La riesumazione della Giostra della Quintana: differenze tra le versioni
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=== L'Inquintana: Giostra carnevalesca di Cavalieri Folignati === | === L'Inquintana: Giostra carnevalesca di Cavalieri Folignati === | ||
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | <poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | ||
''Se in Italia, com’ebbe a dire giustamente il Carducci, la cavalleria non attecchì, pur tuttavia si ebbero un pò dapertutto e in tutti i tempi, delle manifestazioni che ci ricordano, in qualche modo, la grande cavalleria di Francia. A che tante giostre e tanti tornei, se non per divertire il pubblico che accorreva sempre numeroso, e per risolvere questioni diverse d'onore e d'amore, sorte tra nobili e nobili, tra cavalieri e cavalieri? L’origine dell’Inquintana si perde, secondo alcuni, nelle tenebre del medio evo; ma di essa invero, non si ha notizia che dal 1461. Scopo precipuo della giostra, per esser questa ripresa ogni anno il 17 Gennaio, primo giorno di carnevale, dovette esser il semplice spasso popolare che si protraeva fino al giorno delle Ceneri. Ma da una memoria del 1613, in cui si parla di una contesa sorta tra i Priori della città, se il cavaliere d’onore debba tener più alla grazia del principe o al favore di una gentilissima dama, possiamo sospettare che altre gare sian sorte, per risolvere altre questioni d’amore e di gentilezza, come era costume in quei paesi, dove la cavalleria ebbe il suo naturale sviluppo.'' | <small>''Se in Italia, com’ebbe a dire giustamente il Carducci, la cavalleria non attecchì, pur tuttavia si ebbero un pò dapertutto e in tutti i tempi, delle manifestazioni che ci ricordano, in qualche modo, la grande cavalleria di Francia. A che tante giostre e tanti tornei, se non per divertire il pubblico che accorreva sempre numeroso, e per risolvere questioni diverse d'onore e d'amore, sorte tra nobili e nobili, tra cavalieri e cavalieri? L’origine dell’Inquintana si perde, secondo alcuni, nelle tenebre del medio evo; ma di essa invero, non si ha notizia che dal 1461. Scopo precipuo della giostra, per esser questa ripresa ogni anno il 17 Gennaio, primo giorno di carnevale, dovette esser il semplice spasso popolare che si protraeva fino al giorno delle Ceneri. Ma da una memoria del 1613, in cui si parla di una contesa sorta tra i Priori della città, se il cavaliere d’onore debba tener più alla grazia del principe o al favore di una gentilissima dama, possiamo sospettare che altre gare sian sorte, per risolvere altre questioni d’amore e di gentilezza, come era costume in quei paesi, dove la cavalleria ebbe il suo naturale sviluppo.'' | ||
[...] | [...] | ||
''C’è dunque da sospettare che, con la giostra dell’Inquintana, i nostri nobili folignati, dovettero risolvere chi sa quante e quali questioni. Ed anche le donne, da parte loro, avranno stimato degni del loro amore, quelli che avessero dato prova del loro valore nella giostra famosa. Proprio come accadeva ai tempi della grande cavalleria, di cui scrisse così argutamente Goffredo di Monmouth, nell'Historia regum Britanniae. Il 17 Gennaio di ogni anno, sulla piazza maggiore della città, veniva esposto il famoso fantoccio chiamato Inquintana o Saraceno, e che rimaneva lì per tutto il tempo di carnevale. La famiglia dei Baroni Gregori, che fin dal 1570, come leggiamo in un manoscritto favoritoci gentilmente dall'ultima erede, aveva acquistato a titolo oneroso, l’ufficio della custodia della Città con molti privilegi ad essa inerenti, ne era la gelosa custode e conservatrice. "Per tale oggetto", dice il manoscritto, "e per varie somme sborsate dalla suddetta famiglia Gregori alla Comune, viene da questa pagata annualmente la somma di scudi 54", come rilevasi dalla tabella sanzionata dalla Sacra Congregazione del buon governo.'' | ''C’è dunque da sospettare che, con la giostra dell’Inquintana, i nostri nobili folignati, dovettero risolvere chi sa quante e quali questioni. Ed anche le donne, da parte loro, avranno stimato degni del loro amore, quelli che avessero dato prova del loro valore nella giostra famosa. Proprio come accadeva ai tempi della grande cavalleria, di cui scrisse così argutamente Goffredo di Monmouth, nell'Historia regum Britanniae. Il 17 Gennaio di ogni anno, sulla piazza maggiore della città, veniva esposto il famoso fantoccio chiamato Inquintana o Saraceno, e che rimaneva lì per tutto il tempo di carnevale. La famiglia dei Baroni Gregori, che fin dal 1570, come leggiamo in un manoscritto favoritoci gentilmente dall'ultima erede, aveva acquistato a titolo oneroso, l’ufficio della custodia della Città con molti privilegi ad essa inerenti, ne era la gelosa custode e conservatrice. "Per tale oggetto", dice il manoscritto, "e per varie somme sborsate dalla suddetta famiglia Gregori alla Comune, viene da questa pagata annualmente la somma di scudi 54", come rilevasi dalla tabella sanzionata dalla Sacra Congregazione del buon governo.'' | ||
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[...] | [...] | ||
Foligno, 4 agosto 1934 - XII | Foligno, 4 agosto 1934 - XII | ||
Don Ferdinando Merli<ref><small>Professore al liceo classico di Foligno, simpatizzante del fascismo dalla prima ora, venne ucciso la notte del 21 febbraio 1944 da un commando di partigiani slavi.</small></ref> | Don Ferdinando Merli</small><ref><small>Professore al liceo classico di Foligno, simpatizzante del fascismo dalla prima ora, venne ucciso la notte del 21 febbraio 1944 da un commando di partigiani slavi.</small></ref> | ||
