2 km
SELLANO
19,4 km
NOCERA UMBRA
19,9 km
SERRAVALLE DI CHIENTI (MC)
24,9 km
VISSO (MC)
31,5 km
COMUNI CAPOLUOGO DELL'UMBRIA
PERUGIA
31,0 km
TERNI
42,1 km
ALTRE CITTA' ITALIANE
ROMA
116,4 km
PESCARA
134,6 km
FIRENZE
150,2 km
BOLOGNA
204,9 km
NAPOLI
265,7 km
VENEZIA
279,1 km
GENOVA
346,7 km
MILANO
397,5 km
BARI
398,4 km
REGGIO CALABRIA
592,9 km
Montefalco
Nocera Umbra
Perugia
Sellano
Serravalle di Chienti
Spello
Terni
Trevi
Valtopina
Visso
Località e Frazioni
Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.
(Clicca su [Espandi] per visualizzare)
N°
Località o Frazione
Km da Foligno
Mt. s.l.m.
1
Abbazia di Sassovivo
9
575,8
2
Acqua Santo Stefano
19
926,6
3
Afrile
17
850
4
Aghi
12
450
5
Ali
27
939,8
6
Altolina
8,4
290
7
Annifo
33
874
8
Arvello
32,5
825
9
Ascolano
18
625
10
Barri
15
693
11
Belfiore
6
295
12
Borgarella
24
858
13
Borroni
2
220
14
Budino
8
196
15
Camino
24,4
825
16
Cancellara
6
436
17
Cancelli
17
902
18
Cantagalli
7
208
19
Capannaccio
4,3
20
Capodacqua
13
371
21
Caposomigiale
29,5
924
22
Cappuccini
4
321,6
23
Cariè
37
906,4
24
Carpello
2,5
324
25
Casa del Prete
7
207
26
Casa Pacico
19,5
429
27
Casale del Leure
31
806
28
Casale della Macchia
28
810
29
Casale di Morro
21
830
30
Casale di Scopoli
15
840
31
Cascito
17
920
32
Casco dell'Acqua
8
210
33
Casenove
16
570
34
Casette di Cupigliolo
25
791
35
Casevecchie
6
208
36
Cassignano
35
740
37
Castello di Morro
21,5
883,9
38
Castretto
16,5
604
39
Cavallara
31
861
40
Cave
3
218
41
Cerritello
20,3
824
42
Chieve
21
655
43
Cifo
18
675
44
Civitella
19
940
45
Colfiorito
27
760
46
Collazzolo
20,9
781
47
Colle di Verchiano
23
818
48
Colle San Giovanni
7
375
49
Colle San Lorenzo
6
447
50
Colle Scandolaro
4,5
345
51
Collelungo
14
696
52
Collenibbio
26
975
53
Colpernaco
3
295
54
Colpersico
5
402
55
Corvia
2
218
56
Costa di Arvello
28
813
57
Crescenti
21
782
58
Croce di Roccafranca
24,8
1050
59
Croce di Verchiano
21
794
60
Cupacci
12
636
61
Cupigliolo
25
856
62
Cupoli
19,5
820
63
Curasci
27
1016
64
Fiamenga
4,5
212
65
Fondi
34
936
66
Forcatura
30
850
67
Fraia
28
819
68
Hoffmann
3
242
69
La Franca
17
794
70
La Spiazza
16
573
71
La Valle
5,5
426
72
Leggiana
14,5
550
73
Liè
7
420
74
Maceratola
3,5
215
75
Maestà di Colfornaro
12
460
76
Madonna delle Grazie
20
675
77
Montarone
22
824
78
Morro
21
868
79
Navello
3,5
259
80
Orchi
17
485
81
Paciana
82
Palarne
31
876
83
Pale
9,5
480
84
Pallailla - I Santi
17,3
618
85
Perticani
3
218
86
Pescara I°
3
355
87
Pescara II°
3,5
361
88
Pieve Fanonica
10,5
327
89
Pisenti
16,5
792
90
Poggiarello
11,5
451
91
Polveragna
32
830
92
Ponte San Lazzaro
26
701
93
Ponte Santa Lucia
10,5
494
94
Pontecentesimo
9,5
325
95
Popola
25
852
96
Rasiglia
19
636
97
Ravignano
8,5
510
98
Rio
17
740
99
Roccafranca
28
802
100
Roviglieto
8
706
101
San Bartolomeo
2,8
360
102
San Giovanni Profiamma
4
264
103
San Sebastiano
3,6
104
San Vittore
7
337
105
Sant'Eraclio
3
232
106
Santo Stefano dei Piccioni
6
355
107
Scafali
4
213
108
Scandolaro
6
452
109
Scanzano
5
265
110
Scopoli
12
532
111
Seggio
19
916
112
Serra Alta
5,3
450
113
Serra Bassa
5,1
425
114
Serrone
16,5
580,6
115
Sostino
11
659
116
Sterpete
2
220
117
Tenne
2,4
212
118
Tesina
15
710
119
Tito
38
860
120
Torre di Montefalco
7
208
121
Treggio
5
400
122
Uppello
3
382
123
Vallupo
21
930
124
Vegnole
5
400
125
Verchiano
22
775
126
Vescia
4
265
127
Vionica
20,5
769
128
Volperino
21
850
Sassovivo
Annifo
Belfiore
Capodacqua
Casenove
Colfiorito
Leggiana
Pale
Rasiglia
Rio
San Bartolomeo
San Giovanni Profiamma
Sant'Eraclio
Scopoli
Torre di Montefalco
Treggio
Verchiano
Volperino
Cenni di Storia
L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.
Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.
Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.
Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.
Onorificenze
La città di Foligno è stata decorata con la Medaglia d'argento al Valor Civile.
Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane. Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori.
A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Abbazia di Sassovivo
Basilica di Santa Maria Infraportas
Cattedrale di San Feliciano
Chiesa del Corpo di Cristo, detta di Betlem
Chiesa del Santissimo Salvatore
Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di Santa Maria di Pistia
Chiesa di Santa Maria in Campis
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Giacomo
Chiesa di San Nicolò
Chiesa di San Paolo Apostolo
Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
Ex Chiesa di San Domenico - Auditorium di San Domenico
↑Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.