Ugolino III Trinci: differenze tra le versioni

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== Biografia e Note Storiche ==
== Biografia e Note Storiche ==
Ugolino III, figlio di Trincia, successe allo zio Corrado II alla morte di questi, nel 1386, assumendone i titoli. Nel 1392 gli venne confermata, da Bonifacio IX, l'investitura a Vicario Apostolico, a cui aggiunse Nocera e diversi altri castelli. Nel 1415 venne confermato da Papa Giovanni XXII.<br>
Ugolino III, figlio di Trincia, successe allo zio Corrado II alla morte di questi, nel 1386, assumendone i titoli. Egli aveva affiancato suo zio Corrado nell’esercizio del potere, quindi la transizione avvenne senza scosse.<br>
Da lui furono fatti ricostruire i castelli di Annifo, Verchiano, Rasiglia e Acquafranca; a lui si deve anche la ricostruzione in Foligno del Palazzo<ref><small>Il gruppo di case che divennero Palazzo Trinci apparteneva ai Ceccarelli, ricchi mercanti di Foligno.</small></ref> che porta il cognome della famiglia (1389-1407), abbellito poi dai suoi successori. <br>
Nel 1364 aveva sposato Costanza Orsini, figlia di Aldobrandino di Guidone, Conte di Pitigliano, da cui ebbe numerosi figli. <br>
Nel 1364 sposò Costanza Orsini, la figlia del conte di Pitigliano, Aldobrando Orsini, da cui ebbe numerosi figli. <br>
Nel 1388, gli eserciti mercenari di Averardo della Campana, Tedesco, Guido da Siena e Bernardo della Sala, si diressero verso Spello e nel territorio di Assisi, devastando tutto ciò che incontravano. Perugia si mobilitò a difesa e assoldò quattrocento lance a dodici fiorini al mese per lancia ottenendo anche l’aiuto di Giovanni Ordelaffi, versandogli quattrocento fiorini. Ugolino Trinci accorse in aiuto di Perugia con cento lance.
Il 16 marzo, in Foligno, il procuratore di Ugolino Trinci, Giovanni di Ceccarello di Venturello, comprò per la fantastica cifra di settecento fiorini d’oro un complesso di case che si affacciavano sulla Piazza Grande: il nucleo del Palazzo Trinci.
Il 16 settembre, nella cappella del palazzo dei Priori di Perugia, venne messa a punto un’alleanza tra Perugia e Foligno con Ugolino Trinci. Il trattato era destinato a durare in perpetuo ed era di mutuo soccorso, incluso il rifiuto vicendevole di ospitare i ribelli o armati ostili all’alleato. Poco prima Ugolino aveva prestato duemila fiorini alla bisognosa Perugia, per aiutarla a pagare i propri assoldati.<br>
[[File:PapaBonifacio9.jpg|180px|left]]
Il 14 luglio 1389 il papa nominò Ugolino Trinci, Signore di Foligno, a castellano e custode di Montefalco, ruolo che Ugolino già ricopriva da tempo e di fatto. In questo stesso anno, una sorella di Ugolino, Marina, sposò Renzo di Luca Savelli, un esponente di una grande dinastia di Roma. Marina portò seicento fiorini di dote.<br>
Nell'ottobre del 1390, Ugolino Trinci partecipò all’assedio di Spoleto, diretto dai fuorusciti di Perugia e da Broglia di Trino.<br>
Nel gennaio 1392, Ugolino Trinci era con il fratello del Papa e Rettore del Ducato, Andrea Tomacelli, all’assedio della Rocca di Spoleto. Ugolino era da tempo ritornato alla tradizionale politica di lealtà alla Chiesa della sua famiglia. Egli aveva partecipato ad azioni militari con i fratelli di Bonifacio IX, e il 17 agosto, il papa lo volle compensare in diversi modi, annullando i debiti di suo padre verso la Camera Apostolica; inoltre lo nominò Vicario di Foligno per la durata di dodici anni con censo annuo di mille fiorini d’oro, successivamente riconfermato, nel 1415, da Papa Giovanni XXII. Ugolino ottenne poi il vicariato per cinque anni sulle terre di Montefalco e Bevagna e sui castelli di Giano, Montecchio e Castagnola, la Valtopina e la rocca di ponte di Cerreto. Il censo per ciò era solo un falcone per Montefalco e un bracco per Bevagna.<br>
Nel giugno 1394 vi furono intense trattative di Ugolino Trinci con il comune di Spoleto. Erano chiaramente trattative di pace, cui chiesero di unirsi anche feudatari o proprietari della regione. Le trattative però si prolungarono e solo il 30 novembre successivo vennero felicemente concluse. Mentre trattava la pace in Umbria, Ugolino continuava a tenere d’occhio i confini del suo potere e in questo anno riuscì ad acquistare gli importanti castelli Piediluco e Miranda, al confine tra Terni e Rieti, quindi molto lontano da Foligno. Le fortezze vennero vendute da Luca di Niccolò Spinelli di Giovinazzo per sedicimila fiorini d’oro.<br>
[[File:BiordoMichelotti.jpg|180px|right]]
