Rione La Mora: differenze tra le versioni
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<small>''"Ludovico Jacobilli: Assegna de’ Confini delle 17 Compagnie, o Contrade, overo Rioni, de’ quali è divisa la Città di Foligno."''</small> | <small>''"Ludovico Jacobilli: Assegna de’ Confini delle 17 Compagnie, o Contrade, overo Rioni, de’ quali è divisa la Città di Foligno."''</small> | ||
“Mora, che in latino si dice Societas Morae; e si tiene così denominata da un albero di Mora, che era nella Piazza principale di questo Rione; e perciò facesse per arme un nero celso. Fa fuochi n. 57. Principia dalla casa del Sig. Leonello Barnabò, et altra di contro, e si stende per retta linea sino alle case del Sig. Nicola Salvati, et eredi del Sig. Gio. Francesco Cattani, con le case, e Borghi davanti, e dietro della Compagnia della Misericordia, e le case del Cap. Bernardino Campana, Maria di Tullia, eredi de’ Sigg.ri Felice, e Silvestro Pertichetti, Gio. Antonio Cantagalli, il Convento di S. Carlo, il Palazzo de’ Silvestri, le case delli eredi del Sig. Nicola Barnabò, e tutta la Piazza e Chiesa di S. Francesco, il Borgo delli eredi del Capitano Ascanio Barnabò, eredi del Sig. Gio. Battista Rossi, e del Sig. Vincenzo, e Sig. Onofrio Barnabò, li Massei, il Borgo del Sig. Antonio Barnabò, e Sig. Silvestro Brancaleoni e case contigue, li Cattani, li Cardonij, li Germani; et il Borgo del Sig. Gio. Antonio Unti. Confina verso S. Domenico con li Franceschi; verso S. Carlo con l’Ammanniti, verso il Trebbio con li Spavagli.” | <small>“Mora, che in latino si dice Societas Morae; e si tiene così denominata da un albero di Mora, che era nella Piazza principale di questo Rione; e perciò facesse per arme un nero celso. Fa fuochi n. 57. Principia dalla casa del Sig. Leonello Barnabò, et altra di contro, e si stende per retta linea sino alle case del Sig. Nicola Salvati, et eredi del Sig. Gio. Francesco Cattani, con le case, e Borghi davanti, e dietro della Compagnia della Misericordia, e le case del Cap. Bernardino Campana, Maria di Tullia, eredi de’ Sigg.ri Felice, e Silvestro Pertichetti, Gio. Antonio Cantagalli, il Convento di S. Carlo, il Palazzo de’ Silvestri, le case delli eredi del Sig. Nicola Barnabò, e tutta la Piazza e Chiesa di S. Francesco, il Borgo delli eredi del Capitano Ascanio Barnabò, eredi del Sig. Gio. Battista Rossi, e del Sig. Vincenzo, e Sig. Onofrio Barnabò, li Massei, il Borgo del Sig. Antonio Barnabò, e Sig. Silvestro Brancaleoni e case contigue, li Cattani, li Cardonij, li Germani; et il Borgo del Sig. Gio. Antonio Unti. Confina verso S. Domenico con li Franceschi; verso S. Carlo con l’Ammanniti, verso il Trebbio con li Spavagli.”</small> | ||
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Il nome e lo stemma della Contrada si vogliono far derivare da un albero di gelso (in dialetto mora) presente in una piazza del Rione, in realtà l'albero presente nello stemma ha un valore puramente simbolico e rappresenta la forza e la prudenza. La tradizione è puramente orale e priva di riferimenti storici, tuttavia l'Arme attuale del Rione si riallaccia all'iconografia precedente. | Il nome e lo stemma della Contrada si vogliono far derivare da un albero di gelso (in dialetto mora) presente in una piazza del Rione, in realtà l'albero presente nello stemma ha un valore puramente simbolico e rappresenta la forza e la prudenza. La tradizione è puramente orale e priva di riferimenti storici, tuttavia l'Arme attuale del Rione si riallaccia all'iconografia precedente. | ||
[[Categoria:Giostra della Quintana]] | |||
== Storia Moderna == | == Storia Moderna == |
Versione delle 19:30, 1 set 2021
La Mora - Secondo una tradizione orale, ma priva di riferimenti storici, il rione avrebbe mutato denominazione ed insegna da un albero di gelso piantato nella sua piazza principale.
Lo stemma, infatti, rappresenta un albero di gelso in campo verde.
Origine
"Ludovico Jacobilli: Assegna de’ Confini delle 17 Compagnie, o Contrade, overo Rioni, de’ quali è divisa la Città di Foligno."
“Mora, che in latino si dice Societas Morae; e si tiene così denominata da un albero di Mora, che era nella Piazza principale di questo Rione; e perciò facesse per arme un nero celso. Fa fuochi n. 57. Principia dalla casa del Sig. Leonello Barnabò, et altra di contro, e si stende per retta linea sino alle case del Sig. Nicola Salvati, et eredi del Sig. Gio. Francesco Cattani, con le case, e Borghi davanti, e dietro della Compagnia della Misericordia, e le case del Cap. Bernardino Campana, Maria di Tullia, eredi de’ Sigg.ri Felice, e Silvestro Pertichetti, Gio. Antonio Cantagalli, il Convento di S. Carlo, il Palazzo de’ Silvestri, le case delli eredi del Sig. Nicola Barnabò, e tutta la Piazza e Chiesa di S. Francesco, il Borgo delli eredi del Capitano Ascanio Barnabò, eredi del Sig. Gio. Battista Rossi, e del Sig. Vincenzo, e Sig. Onofrio Barnabò, li Massei, il Borgo del Sig. Antonio Barnabò, e Sig. Silvestro Brancaleoni e case contigue, li Cattani, li Cardonij, li Germani; et il Borgo del Sig. Gio. Antonio Unti. Confina verso S. Domenico con li Franceschi; verso S. Carlo con l’Ammanniti, verso il Trebbio con li Spavagli.”