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=== I Rioni di Foligno === | === I Rioni di Foligno === | ||
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[...] | <small>[...] | ||
''I ricordi di archivi e di biblioteche, ci dicono che i Rioni, nei quali era divisa la città, erano venti: ciascuno aveva un nome; ciascuno aveva uno stemma, ciascuno un territorio con un nome, che oggi è quasi indecifrabile, e che era custodito da qualche abitante dei Rioni stessi, e che veniva portato in processione in occasione di qualche festa politica, popolare e religiosa.'' | ''I ricordi di archivi e di biblioteche, ci dicono che i Rioni, nei quali era divisa la città, erano venti: ciascuno aveva un nome; ciascuno aveva uno stemma, ciascuno un territorio con un nome, che oggi è quasi indecifrabile, e che era custodito da qualche abitante dei Rioni stessi, e che veniva portato in processione in occasione di qualche festa politica, popolare e religiosa.'' | ||
''Oggi il lodevole desiderio di riesumare i gloriosi ricordi sacri e civili del passato ha indotto alcuni nostri amici a fare delle indagini sul passato di queste nostre tradizioni.'' | ''Oggi il lodevole desiderio di riesumare i gloriosi ricordi sacri e civili del passato ha indotto alcuni nostri amici a fare delle indagini sul passato di queste nostre tradizioni.'' | ||
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''1° Via Pugilli o Poelle; 2° Ponte di Cesare; 3° Gli Spavagli; 4° Il Cassero; 5° Via Franceschi; 6° Via della Mora; 7° Via della Fonte del Campo; 8° Gli Spadagli; 9° Via Falconi; 10° I Giotti; 11° Via Spada; 12° Gli Ammanniti; 13° L'Isola Bella; 14° I Cipischi; 15° La Controstanga; 16° Il Borgo; 17° Via Morlupo; 18° La Piazza Vecchia; 19° Via della Croce Bianca; 20° Via Badia.'' | ''1° Via Pugilli o Poelle; 2° Ponte di Cesare; 3° Gli Spavagli; 4° Il Cassero; 5° Via Franceschi; 6° Via della Mora; 7° Via della Fonte del Campo; 8° Gli Spadagli; 9° Via Falconi; 10° I Giotti; 11° Via Spada; 12° Gli Ammanniti; 13° L'Isola Bella; 14° I Cipischi; 15° La Controstanga; 16° Il Borgo; 17° Via Morlupo; 18° La Piazza Vecchia; 19° Via della Croce Bianca; 20° Via Badia.'' | ||
Foligno, 14 gennaio 1939 - XVII | Foligno, 14 gennaio 1939 - XVII | ||
Mons. Michele Faloci Pulignani | Mons. Michele Faloci Pulignani</small> | ||
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Quello che segue è il manifesto ufficiale del programma relativo alla Giostra. | Quello che segue è il manifesto ufficiale del programma relativo alla Giostra. | ||
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | <poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | ||
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SOCIETÀ' OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO - FOLIGNO | SOCIETÀ' OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO - FOLIGNO | ||
COMITATO FESTEGGIAMENTI “ AUTUNNO FOLIGNATE” | COMITATO FESTEGGIAMENTI “ AUTUNNO FOLIGNATE” | ||
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Chiuderà il corteo il carro trionfale recante il palio, le dame rionali ed i trombettieri. Dopo di che il corteo farà l'ingresso al campo e dopo aver compiuto il giro d'onore, ogni rione si schiererà al centro al posto già prestabilito per effettuare la Giostra. Speciali ordinanze saranno emanate dal locale Ufficio di P.S. e dal Comune per disciplinare, anche nei riguardi dell'ordine pubblico, tutto quanto concerne lo svolgimento della grande manifestazione. | Chiuderà il corteo il carro trionfale recante il palio, le dame rionali ed i trombettieri. Dopo di che il corteo farà l'ingresso al campo e dopo aver compiuto il giro d'onore, ogni rione si schiererà al centro al posto già prestabilito per effettuare la Giostra. Speciali ordinanze saranno emanate dal locale Ufficio di P.S. e dal Comune per disciplinare, anche nei riguardi dell'ordine pubblico, tutto quanto concerne lo svolgimento della grande manifestazione. | ||
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Nonostante il diretto richiamo all’illustre antenata, la Giostra era profondamente differente: non si doveva più colpire il ''Belli Simulacrum'' ma infilare gli anelli che la Statua teneva sotto al pugno serrato. Quella Giostra non avrebbe dovuto essere replicata, ma il successo di quella prima edizione ce l’ha consegnata in tutta la sua bellezza. Oltre quattrocento anni fa la Giostra si disputò per dirimere “''uno strano et hostinato litigio''” cioè l’eterna lotta tra l’Amore e il Potere, attualissima anche ai giorni nostri. E proprio l’Amore e il Potere ricorrono, senza però confrontarsi, anche nella rievocazione riproposta da oltre settant’anni. Amore e Potere della Giostra che si realizzano, come si legge nel Bando dell’avvocato Giuseppe Mancini, nella “''Concordia e l’amore della cittade tutta.''” | Nonostante il diretto richiamo all’illustre antenata, la Giostra era profondamente differente: non si doveva più colpire il ''Belli Simulacrum'' ma infilare gli anelli che la Statua teneva sotto al pugno serrato. Quella Giostra non avrebbe dovuto essere replicata, ma il successo di quella prima edizione ce l’ha consegnata in tutta la sua bellezza. Oltre quattrocento anni fa la Giostra si disputò per dirimere “''uno strano et hostinato litigio''” cioè l’eterna lotta tra l’Amore e il Potere, attualissima anche ai giorni nostri. E proprio l’Amore e il Potere ricorrono, senza però confrontarsi, anche nella rievocazione riproposta da oltre settant’anni. Amore e Potere della Giostra che si realizzano, come si legge nel Bando dell’avvocato Giuseppe Mancini, nella “''Concordia e l’amore della cittade tutta.''” | ||
