Utente:Postmaster/sandbox: differenze tra le versioni
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| style="text-align:center" | '''Arme''' | |||
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Due spade in decusse su sfondo rosa | |||
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| style="text-align:center" | '''Origine''' | |||
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Ante XV Secolo | |||
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| style="text-align:center" | '''Compagnie''' | |||
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* Spavagliorum | |||
* Cipiscorum | |||
* Admanitorum | |||
* Isola Bella | |||
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* Ortolani | |||
* Funari | |||
* Mercanti | |||
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| style="text-align:center" | '''Sede''' | |||
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Palazzo Candiotti | |||
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| style="text-align:center" | '''Taverna''' | |||
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Locanda della Rosa | |||
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== Origine == | == Origine == | ||
Jacobilli: “''così cognominati per quanto si crede, dalli habitatori di questa Contrada, che stavano sempre ammanniti, et all’ordine unitamente a combattere per difesa loro. Non trovo che Arme, et insegna usassero. Fa fuochi 56 questo Rione.'' […] ''Ha per lato verso S. Domenico li Spavagli, verso S. Nicolò li Cipischi, verso la Piazza della Spada il Borgo contiguo al Gigli, e la Chiesa di S. Andrea, e verso S. Carlo la Mora, e verso Piazza, Piazza vecchia.''” La tradizione raccolta dallo Jacobilli e ripresa anche dal Barnabò, circa l’origine del nome, è puramente orale e non supportata da riferimenti storici. E’ più probabile che l’origine del nome derivi da “''ad mannum''” cioè vicino a ''S. Manno'', l’attuale ''Ponte di San Magno''. Il Morichini ne ha raffigurato l’Arme con il disegno di due spade sovrapposte e con le punte rivolte l’una verso l’elsa dell’altra; probabilmente una sua invenzione. L’aspetto attuale dell’Arme, due spade in decusse su sfondo rosa, compare per la prima volta dipinto nella ''Sala delle Armi'' del Comune di [[Foligno]]. Topograficamente, è uno dei Rioni più antichi di [[Foligno]]; la sua esistenza è attestata sin dalla metà del XIII Secolo. | Jacobilli: “''così cognominati per quanto si crede, dalli habitatori di questa Contrada, che stavano sempre ammanniti, et all’ordine unitamente a combattere per difesa loro. Non trovo che Arme, et insegna usassero. Fa fuochi 56 questo Rione.'' […] ''Ha per lato verso S. Domenico li Spavagli, verso S. Nicolò li Cipischi, verso la Piazza della Spada il Borgo contiguo al Gigli, e la Chiesa di S. Andrea, e verso S. Carlo la Mora, e verso Piazza, Piazza vecchia.''” La tradizione raccolta dallo Jacobilli e ripresa anche dal Barnabò, circa l’origine del nome, è puramente orale e non supportata da riferimenti storici. E’ più probabile che l’origine del nome derivi da “''ad mannum''” cioè vicino a ''S. Manno'', l’attuale ''Ponte di San Magno''. Il Morichini ne ha raffigurato l’Arme con il disegno di due spade sovrapposte e con le punte rivolte l’una verso l’elsa dell’altra; probabilmente una sua invenzione. L’aspetto attuale dell’Arme, due spade in decusse su sfondo rosa, compare per la prima volta dipinto nella ''Sala delle Armi'' del Comune di [[Foligno]]. Topograficamente, è uno dei Rioni più antichi di [[Foligno]]; la sua esistenza è attestata sin dalla metà del XIII Secolo. | ||
== Storia Moderna == | == Storia Moderna == | ||