Non appena Biordo Michelotti<ref><small>Capitano di ventura, allievo prediletto di Alberico da Barbiano, fu al servizio dei Visconti e quindi divenne capitano generale del comune di Firenze. Nel 1392 molti feudi limitrofi al territorio perugino come Assisi, Orvieto, Nocera, Deruta, e Todi, nel timore di perdere la loro indipendenza e di entrare nell'orbita del dominio della Chiesa, gli si assoggettarono in cambio della sua protezione militare. Nel 1393 a Perugia vi furono alcuni tumulti e prevalse la fazione popolare dei Raspanti contro l'avversa parte dei Beccherini, di nobile estrazione. Quest'ultimi vennero, quindi, esiliati e costretti a ritirarsi nei propri feudi di campagna. Una commissione di 25 cittadini si pose al governo della città e questi chiesero al Michelotti, accolto con tutti gli onori in città, di presiederne il governo. In breve nacque una signoria ricordata per la sua brevità ma anche caratterizzata da un periodo di importanti riforme. Il 10 marzo del 1398 la signoria perugina del Michelotti ebbe fine con la sua vita stessa. Il signore venne, infatti, ucciso nella sua residenza, per ordine dell'Abate di San Pietro. In breve la signoria, che aveva allargato in pochi anni la sua influenza su gran parte dell'attuale regione Umbria, si sfaldò.</small></ref> divenne Signore di Todi e Orvieto, nel 1395, iniziò a confrontarsi ostilmente con Ugolino, che aveva il torto di sostenere gli Atti, fuorusciti di Todi.<br>
Il 28 gennaio 1396, il papa sollecitò Ugolino, fedelissimo della Chiesa, a combattere contro Biordo Michelotti, Signore ''de facto'' di Perugia e, a tal fine, lo dotò di trecento lance assunte dalla Camera Apostolica. Nacquero dissidi tra Biordo Michelotti e i suoi fratelli nei confronti di Ugolino Trinci. I magistrati di Perugia vedevano con preoccupazione le fratture tra il loro miglior capitano e un alleato fidatissimo e pregarono Gentile Varano, Signore di Camerino, di adoprarsi per riconciliarli. Intanto, Ugolino Trinci ricopriva il ruolo di campione della causa pontificia in Umbria e il comune di Spoleto, con il quale da poco il signore di Foligno aveva fatto la pace, in febbraio lo sollecitò a vegliare a sostegno della parte guelfa. Il 9 maggio, Ugolino venne eletto Podestà di Rieti, ma dovette rinunciare per i suoi impegni a difesa della Chiesa. Ugolino specificò che egli doveva combattere contro Malatesta Baglioni, Ceccolino Michelotti, il conte Francesco da Carrara, altri seguaci di Biordo, oltre alle comunità di Sellano, Castelbuono e Collemancio. Il 10 luglio venne concluso un importante contratto di matrimonio per l’Umbria: Uguccione Casali, signore di Cortona, concesse la mano di sua figlia Armellina al figlio di Ugolino Trinci, Corrado.<br>
Il 3 febbraio 1398, il papa dimostrò nuovamente il suo apprezzamento per il leale servizio di Ugolino Trinci: gli abbonò alcuni pagamenti arretrati del censo, gli concesse una ampia assoluzione per qualsiasi reato commesso e gli concesse di poter trasmettere il vicariato ai suoi figli ed eredi, fino alla quinta generazione, dietro pagamento di un censo annuo di mille fiorini. La crescente influenza di Ugolino era testimoniata anche dalla Lega conclusa il 13 aprile tra Firenze, Venezia, Bologna, Padova e i signori di Padova, Ferrara e Mantova, alla quale venne ammesso anche il signore di Foligno. Scrive Giovanni Lazzaroni: "''Durante il vicariato di Corrado II (1377-1386) e di Ugolino III (1386-1415) il dominio dei Trinci raggiunse forse la maggiore estensione territoriale, giungendo fino al comune di Leonessa e comprendendo una notevole parte dell’ex-ducato di Spoleto, da Assisi a Montefalco, da Bevagna a Trevi, a Giano, a Nocera, a Valtopina''".
Il 6 ottobre arrivarono a Perugia ambasciatori di Firenze il cui scopo era riportare la pace tra Perugia e Ugolino Trinci. Ugolino era l’uomo che il Papa aveva scelto per cercare di far cadere Perugia nell’orbita della Chiesa. Anche se non ci riuscì, e anzi, il comune preferì darsi al Visconti, il Signore di Foligno fu un uomo leale e fedele alla Chiesa, merce rara in un periodo di totali slealtà e doppiezze. Uno dei contenziosi di Perugia con Ugolino era la Torre della rocca di Ponte. Firenze la pretendeva e Ugolino candidamente sostenne che lui non l’aveva in suo potere, infatti questa era stata espugnata da un certo Simone da Bevagna, che prendendola aveva anche ucciso una persona molto cara al signore di Foligno. <br>
[[File:BraccioFortebraccio.jpg|180px|left]]