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I biglietti di invito per le autorità erano dattiloscritti e non stampati e ne vennero spediti circa 20. Il testo del biglietto d'invito era il seguente: | I biglietti di invito per le autorità erano dattiloscritti e non stampati e ne vennero spediti circa 20. Il testo del biglietto d'invito era il seguente: | ||
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | <poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | ||
COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE, 6 Settembre 1946 | <small>COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE, 6 Settembre 1946 | ||
Il 15 Settembre prossimo, per iniziativa della Società di Mutuo Soccorso, la città di Foligno rivedrà, dopo 346 anni, la "GIOSTRA DELLA QUINTANA ". Come allora, dieci cavalieri, in costume seicentesco, scenderanno in campo a contendersi il premio individuale, ed il Palio per il Rione cittadino, da ciascuno di essi rappresentato. La originale e grandiosa statua di Marte, dopo tre secoli di riposo, custodita gelosamente nel palazzo dei Baroni De Gregori, torna di nuovo bersaglio degli aggiustati colpi di lancia dei nuovi cavalieri. | Il 15 Settembre prossimo, per iniziativa della Società di Mutuo Soccorso, la città di Foligno rivedrà, dopo 346 anni, la "GIOSTRA DELLA QUINTANA ". Come allora, dieci cavalieri, in costume seicentesco, scenderanno in campo a contendersi il premio individuale, ed il Palio per il Rione cittadino, da ciascuno di essi rappresentato. La originale e grandiosa statua di Marte, dopo tre secoli di riposo, custodita gelosamente nel palazzo dei Baroni De Gregori, torna di nuovo bersaglio degli aggiustati colpi di lancia dei nuovi cavalieri. | ||
Il Comitato dell'Autunno Folignate si onora di invitare l'Eccellenza Vostra a presenziare lo svolgersi del torneo. | Il Comitato dell'Autunno Folignate si onora di invitare l'Eccellenza Vostra a presenziare lo svolgersi del torneo. | ||
Firmato: il Comitato promotore | Firmato: il Comitato promotore</small> | ||
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Il Comitato dei Festeggiamenti Autunno Folignate, con l'incasso dei biglietti di ingresso al campo dei giochi dell’Edizione dell'anno 1946, dopo aver liquidato le spese sostenute per la Giostra, decise di devolvere la rimanenza in beneficenza. I membri del Comitato dei Festeggiamenti proposero di includere fra i beneficiari anche il Ricovero di mendicità di Foligno. | Il Comitato dei Festeggiamenti Autunno Folignate, con l'incasso dei biglietti di ingresso al campo dei giochi dell’Edizione dell'anno 1946, dopo aver liquidato le spese sostenute per la Giostra, decise di devolvere la rimanenza in beneficenza. I membri del Comitato dei Festeggiamenti proposero di includere fra i beneficiari anche il Ricovero di mendicità di Foligno. | ||
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | <poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 1em;"> | ||
COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE | <small>COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE | ||
On/le Direzione - RICOVERO DI MENDICITÀ FOLIGNO | On/le Direzione - RICOVERO DI MENDICITÀ FOLIGNO | ||
Ho il piacere di comunicarLe che l'assemblea straordinaria dei Soci, riunitasi in data odierna, deliberava all'unanimità di elargire a favore dei ricoverati la somma di lire 10.000 (diecimila) con l’obblico da parte di cotesta Direzione, di voler somministrare ad ogni singolo ricoverato e per il periodo di un mese, un bicchiere di vino. Accludo pertanto assegno bancario per il suddetto importo, con preghiera di accusarcene ricevuta. | Ho il piacere di comunicarLe che l'assemblea straordinaria dei Soci, riunitasi in data odierna, deliberava all'unanimità di elargire a favore dei ricoverati la somma di lire 10.000 (diecimila) con l’obblico da parte di cotesta Direzione, di voler somministrare ad ogni singolo ricoverato e per il periodo di un mese, un bicchiere di vino. Accludo pertanto assegno bancario per il suddetto importo, con preghiera di accusarcene ricevuta. | ||
20 Ottobre 1946 | 20 Ottobre 1946 | ||
IL SEGRETÀRIO | IL SEGRETÀRIO | ||
(Cecchini Feliciano) | (Cecchini Feliciano)</small> | ||
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La risposta del Presidente, Sig. Stinchi Giovanni, fu immediata dando assicurazione, al | La risposta del Presidente, Sig. Stinchi Giovanni, fu immediata dando assicurazione, al Segretario Cecchini Feliciano, della somministrazione del bicchiere di vino il più a lungo possibile. | ||
Segretario Cecchini Feliciano, della somministrazione del bicchiere di vino il più a lungo possibile. | |||
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RICOVERO PROVINCIALE DI MENDICITÀ “UMBERTO 1“ - FOLIGNO | <small>RICOVERO PROVINCIALE DI MENDICITÀ “UMBERTO 1“ - FOLIGNO | ||
Foligno 23 Ottobre 1946 | Foligno 23 Ottobre 1946 | ||
Risposta al Foglio 19/Segr. del dì 20.X.1946 | Risposta al Foglio 19/Segr. del dì 20.X.1946 | ||
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Con ossequio | Con ossequio | ||
IL PRESIDENTE | IL PRESIDENTE | ||
(Stinchi Giovanni) | (Stinchi Giovanni)</small> | ||
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A questa lettera ufficiale, fece seguito la lettera di ringraziamento di uno degli ospiti dell'istituto: | A questa lettera ufficiale, fece seguito la lettera di ringraziamento di uno degli ospiti dell'istituto: | ||