Nella rideterminazione del 1946, il [[Rione Ammanniti]] ha incorporato nei suoi confini le Contrade dei Cipischi, dell’Isola Bella e parte degli Spavagli. Attualmente il Rione si estende territorialmente nella zona adiacente alla vecchia porta Todi e precisamente entrando da questa si trova sulla sinistra. Il territorio storico del Rione è delimitato in una sorta di quadrato delimitato da via Santa Maria Infraportas, p.za San Domenico,via Gramsci, via Palestro, via San Giovanni dell’Acqua, chiude nell’ultimo lato il perimetro il Fiume Topino. Confina con le contrade del Cassero, La Mora e Spada. ll Rione è composto da abili artigiani che spesso riescono a sopperire alle necessità della Contrada fabbricando in proprio gli accessori. Nel 1960 rifornirono tutti gli altri rioni di spade, corazze ed alabarde. Inoltre il Rione è stato fra quelli che costruivano in proprio i tamburi ed il sistema che avevano escogitato per tirare le pelli sintetiche era il migliore che vi fosse, tanto che venne rapidamente copiato da altre contrade. Il pubblico della Quintana ricorda ancora il grande effetto scenico della carrozza proposta per la prima volta nel Corteo Storico degli anni Ottanta. Il corteo rionale è infatti da sempre il fiore all`occhiello del rione, caratterizzato da una scelta certosina dei personaggi adatti ad indossare gli splendidi costumi della Contrada. Il finto nome del suo Cavaliere è il Gagliardo. Dopo i primi anni in cui contendeva al [[rione Croce Bianca]] il primato delle vittorie, conobbe un lungo periodo di oblio; la Contrada cercò di sopperire alla scarsa competitività in giostra distinguendosi con altre iniziative, specializzandosi nella costruzione degli accessori per la sfilata; a cavallo degli anni settanta la contrada stupì la città rinnovando il parco bandiere. Dopo i primi anni, in cui tutte le contrade avevano molte bandiere, l'addobbo rionale era curato solamente da due contrade: lo Spada ed il Pugilli che gareggiavano fra loro per chi aveva il maggior numero di bandiere esposte per la Giostra. L'Ammanniti, con uno sforzo economico notevole per quei tempi, riuscì ad addobbare tutta la Contrada creando delle "mezze bandiere", cioè dimezzò la dimensione delle aste e dei drappi. L'effetto scenografico fu molto accattivante e rilanciò il desiderio nelle altre contrade di allinearsi. Nel 1978 ingaggiò un cavaliere "straniero" e si gridò allo scandalo perchè si diceva che fosse stato pagato mentre i locali lo facevano gratuitamente. L'avvento del cavaliere faentino Mario Giacomoni galvanizzò subito la contrada poichè in gara riuscì a completare, nel 1979, l'otto di gara con un tempo inferiore al minuto, in un periodo in cui il tempo di 1'10" poteva rappresentare la vittoria. Nel 1981 la contrada tornò di nuovo alla vittoria, ma dovette attendere altri 10 anni per un nuovo successo. Sul finire degli anni novanta il Rione ingaggia l'ennesimo Faentino: Riccardo Conti che aveva ben figurato in altre contrade e che ha vinto ben sei dei dodici palii totali conquistati dal Rione, l’ultimo dei quali risale al 2007, conquistato dall’ascolano Emanuele Capriotti. | Nella rideterminazione del 1946, il [[Rione Ammanniti]] ha incorporato nei suoi confini le Contrade dei Cipischi, dell’Isola Bella e parte degli Spavagli. Attualmente il Rione si estende territorialmente nella zona adiacente alla vecchia porta Todi e precisamente entrando da questa si trova sulla sinistra. Il territorio storico del Rione è delimitato in una sorta di quadrato delimitato da via Santa Maria Infraportas, p.za San Domenico,via Gramsci, via Palestro, via San Giovanni dell’Acqua, chiude nell’ultimo lato il perimetro il Fiume Topino. Confina con le contrade del Cassero, La Mora e Spada. ll Rione è composto da abili artigiani che spesso riescono