Il 19 agosto 1399, Ugolino Trinci vide ricompensata la sua lealtà al soglio pontificio: un matrimonio straordinario che lo imparentava con il Papa regnante. Agnese, figlia di Ugolino, sposò Andrea Tomacelli, fratello del papa. Ugolino promise di consegnare i castelli di frontiera di Piediluco e Miranda al futuro genero, ma non diede corso a questo impegno. In questo stesso anno, Marina, sorella di Ugolino, rimase vedova di suo marito Renzo di Paolo Savelli. Dei diritti della vedova si interessò lo stesso Papa, ora parente della famiglia Trinci.<br>
Molto abile nel costruirsi una serie di legami con altri condottieri e signori, Ugolino III coltivò in modo particolare l'amicizia con il condottiero perugino Braccio Fortebraccio<ref><small>Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone (Perugia, 1º luglio 1368 – L'Aquila, 5 giugno 1424), è stato un nobile, condottiero, capitano di ventura e politico italiano. Fu principe di Capua, conte di Foggia e Montone, e signore di Arcevia, Assisi, Bologna, Cannara, Castel Bolognese, Castel San Pietro Terme, Cingoli, Città della Pieve, Città di Castello, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Jesi, Medicina, Montecassiano, Narni, Nocera Umbra, Orte, Orvieto, Ostra Vetere, Perugia, Pieve di Cento, Rieti, San Gemini, Sassoferrato, Spello, Spoleto, Teramo, Terni e Todi. Fu inoltre capitano generale della Chiesa, gran connestabile del Regno di Napoli e senatore di Roma. Con le sue imprese fu quasi pronto a formare uno Stato proprio nell'Italia centrale del XV secolo. </small></ref>, che sarebbe divenuto Signore di Perugia nel 1416. <br>
Molto abile nel costruirsi una serie di legami con altri condottieri e signori, Ugolino III coltivò in modo particolare l'amicizia con il condottiero perugino Braccio Fortebraccio<ref><small>Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone (Perugia, 1º luglio 1368 – L'Aquila, 5 giugno 1424), è stato un nobile, condottiero, capitano di ventura e politico italiano. Fu principe di Capua, conte di Foggia e Montone, e signore di Arcevia, Assisi, Bologna, Cannara, Castel Bolognese, Castel San Pietro Terme, Cingoli, Città della Pieve, Città di Castello, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Jesi, Medicina, Montecassiano, Narni, Nocera Umbra, Orte, Orvieto, Ostra Vetere, Perugia, Pieve di Cento, Rieti, San Gemini, Sassoferrato, Spello, Spoleto, Teramo, Terni e Todi. Fu inoltre capitano generale della Chiesa, gran connestabile del Regno di Napoli e senatore di Roma. Con le sue imprese fu quasi pronto a formare uno Stato proprio nell'Italia centrale del XV secolo. </small></ref>, che sarebbe divenuto Signore di Perugia nel 1416. <br>
E' merito di Ugolino anche la creazione di una serie di rapporti di tipo parentale con altri signori italiani. La figlia Viviana sposa Berardo Varani signore di Camerino; Agnese Andrea Tomacelli, nobile napoletano; Drusolina, Andrea Guelfucci di Città di Castello. Corrado sposò in prime nozze Armellina d'Uguccione Urbano Casali, signore di Cortona e, in seconde nozze, Tanza di Nicolò Orsini, conte di Manupello. Marsobilia si maritò con Antonio Smeducci, ultimo signore di Sanseverino; Giacoma con Vittore Rangoni di Modena. Bartolomeo sposò Giovanna di Guido dei Chiavelli, signore di Fabriano; Nicolò, Tora di Rodolfo Varano, signore di Camerino; Francesca, Bartolomeo degli Oddi di Perugia, conte di Laviano; Jacopa Paolo Guinigi, signore di Lucca. Rapporti di parentela legavano i Trinci anche agli estensi.
E' merito di Ugolino anche la creazione di una serie di rapporti di tipo parentale con altri signori italiani. La figlia Viviana sposa Berardo Varani signore di Camerino; Agnese Andrea Tomacelli, nobile napoletano; Drusolina, Andrea Guelfucci di Città di Castello. Corrado sposò in prime nozze Armellina d'Uguccione Urbano Casali, signore di Cortona e, in seconde nozze, Tanza di Nicolò Orsini, conte di Manupello. Marsobilia si maritò con Antonio Smeducci, ultimo signore di Sanseverino; Giacoma con Vittore Rangoni di Modena. Bartolomeo sposò Giovanna di Guido dei Chiavelli, signore di Fabriano; Nicolò, Tora di Rodolfo Varano, signore di Camerino; Francesca, Bartolomeo degli Oddi di Perugia, conte di Laviano; Jacopa Paolo Guinigi, signore di Lucca. Rapporti di parentela legavano i Trinci anche agli estensi.
