La Giostra della Quintana: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:14, 26 ago 2021

La Riesumazione

Nel 1946, volendo celebrare gli 80[1] anni di vita del sodalizio, la “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno”, decise di far risorgere, tra le antiche tradizioni della Città, quella dell’Autunno Folignate, da svolgersi in occasione della rituale Fiera di Settembre.

Lo stesso argomento in dettaglio: Giostra della Quintana: La riesumazione del 1946

Ente Autonomo Giostra della Quintana

Le prime due edizioni della Giostra della Quintana vennero organizzate dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso; dal 1948 si costituì l’Ente Autonomo Giostra della Quintana che venne legalmente riconosciuto nel 1952 come Ente Morale non lucrativo. In linea di massima, la struttura generale dell’Ente Giostra attuale, non si discosta molto da quella che era negli anni 50; si sono delineati con più precisione scopi, incarichi e modalità elettive in conformità con i tempi. L’ultimo Statuto dell’Ente Giostra è datato 2009 e prevede le figure del Presidente[2] e del Vicepresidente, un Consiglio Direttivo, un Collegio Sindacale, un Comitato Centrale, composto dai Priori delle 10 contrade, dai responsabili delle Commissioni Artistica, Tecnica ed Elettorale, e un Comitato Scientifico, per lo studio e la conoscenza del periodo storico di riferimento. L’organo plenipotenziario con potere incondizionato di controllo e disciplina su tutte le precedenti figure è il Consiglio dei Cento, composto dai Priori e dai Consiglieri dei dieci Rioni, in numero massimo di quindici per ogni Rione, e da una rappresentanza, di diritto, del Comune di Foligno. Negli anni ’50 era un Comitato d’Onore, composto da personalità di spicco della società folignate, ad assolvere questa funzione. Sotto di esso c’era il Comitato Centrale, composto dai Priori, il Consiglio Direttivo, con Presidente e Vicepresidente ed altri membri, la Commissione Tecnica ed il Collegio dei Sindaci Revisori. Copia dello Statuto è scaricabile presso il sito ufficiale dell’Ente Giostra.


Il Campo de li Giochi

Il Campo de li Giochi

L’impianto di via Nazario Sauro, oggi intitolato ai due grandi della Quintana, Marcello Formica e Paolo Giusti, venne completato nel 1929, anno VII dell’era fascista, e inaugurato l’anno successivo come "Stadio del Littorio". Nel 1936 venne intitolato a Dandolo Gramellini, folignate che cadde in combattimento durante la guerra di Spagna. Dopo la Liberazione divenne semplicemente "Stadio Comunale" e scomparve il busto dedicato a Gramellini che si trovava all'ingresso. Durante la lettura del Bando, veniva chiamato “Campo de li Giochi” fin dal 1946, ma è solo di recente che ha assunto questa denominazione in via ufficiale. Fino al 1983, anno in cui venne completato il nuovo Stadio Comunale in località Santo Pietro, oggi dedicato ad Enzo Blasone, la Quintana ha condiviso l’uso del campo con il Foligno Calcio, ragion per cui i cavalli dovevano galoppare sull’erba e su un terreno facilmente allentabile dalle piogge, causa di numerose e a volte drammatiche cadute. Nonostante il trasferimento del Foligno Calcio nel nuovo impianto, l’uso promiscuo del vecchio stadio proseguirà fino alla fine degli anni '90, per l’utilizzo del campo da parte di squadre minori. Conseguito finalmente l’uso esclusivo del terreno per la Giostra della Quintana, si sono potute apportare importanti modifiche al circuito di gara: la pista è in terra battuta, sopraelevata rispetto al resto del campo e con le curve leggermente paraboliche, condizioni che hanno permesso di raggiungere tempi di Giostra mai registrati prima e di limitare notevolmente le cadute, che erano invece frequenti negli anni precedenti.[3]




Il Bando di Giostra

Il Bando sopra la pubblica Giostra da porsi in Fuligno, compilato nello stile dell’epoca, viene letto la sera del Corteo Storico e il giorno successivo al Campo de li Giochi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Giostra della Quintana: Il Bando di Giostra

Il Corteo delle Rappresentanze Rionali

A differenza della Giostra, il Corteo non è una replica o una rivisitazione di un evento svoltosi nel '600, ma si tratta di un elemento introdotto nel 1946 come presentazione al pubblico della manifestazione dal punto di vista scenico e spettacolare. In esso confluiscono costumi e bandiere, Dame e Cavalieri, cavalli e carri, tamburini, trombettieri e sbandieratori e tutti quegli elementi che contribuiscono a rappresentare uno spaccato della realtà dell'epoca, in una scenografia di addobbi, luminarie e colori, che fanno calare il pubblico nell'atmosfera seicentesca. Il primo Corteo Storico, del 14 Settembre 1946, era composto da circa 90 personaggi in costume:

[...] "da Palazzo Trinci si snoda il corteo dei dieci Rioni: Tamburini in testa, seguiti dal Maestro di Campo, dai Capitani del Popolo e dai dieci rappresentanti dei Rioni, partecipanti alla Giostra, a cavallo, guidati da un Palafreniere. A chiudere il carro trionfale, dove in piedi ed in perfetto costume del tempo, sono i Trombettieri e le dieci Dame dei Rioni con le lance che all’indomani avrebbero dovuto consegnare ciascuna al proprio Cavaliere prima della corsa ed il Palio destinato in premio al Rione vincente."
Precedentemente, a mezzo stampa o con manifesti affissi in Città, i cittadini residenti lungo le vie del percorso del Corteo, vennero pregati di "addobbare le finestre ed i balconi, possibilmente illuminandoli con fiaccole o lampioncini". Si prescriveva inoltre di "tenere sgombre le strade del percorso da veicoli od altro e di mantenersi sui marciapiedi o lungo i muri, evitando intralci al procedere del Corteo."