a sopperire alle necessità della Contrada fabbricando in proprio gli accessori. Nel 1960 rifornirono tutti gli altri rioni di spade, corazze ed alabarde. Inoltre il Rione è stato fra quelli che costruivano in proprio i tamburi ed il sistema che avevano escogitato per tirare le pelli sintetiche era il migliore che vi fosse, tanto che venne rapidamente copiato da altre contrade. Il pubblico della Quintana ricorda ancora il grande effetto scenico della carrozza proposta per la prima volta nel Corteo Storico degli anni Ottanta. Il corteo rionale è infatti da sempre il fiore all`occhiello del rione, caratterizzato da una scelta certosina dei personaggi adatti ad indossare gli splendidi costumi della Contrada. Il finto nome del suo Cavaliere è il Gagliardo. Dopo i primi anni in cui contendeva al [[rione Croce Bianca]] il primato delle vittorie, conobbe un lungo periodo di oblio; la Contrada cercò di sopperire alla scarsa competitività in giostra distinguendosi con altre iniziative, specializzandosi nella costruzione degli accessori per la sfilata; a cavallo degli anni settanta la contrada stupì la città rinnovando il parco bandiere. Dopo i primi anni, in cui tutte le contrade avevano molte bandiere, l'addobbo rionale era curato solamente da due contrade: lo Spada ed il Pugilli che gareggiavano fra loro per chi aveva il maggior numero di bandiere esposte per la Giostra. L'Ammanniti, con uno sforzo economico notevole per quei tempi, riuscì ad addobbare tutta la Contrada creando delle "mezze bandiere", cioè dimezzò la dimensione delle aste e dei drappi. L'effetto scenografico fu molto accattivante e rilanciò il desiderio nelle altre contrade di allinearsi. Nel 1978 ingaggiò un cavaliere "straniero" e si gridò allo scandalo perchè si diceva che fosse stato pagato mentre i locali lo facevano gratuitamente. L'avvento del cavaliere faentino Mario Giacomoni galvanizzò subito la contrada poichè in gara riuscì a completare, nel 1979, l'otto di gara con un tempo inferiore al minuto, in un periodo in cui il tempo di 1'10" poteva rappresentare la vittoria. Nel 1981 la contrada tornò di nuovo alla vittoria, ma dovette attendere altri 10 anni per un nuovo successo. Sul finire degli anni novanta il Rione ingaggia l'ennesimo Faentino: Riccardo Conti che aveva ben figurato in altre contrade e che ha vinto ben sei dei dodici palii totali conquistati dal Rione, l’ultimo dei quali risale al 2007, conquistato dall’ascolano Emanuele Capriotti. | ||
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Versione delle 20:38, 30 lug 2021
Origine
Jacobilli: “così cognominati per quanto si crede, dalli habitatori di questa Contrada, che stavano sempre ammanniti, et all’ordine unitamente a combattere per difesa loro. Non trovo che Arme, et insegna usassero. Fa fuochi 56 questo Rione. […] Ha per lato verso S. Domenico li Spavagli, verso S. Nicolò li Cipischi, verso la Piazza della Spada il Borgo contiguo al Gigli, e la Chiesa di S. Andrea, e verso S. Carlo la Mora, e verso Piazza, Piazza vecchia.” La tradizione raccolta dallo Jacobilli e ripresa anche dal Barnabò, circa l’origine del nome, è puramente orale e non supportata da riferimenti storici. E’ più probabile che l’origine del nome derivi da “ad mannum” cioè vicino a S. Manno, l’attuale Ponte di San Magno. Il Morichini ne ha raffigurato l’Arme con il disegno di due spade sovrapposte e con le punte rivolte l’una verso l’elsa dell’altra; probabilmente una sua invenzione. L’aspetto attuale dell’Arme, due spade in decusse su sfondo rosa, compare per la prima volta dipinto nella Sala delle Armi del Comune di Foligno. Topograficamente, è uno dei Rioni più antichi di Foligno; la sua esistenza è attestata sin dalla metà del XIII Secolo.