Egli fu il vero sostegno del partito Guelfo nell'Umbria, dopo che papa Bonifacio IX fu costretto ad abbandonare la residenza che aveva scelto in Perugia, a seguito dei tumulti che sarebbero sfociati nella Signoria di Biordo Michelotti<ref><small>Capitano di ventura, allievo prediletto di Alberico da Barbiano, fu al servizio dei Visconti e quindi divenne capitano generale del comune di Firenze. Nel 1392 molti feudi limitrofi al territorio perugino come Assisi, Orvieto, Nocera, Deruta, e Todi, nel timore di perdere la loro indipendenza e di entrare nell'orbita del dominio della Chiesa, gli si assoggettarono in cambio della sua protezione militare. Nel 1393 a Perugia vi furono alcuni tumulti e prevalse la fazione popolare dei Raspanti contro l'avversa parte dei Beccherini, di nobile estrazione. Quest'ultimi vennero, quindi, esiliati e costretti a ritirarsi nei propri feudi di campagna. Una commissione di 25 cittadini si pose al governo della città e questi chiesero al Michelotti, accolto con tutti gli onori in città, di presiederne il governo. In breve nacque una signoria ricordata per la sua brevità ma anche caratterizzata da un periodo di importanti riforme. Il 10 marzo del 1398 la signoria perugina del Michelotti ebbe fine con la sua vita stessa. Il signore venne, infatti, ucciso nella sua residenza, per ordine dell'Abate di San Pietro. In breve la signoria, che aveva allargato in pochi anni la sua influenza su gran parte dell'attuale regione Umbria, si sfaldò.</small></ref>. Ugolino, alleatosi con i Tomacelli, fratelli del Papa, oppose sempre una strenua resistenza agli attacchi dei Ghibellini capitanati da Biordo. Questo gli valse il riconoscimento della "Rosa d'oro" da parte di Papa Bonifacio IX.<br>
Egli fu il vero sostegno del partito Guelfo nell'Umbria, dopo che papa Bonifacio IX fu costretto ad abbandonare la residenza che aveva scelto in Perugia, a seguito dei tumulti che sarebbero sfociati nella Signoria di Biordo Michelotti. Ugolino, alleatosi con i Tomacelli, fratelli del Papa, oppose sempre una strenua resistenza agli attacchi dei Ghibellini capitanati da Biordo. Questo gli valse il riconoscimento della "Rosa d'oro" da parte di Papa Bonifacio IX.<br>
Ugolino si impegnò molto anche nella difesa del territorio folignate dai molti gruppi di briganti che infestavano le strade, costituiti quasi sempre da poveri contadini, cacciati dalle loro case e spinti al brigantaggio dalla fame.<br>
Ugolino si impegnò molto anche nella difesa del territorio folignate dai molti gruppi di briganti che infestavano le strade, costituiti quasi sempre da poveri contadini, cacciati dalle loro case e spinti al brigantaggio dalla fame.<br>
Nel 1383-84 nella confusione generata dal “Grande Scisma”, Rinaldo Orsini era riuscito a entrare a Spoleto, divenendone Signore, ma Ugolino lo obbligò alla capitolazione; successivamente riuscì anche a restituire i territori perugini, conquistati da Biordo Michelotti, al Papa (Biordo Michelotti fu poi ucciso a Perugia per ordine dell'Abate di S. Pietro).<br>
Fra il 1399-1400 il territorio folignate fu “infestato” da una folla di oltre quattromila persone scalze ed avvolte in lenzuola bianche: erano i “''penitenti bianchi''” che cantavano inni religiosi e invocavano la pace. Provenivano da Siena e, attraverso Foligno, si recavano a Spoleto.<br>
Nel 1409, Capitano Generale dell'esercito Pontificio in Umbria, soccorse l'alleata Firenze contro re Ladislao di Napoli, mettendo in fuga le sue truppe. Il re di Napoli non mancò di vendicarsi: nel 1414 Foligno fu vittima della più grande devastazione di quegli anni: Ladislao devastò tutto il territorio fin sotto le mura della città “''non lasciando cosa creata sopra la terra salva ed intatta e facendo tagliare dai soldati tutto ciò che trovano''” (D. Dorio).<br>
Nel 1409, Capitano Generale dell'esercito Pontificio in Umbria, soccorse l'alleata Firenze contro re Ladislao di Napoli, mettendo in fuga le sue truppe. Il re di Napoli non mancò di vendicarsi: nel 1414 Foligno fu vittima della più grande devastazione di quegli anni: Ladislao devastò tutto il territorio fin sotto le mura della città “''non lasciando cosa creata sopra la terra salva ed intatta e facendo tagliare dai soldati tutto ciò che trovano''” (D. Dorio).<br>
Alla vista di tante devastazioni e all'udire tanti gemiti di disgraziati ridotti alla completa miseria, Ugolino mori l'11 maggio 1415. A lui il Frezzi dedico il "Quadriregio".<br>
Alla vista di tante devastazioni e all'udire tanti gemiti di disgraziati ridotti alla completa miseria, Ugolino mori l'11 maggio 1415. A lui il Frezzi dedico il "Quadriregio".<br>
I figli, Niccolò Trincia, Bartolomeo e Corrado, alla morte del padre diedero vita ad una sorta di gestione corale del potere, pur designando il maggiore, Niccolò, come Vicario Pontificio ufficiale.  
I figli, Niccolò Trincia, Bartolomeo e Corrado, alla morte del padre diedero vita ad una sorta di gestione corale del potere, pur designando il maggiore, Niccolò, come Vicario Pontificio ufficiale.
 