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SPETT. SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO di Foligno | <small>SPETT. SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO di Foligno | ||
Il sottoscritto Guido Mazzola 75enne ricoverato in questo locale Istituto folignate, a mezzo della presente ed in nome dei miei Compagni ricoverati faccio l'umile nostro ringraziamento per il gesto geniale e sensitivo del dono delle 10.000 (mila lire) votate da codesta Nobile e benefica Àssemblea a nostro riguardo. Vogliate gradire sempre i nostri riconoscenti Ossequi. | Il sottoscritto Guido Mazzola 75enne ricoverato in questo locale Istituto folignate, a mezzo della presente ed in nome dei miei Compagni ricoverati faccio l'umile nostro ringraziamento per il gesto geniale e sensitivo del dono delle 10.000 (mila lire) votate da codesta Nobile e benefica Àssemblea a nostro riguardo. Vogliate gradire sempre i nostri riconoscenti Ossequi. | ||
Per i compagni | Per i compagni | ||
Guido Mazzola - 28 Ottobre 1946 | Guido Mazzola - 28 Ottobre 1946</small> | ||
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Versione delle 20:42, 30 ago 2021
Emilio De Pasquale[1] è unanimemente riconosciuto come il riesumatore della moderna Giostra della Quintana, colui cioè che, nel 1946, in occasione degli 80[2] anni di vita della “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno”, propose di inserire, tra le manifestazioni celebrative dell’anniversario della Società, la riedizione di un antico torneo cavalleresco di cui egli presentò gli atti storici: "la corsa alla Quintana", effettuata in Foligno il 10 Febbraio del 1613, in occasione del martedì grasso di Carnevale, descritta in ogni particolare dal cancelliere di quel tempo, Ettore Tesorieri[3]. Il De Pasquale proveniva dalla città pugliese di Andria (come il Tesorieri), veniva descritto come un "assiduo frequentatore della documentazione storica cittadina", ed era stato segretario di Monsignor Michele Faloci Pulignani (scomparso nel 1940). Difficile pensare a qualcuno con competenze msuperiori alle sue nel campo specifico.
Precedenti
Ad essere del tutto onesti, in particolare con la memoria di Monsignor Faloci Pulignani, dobbiamo precisare che non fu tutta farina del sacco di De Pasquale; la Giostra della Quintana era già stata "rispolverata", quarant'anni prima, proprio dall'erudito Monsignore, profondo conoscitore della storia cittadina.
Nel 1906 Monsignor Faloci Pulignani trascrisse e stampò proprio lo "Stimolo Generoso di Virtute", come nuptialia[4] in occasione del matrimonio Ubaldi-Amori.
Il testo "Stimolo generoso di virtute" venne elaborato nel 1613 da Ettore Tesorieri che, invitato dalle Autorità cittadine a proporre una manifestazione in grado di festeggiare degnamente il Carnevale, decise di mettere a frutto alcune ricerche effettuate negli anni precedenti presso gli archivi comunali, e di rispolverare un torneo cavalleresco di cui parlavano alcuni documenti risalenti al 1200 ed al 1400. In pratica, anche la Giostra del 1613, quella presa a modello nel 1946, fu in qualche modo una riesumazione. Il Tesorieri stilò una cronaca dettagliata di quella Giostra, che è giunta intatta fino a noi; si sa di altre Giostre tenutesi successivamente, ma delle quali ci sono giunti solo racconti frammentari.
Nel 1935, in un articolo di cronaca locale del giornale La Fiamma, con il titolo "Ripristiniamo la Giostra dell’Inquintana", venne proposta la ripresa della competizione equestre, come mezzo per richiamare forestieri e rendere più caratteristico il "Settembre Folignate": dell’antico gioco vennero descritte le caratteristiche e l’articolo si concluse con un invito alla Brigata del Turismo di ripristinare la Giostra dell’Inquintana.
A quel tempo, De Pasquale era già segretario di Monsignor Faloci (era infatti giunto a Foligno nel 1930), e fu proprio il prelato a parlargli del suo illustre concittadino, Ettore Tesorieri, e della Giostra del 1613. De Pasquale si mise alla ricerca del documento, lo scovò, e lo lesse con grande attenzione.
Non fu però il solo ad interessarsi alla Giostra della Quintana.
Nel 1934, sulla Gazzetta di Foligno, don Ferdinando Merli pubblicò un articolo dal titolo:
L'Inquintana: Giostra carnevalesca di Cavalieri Folignati
Se in Italia, com’ebbe a dire giustamente il Carducci, la cavalleria non attecchì, pur tuttavia si ebbero un pò dapertutto e in tutti i tempi, delle manifestazioni che ci ricordano, in qualche modo, la grande cavalleria di Francia. A che tante giostre e tanti tornei, se non per divertire il pubblico che accorreva sempre numeroso, e per risolvere questioni diverse d'onore e d'amore, sorte tra nobili e nobili, tra cavalieri e cavalieri? L’origine dell’Inquintana si perde, secondo alcuni, nelle tenebre del medio evo; ma di essa invero, non si ha notizia che dal 1461. Scopo precipuo della giostra, per esser questa ripresa ogni anno il 17 Gennaio, primo giorno di carnevale, dovette esser il semplice spasso popolare che si protraeva fino al giorno delle Ceneri. Ma da una memoria del 1613, in cui si parla di una contesa sorta tra i Priori della città, se il cavaliere d’onore debba tener più alla grazia del principe o al favore di una gentilissima dama, possiamo sospettare che altre gare sian sorte, per risolvere altre questioni d’amore e di gentilezza, come era costume in quei paesi, dove la cavalleria ebbe il suo naturale sviluppo.