Storia Moderna
Nella rideterminazione del 1946, il Rione Ammanniti ha incorporato nei suoi confini le Contrade dei Cipischi, dell’Isola Bella e parte degli Spavagli. Attualmente il Rione si estende territorialmente nella zona adiacente alla vecchia porta Todi e precisamente entrando da questa si trova sulla sinistra. Il territorio storico del Rione è delimitato in una sorta di quadrato delimitato da via Santa Maria Infraportas, p.za San Domenico,via Gramsci, via Palestro, via San Giovanni dell’Acqua, chiude nell’ultimo lato il perimetro il Fiume Topino. Confina con le contrade del Cassero, La Mora e Spada. ll Rione è composto da abili artigiani che spesso riescono a sopperire alle necessità della Contrada fabbricando in proprio gli accessori. Nel 1960 rifornirono tutti gli altri rioni di spade, corazze ed alabarde. Inoltre il Rione è stato fra quelli che costruivano in proprio i tamburi ed il sistema che avevano escogitato per tirare le pelli sintetiche era il migliore che vi fosse, tanto che venne rapidamente copiato da altre contrade. Il pubblico della Quintana ricorda ancora il grande effetto scenico della carrozza proposta per la prima volta nel Corteo Storico degli anni Ottanta. Il corteo rionale è infatti da sempre il fiore all`occhiello del rione, caratterizzato da una scelta certosina dei personaggi adatti ad indossare gli splendidi costumi della Contrada. Il finto nome del suo Cavaliere è il Gagliardo. Dopo i primi anni in cui contendeva al rione Croce Bianca il primato delle vittorie, conobbe un lungo periodo di oblio; la Contrada cercò di sopperire alla scarsa competitività in giostra distinguendosi con altre iniziative, specializzandosi nella costruzione degli accessori per la sfilata; a cavallo degli anni settanta la contrada stupì la città rinnovando il parco bandiere. Dopo i primi anni, in cui tutte le contrade avevano molte bandiere, l'addobbo rionale era curato solamente da due contrade: lo Spada ed il Pugilli che gareggiavano fra loro per chi aveva il maggior numero di bandiere esposte per la Giostra. L'Ammanniti, con uno sforzo economico notevole per quei tempi, riuscì ad addobbare tutta la Contrada creando delle "mezze bandiere", cioè dimezzò la dimensione delle aste e dei drappi. L'effetto scenografico fu molto accattivante e rilanciò il desiderio nelle altre contrade di allinearsi. Nel 1978 ingaggiò un cavaliere "straniero" e si gridò allo scandalo perchè si diceva che fosse stato pagato mentre i locali lo facevano gratuitamente. L'avvento del cavaliere faentino Mario Giacomoni galvanizzò subito la contrada poichè in gara riuscì a completare, nel 1979, l'otto di gara con un tempo inferiore al minuto, in un periodo in cui il tempo di 1'10" poteva rappresentare la vittoria. Nel 1981 la contrada tornò di nuovo alla vittoria, ma dovette attendere altri 10 anni per un nuovo successo. Sul finire degli anni novanta il Rione ingaggia l'ennesimo Faentino: Riccardo Conti che aveva ben figurato in altre contrade e che ha vinto ben sei dei dodici palii totali conquistati dal Rione, l’ultimo dei quali risale al 2007, conquistato dall’ascolano Emanuele Capriotti.
Albo d'oro
Bibliografia
- "I Rioni di Foligno - Tradizione e Storia" - Bruno Martinelli - Associazione Orfini-Numeister - Foligno 1994
- "Rione Spada - Giostra della Quintana 1946" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 2007
- "Giostra della Quintana 1946 - I protagonisti" - Gabriele Brinci - Ente Giostra della Quintana - Foligno 1996
- "1946:nonsoloquintana" - Lanfranco Cesari, Domenico Doni, Franco Bosi - Foligno 1996
- "Discorso della Città di Foligno - Cronologia dei Vescovi, Governatori, e Podestà, ch'hanno retto essa Città." - Ludovico Jacobilli - Foligno 1646
- La Gazzetta di Foligno
- Ente Giostra della Quintana
- http://quintana.altervista.org/
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