L'itinerario seguito dal primo Corteo Storico fu: Piazza del Comune[4], via Principe Amedeo[5], Largo Frezzi, Piazza san Domenico, via Mazzini, via Cairoli, via Chiavellati, Corso Cavour, Piazza del Comune.

La composizione del Corteo era molto diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi; anch'essa ha subito modifiche e variazioni, sia per quanto riguarda la composizione dei singoli Rioni, l'ordine di sfilata ed il numero di figuranti, che per quanto riguarda l'attinenza dei costumi al periodo storico di riferimento. Non era infatti inusuale, nei primi anni, vedere capi d'abbigliamento di periodi storici diversi anche addosso ad uno stesso figurante. Nel 1949 viene istituita una commissione per valutare l’insieme storico, artistico e disciplinare, ovvero l’aderenza dei costumi al periodo storico, la disciplina, la disinvoltura e la marzialità dei figuranti: “Il Corteo non è né un funerale, né un gregge, né una mascherata carnevalesca; ma va inteso nel suo senso storico”, si legge nel testo del regolamento artistico. La stragrande maggioranza dei costumi venivano affittati a Roma, a Cinecittà o nei teatri della Capitale, e spesso la foggia non corrispondeva al periodo storico di riferimento, ed abbracciava vari secoli prima e dopo il ‘600. La severità nei giudizi della Commissione Storico-Artistica ha senz’altro prodotto nel tempo ottimi risultati; oggi, infatti, c'è una grande attenzione riguardo il confezionamento dei costumi che si attengono rigorosamente al periodo storico, ovvero ad un periodo in cui Foligno era parte dello Stato Pontificio ed in cui era forte l'influenza spagnola; oggi ogni Rione ha la sua sartoria e i costumi sono tutti di proprietà.
Per quanto riguarda il Corteo, attualmente è disciplinato da un regolamento che stabilisce, entro una certa tolleranza, la composizione e la struttura delle rappresentanze rionali:

Apre il Gruppo Politico, ovvero il Priore con il Consiglio e il suo seguito di valletti.
Segue il Gruppo Nobiliare, nel quale figurano gentiluomini, le Dame e la Dama di Giostra, con il seguito di paggi e valletti.
Il Gruppo Equestre è determinato dalla presenza del Cavaliere di giostra con il suo padrino, il portalancia, il portanome ed altri cavalieri di scorta.
Ogni Rione esibisce una compagine di tamburini e di trombettieri.
L’Alfiere rionale, in genere, apre tutto il gruppo, che può essere anche preceduto dal porta-targhe, dove sono raffigurati gli stemmi di ciascun Rione.

Il Corteo, governato dai Cerimonieri del Comitato Centrale con la collaborazione di quelli rionali, percorre le strade cittadine, secondo un itinerario prestabilito, lungo il quale sono disseminati archi trionfali e luminarie particolari. Sono circa un migliaio le persone che in costume danno vita a questo momento così spettacolare e così ricco di suoni e di colori. Di particolare rilevanza è la presenza obbligatoria nel Corteo del Comitato Centrale, anche detto "undicesimo Rione", non competitivo. Per essere più precisi, la definizione Comitato Centrale riguarda il corpo di Magistrature al completo di tutti i membri di diritto e designati. Ma i Priori rionali sfilano ciascuno con il proprio Rione, quindi, nell’ambito del Corteo, appare in pubblico il Direttivo dell'Ente, formato da Presidente, vice-Presidente e i dieci magistrati del Consiglio, e gli altri appartenenti ad esso, secondo quanto stabilisce la normativa. In questo gruppo sono presenti il Gonfalone della città e dell’Ente ed una rappresentanza delle Pubbliche Istituzioni, cioè il Sindaco ed alcuni assessori. Anche il Comitato Centrale è accompagnato dalla compagine di tamburini, di trombettieri e di altro personale nobiliare e subalterno. L'ordine di sfilata dei Rioni è stabilito in base al piazzamento nella Giostra precedente.


Galleria foto Corteo Storico



Regolamento di Giostra

Nel corso degli anni, il Regolamento di Giostra ha subito diverse modifiche, alcune minori, altre di maggior impatto, dettate perlopiù dalla necessità di adeguamento alle nuove situazioni man mano che si presentavano. Ad esempio, le prime Giostre si correvano su una pista ovale e la Statua era posta sotto la tribuna. La modifica del tracciato, da un ovale ad un “8”, si deve, più che alla volontà di aumentare la difficoltà, all’accoglimento delle proteste del pubblico che per la gran parte non riusciva a vedere il momento dell’infilzamento dell’anello. Si è anche dovuto tener conto della crescente bravura dei Cavalieri, delle nuove tecnologie e dei vari ricorsi che sono stati presentati nel corso degli anni contro un Regolamento che lasciava spazio ad interpretazioni.