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C’è dunque da sospettare che, con la giostra dell’Inquintana, i nostri nobili folignati, dovettero risolvere chi sa quante e quali questioni. Ed anche le donne, da parte loro, avranno stimato degni del loro amore, quelli che avessero dato prova del loro valore nella giostra famosa. Proprio come accadeva ai tempi della grande cavalleria, di cui scrisse così argutamente Goffredo di Monmouth, nell'Historia regum Britanniae. Il 17 Gennaio di ogni anno, sulla piazza maggiore della città, veniva esposto il famoso fantoccio chiamato Inquintana o Saraceno, e che rimaneva lì per tutto il tempo di carnevale. La famiglia dei Baroni Gregori, che fin dal 1570, come leggiamo in un manoscritto favoritoci gentilmente dall'ultima erede, aveva acquistato a titolo oneroso, l’ufficio della custodia della Città con molti privilegi ad essa inerenti, ne era la gelosa custode e conservatrice. "Per tale oggetto", dice il manoscritto, "e per varie somme sborsate dalla suddetta famiglia Gregori alla Comune, viene da questa pagata annualmente la somma di scudi 54", come rilevasi dalla tabella sanzionata dalla Sacra Congregazione del buon governo.
Il fantoccio, che vien conservato ancora nel palazzo Gregori, rappresenta un guerriero più grande del naturale, finemente lavorato in un grosso tronco massiccio. Reca in testa il cimiero ed è armato di corazza. Nella mano destra stringe un breve tronco di legno; col braccio sinistro, regge lo scudo, su cui è intagliato lo stemma del Comune. Il fantoccio veniva posto su di un pernio girevole. "Al suono della campana del palazzo priorale", così leggiamo nel suindicato manoscritto, "li trombetti e i tamburini vanno in casa delli detti Gregori come in atto di ossequio". Sono le otto di sera; i nobili cavalieri entrano in campo. Oltre la magistratura, assiste un pubblico numerosissimo. Ciascun cavaliere, col suo bravo cappello piumato e col suo variopinto mantello, armato di tre lance giunge accompagnato da un padrino e da un trombetta. La giostra incomincia. I due cavalieri che avranno la fortuna di colpire più volte il viso del fantoccio, senza essere colpiti dal suo pugno armato, saranno premiati. Il 26 febbraio 1713, abbiamo i gareggianti divisi in due squadre, in quella dei Cavalieri del Sole e dei Cavalieri dell’Aurora. I cavalieri si chiamano Armidoro il vivace, Leonildo l'animoso, O*mondo[5] l’indefesso, Floridauro l’intrepido, Osman il sollecito, Areonte il forte. I premi fissati sono una collana ed una lancia spezzata[6].
Da un documento, pubblicato nel 1906, apprendiamo notizia di una singolarissima giostra che si svolse l'11 febbraio 1613. Scopo della giostra era di stabilire chi dei signori Priori avesse ragione, circa una questione sorta tra loro. Leggiamo: "Fra varie piacevoli questioni proposteci l’altrohieri in uno accorto non men, gradito ragionamento havuto con i molto illustri signori Priori di questa bella et nobilissima Città di Fuligno, fu a noi dalle Signorie loro domandato: Qual cosa in questo mondo sia di maggior contento a Cavalier d’onore. Al che rispondendosi diversamente, altri dicendo essere la conservazione della Grazia del suo Principe et altri il continuato favore di bellissima e gentilissima Dama, fu cagione, che fra noi nacque un ostinato, et strano litigio. Onde mossi i suddetti Signori, con raro accorgimento commandarono, che per via delle arme si terminasse; et con la vittoria non solo si dovesse 1’oscuro dubbio chiarire, nel riuniti gli animi in un voler concorde, accrescere le communi allegrezze del Carnevale. Però, se alcun valoroso cavaliere per qualunque de' due sopradetti poveri desii di combattere, non isdegna unir le sue con le nostre guerreggianti forze, perchè, oltre l’honore della Vittoria, conseguirà anche il segno del meritato premio. I1 campo et la giornata sono stati già pubblicati ne' bandi di commissione delli medesimi molto Ill.mi Signori." Venti erano i Capitoli che regolavano la giostra. Nel tredicesimo e nel quattordicesimo, erano stabiliti i punti che ogni cavaliere poteva riportare. Il 13°: "Chi ferirà in ciascuno degli occhi della Quintana guadagni quattro botte". Il 14°: "Chi ferirà alto nella testa, cioè dai cigli in su, tre botte; dai cigli in giù, sino alla bocca, due botte; et dalla bocca in giù una botta; e chi ferirà della testa fuori non sia botta". Cinque furono i cavalieri gareggianti, denominati il Turco, il Moro, il Confidente, il Saggio, il Fedele.
Primo vincitore fu il Cavalier Fedele, ossia Sig. Bartolomeo Gregori. Secondo fu il Cavalier Confidente, cioè il Sig. Cesare Bernabò. Al primo toccò, in premio, una Collana d'oro di scudi 6.50, ed al secondo un gioiello di scudi 1.50. Mastro di Campo era il Capitano Aurelio Consoli. Non sappiamo se i Magistrati, i giudici deputati e il cancelliere della comunità, furono sì o no soddisfatti della vittoria dei due Cavalieri. E' certo però che questa non dovette affatto chiarire l’oscuro dubbio dei contendenti, come si auguravano i Magistrati firmatari. Ognuno sarà rimasito con la propria opinione. Ma anche la giostra dell’Inquintana, come del resto tutte le cose di questo mondo, finì. L’1 gennaio del 1834, così il Mancinelli, l’Avv. Meschini, governatore distrettuale, notificando una lettera del Segretario di Stato in data 31 Gennaio dell'anno antecedente, ordinò di "togliersi l’uso di tenere appeso nella piazza pubblica un fantoccio durante il Carnevale, che non poche volte aveva dato causa a sconcerti, e massime perchè la sospensione del medesimo si faceva in un punto centrale della città e in luogo prossimo al Corpo di guardia". La famiglia dei Gregori protestò. Ecco 1’ultima parte della lettera che fu inviata al Vescovo della città. "Malgrado però quest'uso inveterato, questa consuetudine non mai interrotta, si pretende in quest’anno dalla Magistratura di impedire una tale esposizione all’odierno barone Brandolice Gregori, e quasi per via di fatto spogliarlo da tal privilegio. Bramando egli che sia mantenuto questo antico privilegio, si rivolge all’autorità di V.E.R. acciò si degni di ordinare, che venga osservato il solito, e siccome è imminente il detto giorno 17 Gennaro, però supplica degnarsi l’E.V.R. di abbassare prontamente gli ordini opportuni alla Magistratura di Fuligno, e ciò per evitare qualunque inconveniente potesse succedere sul volersi introdurre una novità in pregiudizio della famiglia Gregori, che è in possesso di tal prerogativa. Vari anni sono, il ricorrente sulle jattanze di questa comunità, si rivolse a Monsignor Spinola in allora Delegato di Perugia, e fu onorato del rescritto — che si osservi il solito — del quale ora si fa instanza all’ E.V.R.". Con i consueti ossequi, la famiglia Gregori chiudeva il suo bravo ricorso, che in realtà, approdò a nulla. Così dal 1834, il carnevale folignate perdé la sua vivace e caratteristica fisonomia. Ora il fantoccio è là, in casa Gregori, da tutti dimenticato; e non c'è chi pensi a riportarlo in piazza per altre giostre, com’hanno fatto, or non è molto, gli aretini, per il loro Saraceno.