[[Categoria:I Trinci]]


== Genealogia ==
== Genealogia ==
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=== Viviana ===
=== Viviana ===
Sposata con Berardo Varano, signore di Camerino. Nel 1434 i Camerinesi uccisero il marito e tutti i figli<ref><small>L'eccidio dei Varano, avvenuto il 10 ottobre del 1434, fu l'esecuzione sommaria di numerosi figli maschi, appartenuti alla nobile famiglia Da Varano, signori da 150 anni di Camerino. L'assassinio venne compiuto sulla porta d'ingresso della chiesa di San Domenico a Camerino al termine della funzione religiosa.</small></ref>.
Sposata con Berardo Varano, signore di Camerino. Nel 1424, alla morte di Rodolfo III, iniziarono le lotte fratricide per il governo di Camerino tra figli di madri diverse. Ebbero la Signoria Giovanni II e Piergentile, figli di Costanza Smeducci di Sanseverino, cosa che suscitò l'invidia e il rancore di Gentilpandolfo e soprattutto Berardo, figli di Elisabetta Malatesta. Tora, moglie di Niccolò Trincia, era anch'essa figlia della Malatesta. Giovanni venne assassinato dai sicari di Berardo nel 1433. Stessa sorte toccò a Piergentile, ucciso a Recanati nello stesso anno per ordine dei fratelli. Berardo coinvolse anche il Cardinale Vitelleschi, corrompendolo "''con calunnie e a forza d'oro''". Nel 1434 si recò a Tolentino per difenderla contro lo Sforza, ma il 12 luglio fu assassinato dal popolo "''cui era in odio per la sua tirannia, e per l'uccisione dei fratelli''". Il 10 ottobre del 1434, Gentilpandolfo e sei figli maschi di Berardo e Viviana, vennero uccisi dal popolo sulla porta d'ingresso della chiesa di San Domenico a Camerino, al termine della funzione religiosa<ref><small>Evento passato alla storia come "Eccidio dei Varano".</small></ref>. Dalla strage di salvarono solo Rodolfo, figlio di Piergentile, e il cugino Giulio Cesare, figlio di Giovanni; la zia Tora da Varano provvide a nasconderli nella paglia di un carretto, fino a raggiungere Fabriano.