Lo stesso argomento in dettaglio: Giostra della Quintana: Il Regolamento di Giostra


Eventi

Dalla seconda edizione della Giostra, si cominciò a delineare la sequenza degli eventi, facenti parte del complesso cerimoniale. Il Sabato a mezzogiorno si esposero le bandiere rionali sul balcone del Palazzo Municipale, la sera alle 21 si dette lettura del Bando, prima dell’inizio del Corteo; la Domenica, sfilando per raggiungere il Campo, si passò davanti alla Cattedrale, dove ciascun cavaliere ricevette la benedizione del Vescovo. Da allora numerose rivisitazioni, innovazioni, aggiunte e correzioni hanno modificato il cerimoniale rendendolo sempre più affascinante. Oggi tutte le vie del Centro Storico vengono imbandierate, con i colori del rispettivo Rione, con largo anticipo (è tradizione che tutti i Rioni lo facciano durante la "notte delle bandiere", in modo che la Città si risvegli al mattino pavesata a festa) e durante le due settimane che precedono ciascuna Giostra aprono le dieci caratteristiche Taverne rionali; si è curata con particolare attenzione la scenografia degli eventi che si susseguono di fronte ad un pubblico sempre più entusiasta.

Al presente, fanno parte degli eventi legati alla Giostra della Quintana, durante le due settimane che precedono ciascuna tenzone:

- Il saluto e lo scambio dei doni tra l’Autorità Ecclesiastica e quella Civile, costituita dalla rappresentanza del Comune e dell’Ente Giostra.
- La notte delle bandiere, lungo le vie del centro.
- Esposizione del drappo dal balcone del Palazzo Comunale.
- Esibizione "Sbandieratori e Musici Città di Foligno", in Piazza della Repubblica.
- Apertura delle Taverne rionali.
- Convivio in onore di Dama e Cavaliere, in ciascuna delle dieci Taverne.
- Presentazione del Palio di Giostra, in Piazza della Repubblica.
- Fiera dei Soprastanti, lungo le vie più caratteristiche del centro storico, in Settembre.
- Palio della Filomè, in Piazza della Repubblica.
- Gara dei Tamburini, in Piazza della Repubblica.
- Staffetta del Popolano, gara di corsa tra rionali, in Settembre.
- Notte Barocca, per le vie della città, in Settembre.
- Disfida di San Rocco, in Piazza san Domenico, in Giugno.
- Festa rievocativa di San Rocco, presso il Rione Cassero, Piazza san Domenico, in Settembre.
- Battesimo rionale, presso ciascun Rione.
- Corteo delle rappresentanze rionali, lungo le vie del centro storico.
- Lettura del Bando e benedizione dei Cavalieri, in Piazza della Repubblica.
- Sorteggio dell'ordine di partenza, in Piazza della Repubblica.
- Annullo speciale delle Poste Italiane, presso il "Quintana Point", Corso Cavour.
- Giostra della Quintana al Campo de li Giochi.
- Consegna del Palio al Rione vincitore.
- Premiazione in Piazza della Repubblica.

Sono anche previsti, per tutto il periodo che precede la Domenica di Giostra, incontri culturali, esibizioni di artisti, e concerti.



Manifestazioni collaterali

Il Gareggiare dei Convivi

Dagli inizi degli anni '70, i Rioni cominciarono a dotarsi di una Taverna, ricavata da un locale dei numerosi palazzi seicenteschi della Città, in cui poter consumare cibi semplici nell'atmosfera medioevale. L'evoluzione di questo fenomeno fu rapida e costante, già nel 1976 si istituì la prima "Gara Gastronomica" tra i Rioni, i cibi proposti erano diventati più complessi e più aderenti al periodo storico. Nel corso degli anni, le Commissioni Artistiche rionali si sono addentrate sempre di più nella conoscenza di quello che era il "banchetto barocco" studiando sui testi dell'epoca non soltanto i segreti della preparazione dei cibi, ma anche l'addobbo, la presentazione dei piatti ed il contorno di musici ed attori che allietavano il Principe ed i suoi ospiti. Balli, musiche, rappresentazioni teatrali e spettacoli di magia accompagnano la Giuria durante la degustazione dei piatti, e concorrono al punteggio finale. Il Gareggiare si divide in due manche: a Giugno vengono visitati 5 Rioni ed altrettanti a Settembre, in modo da avere due Rioni finalisti che si contenderanno la vittoria nel periodo del Carnevale successivo. Tre sono i Rioni che si vantano di aver “inventato” le taverne: il Cassero, il Giotti e il Contrastanga. In realtà nel 1968, i dirigenti del Rione Cassero, nello scantinato molto caratteristico di Palazzo Gentili-Spinola vollero approntare in modo rustico una forma di accoglienza con cibi molto semplici. Il successo fu notevole. L’anno seguente la medesima esperienza fu praticata dal Rione Giotti e dal Rione Contrastanga. Bisognerà giungere al 1976 perché le taverne rionali potessero assumere una fisionomia ben precisa. I Rioni divennero, per questa occasione, “pionieri”, ricavando le loro taverne negli angoli più riposti degli antichi scantinati, tanto che fondi e cantine tornarono a risplendere. In linea di massima, esse sono attigue, se non addirittura facenti parte dello stesso complesso edilizio della sede rionale.