[...]
Foligno, 4 agosto 1934 - XII
Don Ferdinando Merli[7]
Qualche anno dopo, nel 1939, Monsignor Faloci Pulignani riprese l'argomento, sempre sulla Gazzetta di Foligno:
I Rioni di Foligno
[...]
I ricordi di archivi e di biblioteche, ci dicono che i Rioni, nei quali era divisa la città, erano venti: ciascuno aveva un nome; ciascuno aveva uno stemma, ciascuno un territorio con un nome, che oggi è quasi indecifrabile, e che era custodito da qualche abitante dei Rioni stessi, e che veniva portato in processione in occasione di qualche festa politica, popolare e religiosa.
Oggi il lodevole desiderio di riesumare i gloriosi ricordi sacri e civili del passato ha indotto alcuni nostri amici a fare delle indagini sul passato di queste nostre tradizioni.
Si è veduto che probabilmente la divisione rimonta al secolo XIII, cioè verso l'anno 1291; che il Municipio era il custode di queste 20 Compagnie; che il disegno delle 20 bandiere e di questi 20 stemmi era affidato al Municipio che li aveva fatti dipingere nelle Sale Comunali; che nel 1748 Francesco Antonio Morichini aveva in certo qual modo legalizzato il numero, gli stemmi, e i colori delle bandiere.
[...]
In occasione della prossima festa di San Feliciano si è deciso di rinnovare le bandiere, secondo gli antichi ricordi diligentemente ricavati dall'antico, e di portarle in processione per la solennità del 24 Gennaio, lasciandoli esposti per alcuni giorni nell'interno della Cattedrale, come ricordi di un glorioso passato.
Ecco pertanto i nomi di queste 20 bandiere che nel centro hanno lo stemma del rispettivo Rione:
1° Via Pugilli o Poelle; 2° Ponte di Cesare; 3° Gli Spavagli; 4° Il Cassero; 5° Via Franceschi; 6° Via della Mora; 7° Via della Fonte del Campo; 8° Gli Spadagli; 9° Via Falconi; 10° I Giotti; 11° Via Spada; 12° Gli Ammanniti; 13° L'Isola Bella; 14° I Cipischi; 15° La Controstanga; 16° Il Borgo; 17° Via Morlupo; 18° La Piazza Vecchia; 19° Via della Croce Bianca; 20° Via Badia.
Foligno, 14 gennaio 1939 - XVII
Mons. Michele Faloci Pulignani
Nessuno dei due prelati ebbe però la soddisfazione di vedere realizzate le proprie aspirazioni riguardo la Giostra della Quintana: quello stesso anno infatti, con l'invasione della Polonia da parte delle forze del Terzo Reich di Hitler, ebbe inizio la catastrofica Seconda Guerra Mondiale; Mons. Faloci morì il primo ottobre 1940, mentre don Ferdinando Merli venne ucciso il 21 febbraio 1944, da partigiani slavi, nei pressi di Assisi, .
Gli 80 anni della Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno
Nel 1946, il giovane Emilio De Pasquale (era nato nel 1918) faceva parte del Comitato che si costituì per festeggiare l’ottantesimo anno di vita della Società Operaia di Mutuo Soccorso: si voleva realizzare un evento eccezionale ed indimenticabile. La città cercava di lenire le ferite lasciate dalla guerra, ed era necessario ritrovare la concordia tra i cittadini. De Pasquale propose di replicare, per l’occasione, proprio quella Giostra del 1613 che ormai conosceva benissimo. La proposta fu accolta e, partendo da quel documento redatto con dovizia di particolari dal Tesorieri, e prendendo spunto dalle strutture organizzative del Palio di Siena, il Comitato organizzò la prima edizione della Giostra della Quintana. Le motivazioni che indussero le persone facenti parte del sodalizio, tra le quali anche cultori della storia della città, ad aderire con slancio alla proposta, non furono dettate solo dal proposito iniziale, né da una chiara coscienza storico-rievocativa, che tuttavia venne sempre meglio delineandosi nel corso del tempo; tutti ne intuirono la dimensione, ma videro soprattutto la possibilità di ritrovare, in quell’evento festivo, un’occasione di raccordo e di armonia tra tutta la popolazione, nelle mura di una città provata e devastata dagli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale.