====⇘ Gianfilippo da Varano ====
====⇘ Gianfilippo da Varano ====
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====⇘ Ansovino da Varano ====
====⇘ Ansovino da Varano ====
Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.
Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.
====⇘ Rodolfo Angelo da Varano ====
Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.
====⇘ Giovanni Venanzio da Varano ====
Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.
====⇘ Bernardina da Varano ====
Figlia di Berardo Varano e Viviana Trinci, sposata con Biagio Cima, Signore di Ficano.


=== Agnese ===
=== Agnese ===

Versione attuale delle 09:28, 24 ott 2021

Ugolino III Trinci (... – 11 maggio 1415) è stato il settimo Signore di Foligno, all'inizio del XV secolo. Figlio di Trincia Trinci, fu Gonfaloniere di Giustizia e Capitano del Popolo di Foligno, a partire dal 1386, quando succedette al fratello Corrado II Trinci. Sposò Costanza Orsini, figlia del conte di Pitigliano, Aldobrando Orsini. Ugolino fu anche amico del condottiero Braccio Fortebracci. Egli restaurò e rinnovò in parte anche la residenza cittadina, il Palazzo Trinci. I suoi figli Niccolò, Bartolomeo e Corrado gli succedettero a capo della Signoria.

Stato
Titoli
Capitano del Popolo Gonfaloniere di Giustizia
Vicario Apostolico
Predecessore Successore
Corrado II de' Trinci Niccolò Trincia de' Trinci
Inizio Signoria Fine Signoria
1386 11 maggio 1415
Ascendenza
Trincia de' Trinci Giacoma di Niccolò d'Este
Consorte
Costanza d'Aldobrando Orsini
Discendenza
Viviana Agnese
Trincia Drusolina
Antonio Corrado
Marsobilia Adrielle
Giacoma Bartolomeo
Niccolò Trincia Francesca
Jacopa

Biografia e Note Storiche

Ugolino III, figlio di Trincia, successe allo zio Corrado II alla morte di questi, nel 1386, assumendone i titoli. Egli aveva affiancato suo zio Corrado nell’esercizio del potere, quindi la transizione avvenne senza scosse.
Nel 1364 aveva sposato Costanza Orsini, figlia di Aldobrandino di Guidone, Conte di Pitigliano, da cui ebbe numerosi figli.
Nel 1388, gli eserciti mercenari di Averardo della Campana, Tedesco, Guido da Siena e Bernardo della Sala, si diressero verso Spello e nel territorio di Assisi, devastando tutto ciò che incontravano. Perugia si mobilitò a difesa e assoldò quattrocento lance a dodici fiorini al mese per lancia ottenendo anche l’aiuto di Giovanni Ordelaffi, versandogli quattrocento fiorini. Ugolino Trinci accorse in aiuto di Perugia con cento lance. Il 16 marzo, in Foligno, il procuratore di Ugolino Trinci, Giovanni di Ceccarello di Venturello, comprò per la fantastica cifra di settecento fiorini d’oro un complesso di case che si affacciavano sulla Piazza Grande: il nucleo del Palazzo Trinci. Il 16 settembre, nella cappella del palazzo dei Priori di Perugia, venne messa a punto un’alleanza tra Perugia e Foligno con Ugolino Trinci. Il trattato era destinato a durare in perpetuo ed era di mutuo soccorso, incluso il rifiuto vicendevole di ospitare i ribelli o armati ostili all’alleato. Poco prima Ugolino aveva prestato duemila fiorini alla bisognosa Perugia, per aiutarla a pagare i propri assoldati.