Segni Barocchi Festival

Istituita nel 1981, la manifestazione comprende spettacoli musicali, teatrali, cinematografici e mostre in qualche modo improntate al barocco. La ricerca di questo stile nelle arti non si limita al solo ‘600, ma ai suoi influssi o riprese posteriori e contaminazioni. La manifestazione si accompagna a feste in costume, giostre e giochi. Il pretesto è evidentemente la Giostra della Quintana: questa constatazione trovava elementi confermativi della giustezza dell’idea nella considerazione che segni importanti di stile barocco, nella città di Foligno, si rintracciano nella tipologia architettonica, negli interni dei palazzi e delle chiese e nella produzione artistica e letteraria. Si svolge durante il periodo della Giostra della Quintana di Settembre e fino ad ora ha compreso otto edizioni della "Notte Barocca", durante la quale restano aperti negozi, ristoranti, musei e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.


Il Carnevale Ritrovato

La Quintana del 1613, quella di riferimento storico per l'attuale edizione, fu corsa proprio per dar luogo ai festeggiamenti del Carnevale. In Città si segnalava l’apertura del Carnevale esponendo in Piazza Grande la statua detta della Quintana a cura di una famiglia nobile[6] che aveva acquisito questo privilegio che mantenne sino al diciannovesimo secolo. Sempre da documentazione sappiamo che banchetti, balli nei palazzi, carri e mascherate rendevano lieti gli animi dei cittadini e sollecitavano nel contempo le reazioni di coloro che vedevano in queste manifestazioni “gli apparecchi del diavolo” e con appositi riti opponevano al Profano il Sacro, ovvero organizzavano veglie di preghiera e di espiazione. La presenza del Carnevale risulta documentata fino a tutto il secolo XIX, per entrare gradatamente in una zona di silenzio, mentre la Statua non si espone più dal 1834. L’Ente Giostra della Quintana, a partire dal 2001 ha dedicato tre giorni per “ritrovare” questa storica occasione festiva, giorni scanditi in appuntamenti ben circostanziati:

• Esposizione della Statua della Quintana; • Apertura di alcune taverne; • Festa in un Palazzo nobile; • Festa in Piazza o nelle vie della città.

La Statua della Quintana, il simulacro ligneo, su di un carro del Seicento, trainato da bianchi buoi apparati splendidamente, percorre le strade cittadine, seguita da un gran corteggio di personaggi in costume. Nel Palazzo nobile, con Dame e Gentiluomini, in abiti sfarzosi, si intrecciano danze e si ascoltano musiche d’epoca eseguite dal vivo, ci si diverte con intrattenimenti tipici di queste occasioni. In Piazza grande ancora danze, fuochi di artificio, varie festevolezze, fuochi di artificio ed offerta di dolci e di vino. Dal 2012 viene riproposta la gara canora tra i Rioni, il Cantaquintaniere, che, tra goliardia ed autentico talento musicale, vede sfidarsi giovani artisti rionali. Venne proposta per la prima volta nel 1968 e replicata l'anno successivo, poi venne "dimenticata" fino al 2012, quando il Magistrato Lucio Cacace ne propose il ripristino, diventandone il direttore artistico.


La Cena Grande

Come dice il nome, una grande conviviale che ruota intorno all'essenza più vera della manifestazione più importante della Città: lo stare insieme in nome dei valori quintanari: concordia, passione, aggregazione e sano agonismo. Rappresenta l'apertura ufficiale degli eventi dell'anno e si svolge per le vie della Città; ormai rappresenta un appuntamento particolare per i cittadini e per coloro che si trovano come ospiti o di passaggio a Foligno. Alla prima istituzione, era l’anno 2000, si contarono duemilacinquecento persone; adesso l’obiettivo è di superare le partecipazioni dell’anno precedente.


La Fiera dei Soprastanti

Riproposizione dell'antica Fiera che si svolgeva a Foligno[7] fino al 1816, dal 1998 è stata ripristinata per un solo giorno, prima della Giostra di Settembre, e viene presentata con particolare cura ed attenzione ai dettagli, con banchi di vendita costruiti secondo lo stile dell'epoca e merci attentamente controllate per la loro aderenza al periodo storico. Personaggi in costume (I Soprastanti, le "forze dell'ordine" dell'epoca), musici e giocolieri allietano i visitatori che potranno acquistare le merci esclusivamene pagando con la moneta appropriata: il Quattrino di Foligno[8], al cui cambio è deputato l'Ufficiale Depositario.

I PRESIDENTI DELLA FIERA DELLA CITTÀ DI FOLIGNO

Dovendosi celebrare anche in questo anno la
magnifica et antichissima Fiera de' Soprastanti
nel dì 30 Agosto, libera et franca de ogni datio et
gabella; se fa invito alla S. V. Ill.ma ad intervenirvi
con le proprie merci, con avvertimento che sarà be
accolta, trattata e difesa in ogni incontro.
La quale Fiera avrà svolgimento in luogo opportuno
nei pressi del Centro Storico, avendo inizio ad ore 17
et fino alle 24.