Nella riunione del Consiglio di Amministrazione della Società del 23 Giugno 1946, al punto 3 dell’Ordine del Giorno, venne stabilito che “la Giostra dell’Inquintana” sarebbe stata inserita tra le manifestazioni e si dette incarico al segretario di avviare i contatti con i rappresentanti delle banche e i cittadini più facoltosi, allo scopo di assicurare adeguata copertura finanziaria. Il 23 Giugno 1946 è quindi ufficialmente la data di nascita della Giostra della Quintana nell’era moderna. Nel poco tempo a disposizione, venne creato il primo Comitato Centrale e il primo Agosto fu dato a mezzo stampa l’annuncio ufficiale della manifestazione, che si sarebbe svolta Domenica 15 Settembre, preceduta dal Corteo Storico del Sabato sera.
L’organizzazione aveva poco più di un mese per reclutare i Cavalieri e i figuranti, suddividerli nei dieci Rioni, stilare un programma della manifestazione con un cerimoniale e un regolamento della corsa, e dare infine inizio a quella che sarebbe diventata una tradizione. Vennero coinvolti i giovani del San Carlo che, entusiasticamente, si prestarono a partecipare come figuranti.
Ai primi giorni del mese di Settembre i preparativi erano stati messi a punto: il campo dei giochi era pronto per la sfida e i cavalieri avevano iniziato le prove, sui muri del la città venne affisso il manifesto ufficiale del programma delle manifestazioni e nelle vetrine dei negozi apparve la locandina che annunciava la Giostra.
1946: La prima edizione della Giostra della Quintana
Quello che segue è il manifesto ufficiale del programma relativo alla Giostra.
SOCIETÀ' OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO - FOLIGNO
COMITATO FESTEGGIAMENTI “ AUTUNNO FOLIGNATE”
La Società operaia di mutuo soccorso di Foligno, rende noto che il 15 Settembre p.v. verrà effettuata nel Campo Sportivo la prima Giostra della Quintana, la quale si svolgerà secondo il programma seguente:
- 14 Settembre 1946
Grande fiaccolata con sfilamento folcloristico delle rappresentanze rionali, per le principali vie della città, seguendo il seguente itinerario: Palazzo Trinci - Piazza del Municipio - Corso Cavour- Viale Chiavellati - Via Benedetto Cairoli - Via Mazzini - Piazza S. Domenico - Via Principe Amedeo - Piazza Municipio - Palazzo Trinci
- 15 Settembre 1946
Le rappresentanze rionali, si riuniranno alle ore 14 nel cortile del Palazzo Trinci, ove sosteranno in attesa degli ordini che impartirà il Maestro di Campo. Il corteo avrà inizio alle ore 15,30. Precederanno i tamburini, seguirà il Maestro di Campo affiancato dai Capitani del Popolo. Faranno seguito i rappresentanti rionali nell'ordine seguente:
1°) Rione PUGILLI
2°) " LA SPADA
3°) " SPADAGLI[8]
4°) " FALCONI[8]
5°) " CROCE BIANCA
6°) " CONTRASTANGA
7°) " MORLUPO
8°) " AMMANNITI
9°) " PIAZZA VECCHIA[8]
10°) " GIOTTI
Chiuderà il corteo il carro trionfale recante il palio, le dame rionali ed i trombettieri. Dopo di che il corteo farà l'ingresso al campo e dopo aver compiuto il giro d'onore, ogni rione si schiererà al centro al posto già prestabilito per effettuare la Giostra. Speciali ordinanze saranno emanate dal locale Ufficio di P.S. e dal Comune per disciplinare, anche nei riguardi dell'ordine pubblico, tutto quanto concerne lo svolgimento della grande manifestazione.
Nonostante il diretto richiamo all’illustre antenata, la Giostra era profondamente differente: non si doveva più colpire il Belli Simulacrum ma infilare gli anelli che la Statua teneva sotto al pugno serrato. Quella Giostra non avrebbe dovuto essere replicata, ma il successo di quella prima edizione ce l’ha consegnata in tutta la sua bellezza. Oltre quattrocento anni fa la Giostra si disputò per dirimere “uno strano et hostinato litigio” cioè l’eterna lotta tra l’Amore e il Potere, attualissima anche ai giorni nostri. E proprio l’Amore e il Potere ricorrono, senza però confrontarsi, anche nella rievocazione riproposta da oltre settant’anni. Amore e Potere della Giostra che si realizzano, come si legge nel Bando dell’avvocato Giuseppe Mancini, nella “Concordia e l’amore della cittade tutta.”
Lo stesso argomento in dettaglio: Giostra della Quintana: La prima Giostra dell'era moderna |
Alla prima Giostra, del 1946, assistettero 4.438 spettatori paganti, come risulta da documenti dell'epoca, così suddivisi:
Tribuna A - Uomini e Signorine N. 2.090 a L. 100 - L. 209.000;
Tribuna A - Ridotti N. 200 a L 50 - L. 10.000;
Gradinate intieri e ridotti N. 1.355 - L. 81.470;
Prato N. 730 a L. 30 - L. 23.970;
Totale incassato L. 324.440.
I biglietti di invito per le autorità erano dattiloscritti e non stampati e ne vennero spediti circa 20. Il testo del biglietto d'invito era il seguente:
COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE, 6 Settembre 1946
Il 15 Settembre prossimo, per iniziativa della Società di Mutuo Soccorso, la città di Foligno rivedrà, dopo 346 anni, la "GIOSTRA DELLA QUINTANA ". Come allora, dieci cavalieri, in costume seicentesco, scenderanno in campo a contendersi il premio individuale, ed il Palio per il Rione cittadino, da ciascuno di essi rappresentato. La originale e grandiosa statua di Marte, dopo tre secoli di riposo, custodita gelosamente nel palazzo dei Baroni De Gregori, torna di nuovo bersaglio degli aggiustati colpi di lancia dei nuovi cavalieri.
Il Comitato dell'Autunno Folignate si onora di invitare l'Eccellenza Vostra a presenziare lo svolgersi del torneo.