Il 14 luglio 1389 il papa nominò Ugolino Trinci, Signore di Foligno, a castellano e custode di Montefalco, ruolo che Ugolino già ricopriva da tempo e di fatto. In questo stesso anno, una sorella di Ugolino, Marina, sposò Renzo di Luca Savelli, un esponente di una grande dinastia di Roma. Marina portò seicento fiorini di dote.
Nell'ottobre del 1390, Ugolino Trinci partecipò all’assedio di Spoleto, diretto dai fuorusciti di Perugia e da Broglia di Trino.
Nel gennaio 1392, Ugolino Trinci era con il fratello del Papa e Rettore del Ducato, Andrea Tomacelli, all’assedio della Rocca di Spoleto. Ugolino era da tempo ritornato alla tradizionale politica di lealtà alla Chiesa della sua famiglia. Egli aveva partecipato ad azioni militari con i fratelli di Bonifacio IX, e il 17 agosto, il papa lo volle compensare in diversi modi, annullando i debiti di suo padre verso la Camera Apostolica; inoltre lo nominò Vicario di Foligno per la durata di dodici anni con censo annuo di mille fiorini d’oro, successivamente riconfermato, nel 1415, da Papa Giovanni XXII. Ugolino ottenne poi il vicariato per cinque anni sulle terre di Montefalco e Bevagna e sui castelli di Giano, Montecchio e Castagnola, la Valtopina e la rocca di ponte di Cerreto. Il censo per ciò era solo un falcone per Montefalco e un bracco per Bevagna.
Nel giugno 1394 vi furono intense trattative di Ugolino Trinci con il comune di Spoleto. Erano chiaramente trattative di pace, cui chiesero di unirsi anche feudatari o proprietari della regione. Le trattative però si prolungarono e solo il 30 novembre successivo vennero felicemente concluse. Mentre trattava la pace in Umbria, Ugolino continuava a tenere d’occhio i confini del suo potere e in questo anno riuscì ad acquistare gli importanti castelli Piediluco e Miranda, al confine tra Terni e Rieti, quindi molto lontano da Foligno. Le fortezze vennero vendute da Luca di Niccolò Spinelli di Giovinazzo per sedicimila fiorini d’oro.

Non appena Biordo Michelotti[1] divenne Signore di Todi e Orvieto, nel 1395, iniziò a confrontarsi ostilmente con Ugolino, che aveva il torto di sostenere gli Atti, fuorusciti di Todi.
Il 28 gennaio 1396, il papa sollecitò Ugolino, fedelissimo della Chiesa, a combattere contro Biordo Michelotti, Signore de facto di Perugia e, a tal fine, lo dotò di trecento lance assunte dalla Camera Apostolica. Nacquero dissidi tra Biordo Michelotti e i suoi fratelli nei confronti di Ugolino Trinci. I magistrati di Perugia vedevano con preoccupazione le fratture tra il loro miglior capitano e un alleato fidatissimo e pregarono Gentile Varano, Signore di Camerino, di adoprarsi per riconciliarli. Intanto, Ugolino Trinci ricopriva il ruolo di campione della causa pontificia in Umbria e il comune di Spoleto, con il quale da poco il signore di Foligno aveva fatto la pace, in febbraio lo sollecitò a vegliare a sostegno della parte guelfa. Il 9 maggio, Ugolino venne eletto Podestà di Rieti, ma dovette rinunciare per i suoi impegni a difesa della Chiesa. Ugolino specificò che egli doveva combattere contro Malatesta Baglioni, Ceccolino Michelotti, il conte Francesco da Carrara, altri seguaci di Biordo, oltre alle comunità di Sellano, Castelbuono e Collemancio. Il 10 luglio venne concluso un importante contratto di matrimonio per l’Umbria: Uguccione Casali, signore di Cortona, concesse la mano di sua figlia Armellina al figlio di Ugolino Trinci, Corrado.
Il 3 febbraio 1398, il papa dimostrò nuovamente il suo apprezzamento per il leale servizio di Ugolino Trinci: gli abbonò alcuni pagamenti arretrati del censo, gli concesse una ampia assoluzione per qualsiasi reato commesso e gli concesse di poter trasmettere il vicariato ai suoi figli ed eredi, fino alla quinta generazione, dietro pagamento di un censo annuo di mille fiorini. La crescente influenza di Ugolino era testimoniata anche dalla Lega conclusa il 13 aprile tra Firenze, Venezia, Bologna, Padova e i signori di Padova, Ferrara e Mantova, alla quale venne ammesso anche il signore di Foligno. Scrive Giovanni Lazzaroni: "Durante il vicariato di Corrado II (1377-1386) e di Ugolino III (1386-1415) il dominio dei Trinci raggiunse forse la maggiore estensione territoriale, giungendo fino al comune di Leonessa e comprendendo una notevole parte dell’ex-ducato di Spoleto, da Assisi a Montefalco, da Bevagna a Trevi, a Giano, a Nocera, a Valtopina". Il 6 ottobre arrivarono a Perugia ambasciatori di Firenze il cui scopo era riportare la pace tra Perugia e Ugolino Trinci. Ugolino era l’uomo che il Papa aveva scelto per cercare di far cadere Perugia nell’orbita della Chiesa. Anche se non ci riuscì, e anzi, il comune preferì darsi al Visconti, il Signore di Foligno fu un uomo leale e fedele alla Chiesa, merce rara in un periodo di totali slealtà e doppiezze. Uno dei contenziosi di Perugia con Ugolino era la Torre della rocca di Ponte. Firenze la pretendeva e Ugolino candidamente sostenne che lui non l’aveva in suo potere, infatti questa era stata espugnata da un certo Simone da Bevagna, che prendendola aveva anche ucciso una persona molto cara al signore di Foligno.