In fede. Dato dalla Residenza del Magnifico Cancelliere della Giostra della Quintana


Galleria foto Fiera dei Soprastanti



La gara della Filome’

La Filome’

Possiamo definire la Filome’ come il più semplice e diffuso strumento di aggregazione sociale esistente a Foligno, in periodo di Quintana. Ma che cos’è la Filome’? Innanzitutto, non è un’attività praticabile da astemi; tenuto conto di questa necessaria premessa, tutti i convenuti siedono ad una tavolata, ciascuno col proprio bicchiere davanti. Tutti insieme recitano una filastrocca, che detta i tempi dei movimenti: ogni partecipante dovrà infatti passare il proprio bicchiere alla persona alla sua destra, ricevendo al contempo il bicchiere della persona alla sua sinistra. Prima o poi qualcuno, inevitabilmente, incespica e interrompe la catena; lo “sventurato” dovrà pagare pegno, bevendo un bicchiere di vino. Ovviamente, sta poi al senso di responsabilità dei convenuti evitare di eccedere nel consumo di alcolici e uscire dal banchetto in preda ad un’ebbrezza potenzialmente pericolosa.

La “penitenza” viene accompagnata da un breve ritornello, che rappresenta il “brindisi propiziatorio”:

Se l’è bevuto tutto e non j’ha fatto male / l’acqua fa male lu vino fa canta’

a cui fa immediatamente seguito, per l’inizio di un nuovo giro, la filastrocca:

Filome’ / Filome’ / voglio stare / accanto a te / sul sofà / sul sofà / con lo zigolo-zigolo-zà.

L’ultima strofetta è più lunga, perché prevede un “passaggio a vuoto”, ovvero il bicchiere non viene passato, ma tenuto in mano, per un solo passaggio. E’ a questo punto che, di solito, qualcuno s’imbroglia interrompendo la catena.

La gara

La gara della Filomè

La gara si svolge tra i dieci rioni della Giostra della Quintana. Ogni rione partecipa con due popolani (in totale venti persone) in costume che prendono posto, secondo sorteggio, al tavolo di gara. Dopo il brindisi propiziatorio i concorrenti iniziano la gara. La gara si svolge cantando la filastrocca in modo tradizionale fino all’ eliminazione di dieci giocatori. Si continua effettuando un giro tradizionale ed un giro muto finché rimangono in gara cinque giocatori, i quali si sfidano con un giro tradizionale, uno muto ed uno al contrario, fin quando non rimangono in gara due giocatori. Gli ultimi due partecipanti si sfidano con due bicchieri (uno per mano), eseguono un giro tradizionale, uno muto ed uno al contrario, fino a sancire il vincitore.

Il giudizio dei sei giudici dell’Ente Giostra Quintana che presiedono il Palio è inappellabile!

Ogni errore del concorrente, giudicato tale dalla Giuria, comporta una penalità.

Sono fonte di penalità i seguenti errori:

  • errore nel maneggiare il bicchiere;
  • non cantare la filastrocca;
  • tenere il braccio non utilizzato sopra il tavolo;
  • passare il bicchiere al concorrente accanto creando difficoltà a quest’ ultimo;
  • polemizzare in maniera esagerata o insistente contro una decisione della Giuria.


Albo d'oro della Filome'

Edizione Rione Vincitore Edizione Rione Vincitore Edizione Rione Vincitore Albo d'oro
1995 Spada Fabio Amato 2005 Badia Stefano Petesse 2015 Croce Bianca Elia Crobeddu 2
1996 Badia Chiara Ceccucci 2006 Badia Alessia Casalini 2016 - 1 Ammanniti Michele Stella 12
1997 Badia Alessandro Metelli 2007 Ammanniti Luca Reali 2016 - 2 Croce Bianca Giacomo Ceccarelli 1
1998 Badia Alessandro Metelli 2008 Badia Andrea Radi 2017 - 1 Croce Bianca Elia Crobeddu 4
1999 Pugilli Ivano Bruschi 2009 Badia Stefano Petesse 2017 - 2 Contrastanga Nicola Ferri 7
2000 Badia Alessandro Metelli 2010 Croce Bianca Anonimo 2018 - 1 Croce Bianca Martina Fancelli
2001 Badia Alessandro Metelli 2011 Pugilli Anonimo 2018 - 2 Cassero Alessandra Fieschi
2002 Badia Alessandro Metelli 2012 Contrastanga Emiliano Belmonte 2019 - 1 Croce Bianca Greta Cimarelli
2003 Badia Alessandro Metelli 2013 Contrastanga Emiliano Belmonte 2019 - 2 Contrastanga Nicola Ferri e Luca Severini Ex Aequo 2
2004 Croce Bianca Carlo Carini 2014 Badia Sara Meloni 2020 - 1 1

Il Palio di San Rocco

La "corsa dei somari", goliardicamente organizzata dal Rione Cassero, è ormai parte di diritto del programma ufficiale degli eventi collaterali alla Giostra della Quintana. Si svolge nei periodi di Giugno e Settembre, in Piazza San Domenico, e vede i rappresentanti dei dieci Rioni sfidarsi in groppa a degli asini. Nel “Palio di San Rocco”, in dettaglio, ogni rione – che per l’occasione assumono una diversa denominazione – sarà rappresentato da tre popolani ed un somarello. Ad ogni manche prendono parte cinque rioni, dei quali i primi tre classificati accedono alla finale. A questa partecipano quindi sei rioni, dai quali al termine della curiosissima corsa esce il vincitore.