Firmato: il Comitato promotore
Il Comitato dei Festeggiamenti Autunno Folignate, con l'incasso dei biglietti di ingresso al campo dei giochi dell’Edizione dell'anno 1946, dopo aver liquidato le spese sostenute per la Giostra, decise di devolvere la rimanenza in beneficenza. I membri del Comitato dei Festeggiamenti proposero di includere fra i beneficiari anche il Ricovero di mendicità di Foligno.
COMITATO FESTEGGIAMENTI AUTUNNO FOLIGNATE
On/le Direzione - RICOVERO DI MENDICITÀ FOLIGNO
Ho il piacere di comunicarLe che l'assemblea straordinaria dei Soci, riunitasi in data odierna, deliberava all'unanimità di elargire a favore dei ricoverati la somma di lire 10.000 (diecimila) con l’obblico da parte di cotesta Direzione, di voler somministrare ad ogni singolo ricoverato e per il periodo di un mese, un bicchiere di vino. Accludo pertanto assegno bancario per il suddetto importo, con preghiera di accusarcene ricevuta.
20 Ottobre 1946
IL SEGRETÀRIO
(Cecchini Feliciano)
La risposta del Presidente, Sig. Stinchi Giovanni, fu immediata dando assicurazione, al Segretario Cecchini Feliciano, della somministrazione del bicchiere di vino il più a lungo possibile.
RICOVERO PROVINCIALE DI MENDICITÀ “UMBERTO 1“ - FOLIGNO
Foligno 23 Ottobre 1946
Risposta al Foglio 19/Segr. del dì 20.X.1946
oggetto Beneficenza
Sig. SEGRETARIO DELLA SOCIETÀ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO FOLIGNO
Nell’assicurarLa che sarà fatto il più possibile per aderire al Suo desiderio di distribuire un bicchiere di vino al giorno a tutti i ricoverati per il massimo tempo possibile, dato che le presenze attuali sono di 61 inabili, ho il piacere di ringraziarLa a nome di tutti i beneficiati e La prego vivamente gradire, con il mio compiacimento per il particolare spirito di solidarietà umana, il mio personale ringraziamento.
Con ossequio
IL PRESIDENTE
(Stinchi Giovanni)
A questa lettera ufficiale, fece seguito la lettera di ringraziamento di uno degli ospiti dell'istituto:
SPETT. SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO di Foligno
Il sottoscritto Guido Mazzola 75enne ricoverato in questo locale Istituto folignate, a mezzo della presente ed in nome dei miei Compagni ricoverati faccio l'umile nostro ringraziamento per il gesto geniale e sensitivo del dono delle 10.000 (mila lire) votate da codesta Nobile e benefica Àssemblea a nostro riguardo. Vogliate gradire sempre i nostri riconoscenti Ossequi.
Per i compagni
Guido Mazzola - 28 Ottobre 1946
Visto il successo che ottenne la Giostra del 1946, si decise di ripeterla negli anni successivi, quindi il 18 maggio del 1947 si riunirono, nella sede della Società di Mutuo Soccorso, gli stessi organizzatori.
Note
- ↑ In alcuni testi è citato come Emilio De Pasquali.
- ↑ In qualche testo è riportato come l'85° anniversario.
- ↑ O anche Thesorieri.
- ↑ Nuptialia è un genere letterario che raggruppa scritti diversi (carmi, epistolari, orazioni, rime e poesie, ecc.) composti o pubblicati in occasione delle nozze di personalità, in particolar modo dell'aristocrazia. Tale genere è stato praticato, soprattutto, fra la fine del XV e l'inizio del XX secolo.
- ↑ Il nome completo è illeggibile.
- ↑ Soldato scelto al servizio di sovrani o personaggi di alto rango.
- ↑ Professore al liceo classico di Foligno, simpatizzante del fascismo dalla prima ora, venne ucciso la notte del 21 febbraio 1944 da un commando di partigiani slavi.
- ↑ 8,0 8,1 8,2 A un certo punto, tra l'affissione dei manifesti e la sera del Corteo Storico, si è deciso di sostituire questi tre Rioni con gli attuali Badia, Cassero e La Mora, ma non abbiamo trovato alcun documento che ne attestasse i motivi.
Bibliografia
"I Rioni di Foligno - Tradizione e Storia" - Bruno Martinelli - Associazione Orfini-Numeister - Foligno 1994
"Rione Spada - Giostra della Quintana 1946" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 2007
"Giostra della Quintana 1946 - I protagonisti" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 1996
"1946:nonsoloquintana" - Lanfranco Cesari, Domenico Doni, Franco Bosi - Foligno 1996
"Discorso della Città di Foligno - Cronologia dei Vescovi, Governatori, e Podestà, ch'hanno retto essa Città." - Lodovico Jacobilli - Foligno 1646
La Gazzetta di Foligno
Ente Giostra della Quintana
Sito "Quintana di Foligno"
"Qui - Brochure ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno" - A cura di Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri
"Il Cittadino" - Periodico di costume, arte, cultura e turismo
Con il gentile contributo di Ivano Bruschi e Silvio Ceccarelli
Rione Ammanniti
Rione Badia
Rione Cassero
Rione Contrastanga
Rione Croce Bianca
Rione Giotti
Rione La Mora
Rione Morlupo
Rione Pugilli
Rione Spada
Voci Correlate
- Corteo delle Rappresentanze Rionali
- Diario di Giostra: Dal 1946 ad oggi
- Ettore Tesorieri
- Giostra della Quintana: Statistiche
- I Cavalieri di Giostra
- I Tamburini della Quintana
- Il Bando di Giostra
- Il Cantaquintaniere
- Il Palio della Giostra della Quintana
- Il Regolamento della Giostra della Quintana
- La Disfida di San Rocco
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- La Giostra della Quintana
- La prima Giostra della Quintana dell'era moderna
- La riesumazione della Giostra della Quintana
- La Statua della Quintana
- Le Taverne Rionali
- Rione Ammanniti
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