Il nome e lo stemma della Contrada si vogliono far derivare da un albero di gelso (in dialetto mora) presente in una piazza del Rione, in realtà l'albero presente nello stemma ha un valore puramente simbolico e rappresenta la forza e la prudenza. La tradizione è puramente orale e priva di riferimenti storici, tuttavia l'Arme attuale del Rione si riallaccia all'iconografia precedente.
Storia Moderna
Originariamente la "Societas Morae" si estendeva dalla zona della chiesa di San Carlo fino a Piazza San Francesco ed al convento adiacente. Nella rideterminazione del 1946, La Mora assorbì il territorio di alcuni rioni soppressi, collocandosi nel "quadrato" delimitato da Piazza della Repubblica (già Piazza Grande), Via Mazzini, Piazza San Domenico e Via Gramsci(già Via della Mora). La Mora è, con il Giotti, la contrada più piccola, non avendo sbocchi verso l'esterno della città e nel suo territorio vi sono meno residenti in quanto formato principalmente da numerose dimore nobiliari e palazzi di proprietà comunale che non sono abitati. Il finto nome del suo Cavaliere è il Generoso. E' stato l'ultimo Rione ad aggiudicarsi il palio nell'era moderna, nella Sfida del 1979 con Emilio Mordente su Tiberio. Con altri tre palii vinti tra il 1984 ed il 2009 ha portato il suo totale a quattro. Recentemente molte nuove iniziative hanno coinvolto il Popolo de La Mora, come la cena nelle vie del rione (a Settembre, il pranzo dei rionali nel giorno della Giostra, l'"Accademia del Porco" (in Gennaio), il "Mangia & Impara", l'"Accademia della Misticanza" che si svolge in Maggio in collaborazione con i Rioni Badia e Giotti. Il gruppo de La Mora risulta essere particolarmente sensibile ai vari problemi cittadini tanto che il suo Consiglio Rionale ha deciso già da diversi anni di destinare una parte dell'incasso della taverna in beneficienza. Nonostante sia stata spesso dimenticata dalla dea bendata, la Contrada è cresciuta moltissimo, tanto da divenire una delle più popolose e frequentate. Tale crescita è coincisa con un'elevata competitività nelle varie manifestazioni inerenti la Giostra della Quintana, confermata dalle vittorie del "Gareggiare dei Convivi", del "Masgalano" per i migliori personaggi nel Corteo Storico, del premio per la migliore manifestazione collaterale, del trofeo per la migliore taverna, il primo posto nel torneo di calcetto tra i rioni, sia maschile che femminile. L'aumentata competitività non ha però dato i risultati sperati nella Giostra, dove, specialmente nelle ultime edizioni, La Mora si è presentata tra i favoriti senza però riuscire a cogliere i frutti dell'ottimo lavoro svolto dalla scuderia rionale che ha portato il cavallo di punta, Pysi's Love, a girare nelle prove, primo ed unico finora, ripetutamente sotto i 55 secondi. Di notevole spessore anche la rappresentanza rionale nel corteo storico, con personaggi perfettamente calati nel ruolo negli splendidi costumi nati dalle abili mani della sarta rionale Maria Montanari.
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Piazza Vecchia
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Franceschi
Albo d'oro
1979 - Sfida | 1984 - Sfida | 1990 - Rivincita | 2009 - Sfida |
Emilio Mordente
su Tiberio |
Mauro Fondi
su Corallo |
Gianni Vignoli
su Malesia |
Matteo Martelli
su Catalifi |
Priori, Dame, Cavalieri e Cavalli
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Galleria foto Rione La Mora
(Tutte le foto: © Maurizio Ciocconi)
Bibliografia
"I Rioni di Foligno - Tradizione e Storia" - Bruno Martinelli - Associazione Orfini-Numeister - Foligno 1994
"Rione Spada - Giostra della Quintana 1946" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 2007
"Giostra della Quintana 1946 - I protagonisti" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 1996
"1946:nonsoloquintana" - Lanfranco Cesari, Domenico Doni, Franco Bosi - Foligno 1996
"Discorso della Città di Foligno - Cronologia dei Vescovi, Governatori, e Podestà, ch'hanno retto essa Città." - Lodovico Jacobilli - Foligno 1646
La Gazzetta di Foligno
Ente Giostra della Quintana
Sito "Quintana di Foligno"
"Qui - Brochure ufficiale della Giostra della Quintana di Foligno" - A cura di Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri
"Il Cittadino" - Periodico di costume, arte, cultura e turismo
Con il gentile contributo di Ivano Bruschi e Silvio Ceccarelli
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- Corteo delle Rappresentanze Rionali
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