La Gara dei Tamburini

I tamburini dei dieci Rioni si sfidano in Piazza, sotto gli occhi di un'apposita ed attenta Giuria, che decreta quale delle formazioni merita il premio del "pistillo d'argento".


Il Mas Galano

Premio riservato al Cavaliere che si distinguerà dagli altri per l'abbigliamento e la nobiltà del portamento, contrariamente alle altre manifestazioni rievocative, come il Palio di Siena, in cui il premio è destinato al figurante, senza distinzione di categoria.


I Protagonisti

I Cavalieri

Per la prima edizione della Giostra del '46, gli "esperti cavallerizzi" dovettero presentare domanda di iscrizione presso il comitato dei festeggiamenti. Non abbiamo modo di verificarlo, ma probabilmente vennero assegnati in maniera casuale ai Rioni, ipotesi supportata dal fatto che, negli anni immediatamente successivi, molti di loro cambiarono Rione più volte. La partecipazione era gratuita, supportata dallo spirito di competizione ed animata da un pizzico di sana follia. Tra i primi Cavalieri "stabili" in uno stesso Rione troviamo Marcello Formica, che negli anni 1951-1960 fece le fortune del Croce Bianca, vincendo ben 7 Palii; Paolo Giusti, che per 9 anni prosegui il rapporto con il Contrastanga di cui dal 1948 era Cavaliere il padre Cruciano (morto nel '55 per un incidente con un cavallo), prima di iniziare una lunga e fruttuosa collaborazione con il Morlupo; Mario Margasini, che fu Cavaliere dell'Ammanniti dal 1960 al 1976, Amedeo Ciancaleoni, che fu Cavaliere e Priore del Giotti dal 1966 al 1975. Le prime "voci" di un "ingaggio" per i Cavalieri di Giostra iniziano a diffondersi verso la metà degli anni '70, quando vengono chiamati a giostrare per la Quintana i primi Cavalieri "stranieri", i faentini Gianfranco Ricci per il Cassero e Mario Giacomoni per l'Ammanniti, ma troveranno conferma solo nel 1982 quando Fabio Cruciani del Contrastanga passò, dietro compenso, al Badia. Da allora è diventata pratica comune stipulare dei veri e propri contratti tra Rione e Cavaliere, tenendo anche conto del fatto del progressivo crescente impegno in termini di spostamenti ed allenamenti. In alcuni periodi la presenza "straniera" di Cavalieri nella Giostra della Quintana è stata piuttosto forte; diversi sono stati i Cavalieri provenienti da Città dove si svolgono Giostre simili alla nostra: Faenza, Arezzo, Servigliano, Ascoli Piceno, Narni. Negli ultimi anni si assiste al percorso inverso, sono infatti i Cavalieri della Scuola Ippica Folignate a farsi valere nelle Giostre di queste Città, in particolare alla Quintana di Ascoli Piceno. I Cavalieri più vittoriosi della Giostra della Quintana sono Marcello Formica e Paolo Giusti, con 12 Palii ciascuno, di cui uno ex-aequo e Paolo Margasini con 11 Palii[9].


Galleria foto Cavalieri di Giostra


Le Dame

Essere la "bellissima e gentilissima Dama" per il cui "continuato favore" i Cavalieri si sfidano è senz'altro stato fin dall'inizio un vanto per le ragazze e le donne scelte ad interpretare questa parte all'interno del proprio Rione. Sarebbe scortese nominarne alcune e non altre, perchè tutte hanno dato, sempre, un tocco di grazia e bellezza, ingentilendo il Corteo coi loro sorrisi e gli abiti meravigliosi. Tuttavia giova ricordare un periodo, tra la fine degli anni '90 ed i primi del 2000, in cui, in competizione tra loro anche su questo, i Rioni scelsero di ingaggiare delle Dame "VIP", togliendo la scena alle folignati. Ricordiamo Melba Ruffo, prima Madrina della Giostra e quindi Dama dal Rione Croce Bianca che, dopo di lei, ingaggiò la "bizzosa" Eleonora Brigliadori che sfilava accompagnata dalla guardia del corpo e quindi Federica Moro, attuale Madrina della Giostra; le varie Ramona Badescu, Samantha De Grenet, Dalila Di Lazzaro, Barbara D'Urso, che fu Madrina nel 2001, e molte altre, decisamente meno note, anche se "VIP", almeno a giudicare dall'"ingaggio". Si tornò presto alla "normalità", anche per le perplessità del pubblico, mantenendo la sola figura della Madrina della Giostra, nella persona di Federica Moro (Miss Italia 1982), e restituendo il meritato spazio alle bellezze cittadine.


Galleria foto Dame


I Cavalli

Dalle prime edizioni della Giostra apparve subito evidente che l'abilità del Cavaliere non è l'unica componente necessaria per il conseguimento della vittoria; l'altra componente è il Cavallo, protagonista indiscusso della Giostra al pari del suo Cavaliere. In effetti, l'espressione più usata, e senz'altro più corretta, è "binomio", intendendo Cavallo e Cavaliere. Come già ricordato, i primi Cavalli impiegati per la Giostra non erano "del mestiere", ma ben presto si cominciò a cercare animali più adatti per questo genere di competizione. I continui progressi nell'evoluzione della Giostra e nella sistemazione della pista, hanno indirizzato le scelte dei Rioni verso Cavalli veloci, resistenti ed affidabili. I purosangue erano considerati troppo veloci per le caratteristiche della pista (uscivano spesso di pista), almeno fino alla metà degli anni '90, e si preferivano i sangue-misto Anglo-Arabi o Anglo-Arabo-Sardi; con la completa risistemazione della pista e soprattutto con la modifica delle curve, la Giostra della Quintana è diventata terreno per dei magnifici purosangue, che al momento rappresentano il 100% dei Cavalli in gara. Il primo Cavallo plurivittorioso fu Piccolo, che vinse 7 Giostre, una con lo Spada e 6 con il Croce Bianca (con Marcello Formica), poi fu la volta del binomio Paolo Giusti-Draghetto che vinsero 5 Palii per il Morlupo. Nabucco vinse 5 Giostre, 3 per il Morlupo e 2 per il Contrastanga mentre, in tempi più recenti, Bolero IV corse 23 Giostre vincendone 5 con Cavalieri diversi e diventando l'assoluto protagonista della Giostra per oltre un decennio; nello stesso periodo si affermava il binomio dello Spada, Gianfranco Ricci-Piccolo Fiore, vincitori di 3 Giostre. Negli anni '90 la sfida è tra Pazosu de Zamaglia del Cassero, meraviglioso e velocissimo ma vincitore di una sola Giostra, e Ca' Granda del Pugilli, con cui Paolo Margasini vinse 6 Palii, e che purtroppo si infortunò durante la Giostra della Rivincita del 1999. Nei primi anni del 2000, l'Ammanniti centra 3 vittorie consecutive col binomio Riccardo Conti-Lady Mix, per il Croce Bianca si afferma Scala Minore, vincitrice di 2 Giostre, mentre il binomio Lorenzo Paci-Go Betty Go del Pugilli riporta a casa un solo Palio. Al momento attuale sono diversi i Rioni ad avere una Scuderia propria, in cui soggiornano, per tutto l'anno, non solo il Cavallo di Giostra ma anche Cavalli di "riserva", animali più giovani da addestrare e molto spesso anche quelli che hanno concluso la loro carriera. L'utilizzo dei Cavalli per le manifestazioni storico-equestri come la Giostra della Quintana, è stato spesso osteggiato da Associazioni Animaliste, in particolare dopo incidenti che hanno coinvolto i Cavalli. Per la tutela della salute degli animali, sono previsti severi controlli anti-doping ad ogni Giostra.


La Lancia

La lancia di Giostra (di sezione rotonda anche nel puntale eccetto alcune fra le più vecchie che hanno ancora punta quadrangolare), come previsto dall’attuale Regolamento di gara all’articolo 12, ha le seguenti caratteristiche: lunghezza 3.150 millimetri; diametro 24-26 mm; peso kg. 2,00 - 3,00; impugnatura a 1600 - 1700 mm dal puntale; bandierina a forma di triangolo isoscele da mm 150 x 220, fissata alla distanza di mm 280 dal puntale. Ad accertarne la regolarità è la Giuria, che procede alle misurazioni ed alla punzonatura. Le operazioni si svolgono nella sede del Comitato Centrale, il pomeriggio del giovedì o venerdì antecedenti la Giostra, insieme con i costumi che i Cavalieri indosseranno per la gara. La lancia utilizzata oggi dai Cavalieri della Quintana di Foligno deriva dalla lancia dei Reggimenti di Lancieri, nell'Arma di Cavalleria, tutt'ora esistenti nel nostro Esercito. Nel Museo dell'Ente Giostra della Quintana è conservata un esemplare di lancia modello 1900, donata dall'Esercito. La “lancia italiana modello 1900” è la terza ed ultima lancia d’ordinanza dell’Esercito Italiano che sostituì a partire dall’anno 1902 la precedente versione (lancia da cavalleria modello 1870) in legno di frassino. La modello 1900, interamente metallica, è stata utilizzata in operazioni durante la Prima Guerra Mondiale e successivamente solo per le cerimonie ed i servizi di rappresentanza. Ancora oggi, nei Reggimenti di Cavalleria dell’Esercito Italiano tale lancia viene utilizzata, sia a piedi sia a cavallo, durante le cerimonie. Ciò anche nella considerazione che lancia costituisce il principale simbolo dell’Arma di Cavalleria (infatti il fregio indossato dagli appartenenti a tale Arma è costituito appunto da due lance modello 1900 incrociate). La lunghezza totale è di 3.150 millimetri, la lunghezza della punta è di 135 millimetri ed il peso medio raggiunge 2.300 grammi. Una curiosità: all’interno della lancia (un tubo cilindrico di acciaio dolce, che è vuoto) sono disposti cinque o sei fogli di carta asciugante arrotolati e distribuiti per tutta la sua lunghezza allo scopo di attenuare la sonorità dell’arma.


Gli Anelli

Al pari del simulacro il cui nome ha fornito la denominazione della Giostra, Quintana appunto, gli anelli sono l’altro simbolo inconfondibile della tenzone cavalleresca di Foligno. Se in origine gli anelli da giostra erano di legno tornito o in tondino di ferro; con la frangia quasi sempre presente, intrecciata sull’anello stesso con i colori dell’araldica locale, oggi sono costituiti da cerchi in tubolare di alluminio, con un diametro in sezione di 10 mm. e spessore di 1 mm., lavorati ancora oggi esclusivamente a mano, nelle tre misure necessarie di otto, sei e cinque centimetri di diametro interno. Sono colorati con fasce bianche e rosse, i colori dell’araldica di Foligno, e sulla parte bassa, attraverso un leggera fenditura sono inseriti dei fili anch’essi bianco-rossi che formano una frangia ben visibile quando l’anello è appeso al braccio della statua della Quintana.


I Palii

Il discusso Palio di Jeffrey Isaac

Il Palio è il simbolo della Vittoria e nella Giostra della Quintana tutto ruota intorno ad esso. Fin dalla prima edizione della versione moderna, nel 1946, il Palio ha evidentemente costituito l'obiettivo finale. Oggi, al di là dell'essere espressione primaria del successo del rione, il Palio ha finito con il diventare una vera e propria opera d'arte, tanto che la Quintana - come solo poche manifestazioni in Italia - può esibire una vera e propria galleria d'arte moderna firmata da artisti importanti. Fino al 1981, pur nella dignità dell’assetto iconico, lo schema figurativo dei drappi non era caratterizzato da una particolare tendenza di stile individualmente artistico. In questo periodo nel Palio si volle congiungere al segno della vittoria l'espressione pittorica di artisti celebrati e qualificati quali Salvatore Fiume, Pietro Annigoni, Domenico Purificato, Remo Brindisi che nel corso del tempo hanno lasciato la loro preziosa traccia su un oggetto così conteso. Tutti i Palii sono dipinti, meno quello commemorativo del cinquantennale (settembre 1996) che è ricamato a mano. Era d'uso, fino agli anni '80, mostrare in pubblico i palii vinti durante il Corteo Storico; ora sono tutti gelosamente custoditi nelle Sedi Rionali dove hanno dei locali dedicati. Un Palio, e precisamente quello che avrebbe dovuto essere consegnato al vincitore della Rivincita 2004, fu oggetto di contestazioni da parte di diverse componenti della società civile e religiosa della città, con particolare riferimento alla Diocesi di Foligno; il Palio in questione infatti, dipinto dall'artista newyorkese Jeffrey Isaac, raffigurava San Feliciano nudo a Cavallo. La decisione di non assegnare questo Palio fu presa non con l'intenzione di denigrare il lavoro dell'artista, peraltro conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, ma con l'intento di recepire le osservazioni che venivano dalle suddette componenti. Per risolvere pacificamente la questione, l'Ente Giostra decise di trattenere presso di sè il Palio "incriminato" e di incaricare successivamente l'artista , per la Giostra della Sfida 2009, di realizzare un altro Palio.






Galleria foto Palii di Giostra


Media

Oltre al sito ufficiale dell'Ente Giostra della Quintana ed alla pagina Facebook, la Giostra della Quintana ha una sua trasmissione dedicata su Umbria TV, Canale 10 del Digitale Terrestre, e sul web: Quintana Channel è un contenitore di informazioni, interviste, dietro le quinte, anticipazioni ed appuntamenti, condotto da Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri, con la collaborazione di Claudio Bianchini, Luca Marinangeli, Lucio Cacace e Leonardo De Mai.


Note

  1. In qualche testo è riportato come l'85° anniversario, ma una copia del documento originale, pubblicata in uno dei testi che fanno parte della Bibliografia, specifica senza ombra di dubbio che si tratta dell'80°.
  2. L'attuale Presidente è Domenico Metelli.
  3. L’artefice di questa opera è Marco Cardinali, presidente della Commissione Tecnica dal 2000.
  4. L'attuale Piazza della Repubblica.
  5. L'attuale via Gramsci.
  6. vedi pagina dedicata: Famiglia Gregori
  7. vedi pagina dedicata Fiere a Foligno nello Stato Pontificio
  8. vedi pagina dedicata Zecca di Foligno
  9. vedi pagina dedicata Statistiche

Bibliografia

"I Rioni di Foligno - Tradizione e Storia" - Bruno Martinelli - Associazione Orfini-Numeister - Foligno 1994
"Rione Spada - Giostra della Quintana 1946" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 2007
"Giostra della Quintana 1946 - I protagonisti" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 1996
"1946:nonsoloquintana" - Lanfranco Cesari, Domenico Doni, Franco Bosi - Foligno 1996
"Discorso della Città di Foligno - Cronologia dei Vescovi, Governatori, e Podestà, ch'hanno retto essa Città." - Lodovico Jacobilli - Foligno 1646
La Gazzetta di Foligno
Ente Giostra della Quintana
Sito "Quintana di Foligno"
"Qui - Brochure ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno" - A cura di Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri
"Il Cittadino" - Periodico di costume, arte, cultura e turismo
Con il gentile contributo di Ivano Bruschi e Silvio Ceccarelli

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