Il 19 agosto 1399, Ugolino Trinci vide ricompensata la sua lealtà al soglio pontificio: un matrimonio straordinario che lo imparentava con il Papa regnante. Agnese, figlia di Ugolino, sposò Andrea Tomacelli, fratello del papa. Ugolino promise di consegnare i castelli di frontiera di Piediluco e Miranda al futuro genero, ma non diede corso a questo impegno. In questo stesso anno, Marina, sorella di Ugolino, rimase vedova di suo marito Renzo di Paolo Savelli. Dei diritti della vedova si interessò lo stesso Papa, ora parente della famiglia Trinci.
Molto abile nel costruirsi una serie di legami con altri condottieri e signori, Ugolino III coltivò in modo particolare l'amicizia con il condottiero perugino Braccio Fortebraccio[2], che sarebbe divenuto Signore di Perugia nel 1416.
E' merito di Ugolino anche la creazione di una serie di rapporti di tipo parentale con altri signori italiani. La figlia Viviana sposa Berardo Varani signore di Camerino; Agnese Andrea Tomacelli, nobile napoletano; Drusolina, Andrea Guelfucci di Città di Castello. Corrado sposò in prime nozze Armellina d'Uguccione Urbano Casali, signore di Cortona e, in seconde nozze, Tanza di Nicolò Orsini, conte di Manupello. Marsobilia si maritò con Antonio Smeducci, ultimo signore di Sanseverino; Giacoma con Vittore Rangoni di Modena. Bartolomeo sposò Giovanna di Guido dei Chiavelli, signore di Fabriano; Nicolò, Tora di Rodolfo Varano, signore di Camerino; Francesca, Bartolomeo degli Oddi di Perugia, conte di Laviano; Jacopa Paolo Guinigi, signore di Lucca. Rapporti di parentela legavano i Trinci anche agli estensi. Egli fu il vero sostegno del partito Guelfo nell'Umbria, dopo che papa Bonifacio IX fu costretto ad abbandonare la residenza che aveva scelto in Perugia, a seguito dei tumulti che sarebbero sfociati nella Signoria di Biordo Michelotti. Ugolino, alleatosi con i Tomacelli, fratelli del Papa, oppose sempre una strenua resistenza agli attacchi dei Ghibellini capitanati da Biordo. Questo gli valse il riconoscimento della "Rosa d'oro" da parte di Papa Bonifacio IX.
Ugolino si impegnò molto anche nella difesa del territorio folignate dai molti gruppi di briganti che infestavano le strade, costituiti quasi sempre da poveri contadini, cacciati dalle loro case e spinti al brigantaggio dalla fame.
Nel 1409, Capitano Generale dell'esercito Pontificio in Umbria, soccorse l'alleata Firenze contro re Ladislao di Napoli, mettendo in fuga le sue truppe. Il re di Napoli non mancò di vendicarsi: nel 1414 Foligno fu vittima della più grande devastazione di quegli anni: Ladislao devastò tutto il territorio fin sotto le mura della città “non lasciando cosa creata sopra la terra salva ed intatta e facendo tagliare dai soldati tutto ciò che trovano” (D. Dorio).
Alla vista di tante devastazioni e all'udire tanti gemiti di disgraziati ridotti alla completa miseria, Ugolino mori l'11 maggio 1415. A lui il Frezzi dedico il "Quadriregio".
I figli, Niccolò Trincia, Bartolomeo e Corrado, alla morte del padre diedero vita ad una sorta di gestione corale del potere, pur designando il maggiore, Niccolò, come Vicario Pontificio ufficiale.

Genealogia

Genealogia di Ugolino III di Trincia de' Trinci, VII° Signore di Foligno


Matrimonio e discendenza

Ugolino III Trinci sposò Costanza d'Aldobrandino Orsini, Conte di Soana e Pitigliano[3].

Aldobrandino Orsini. Conte di Soana (oggi Sovana), nella Maremma toscana, il 10 maggio 1358 fu investito, coi fratelli Nicola e Gentile, dell'Ansidonia, di Port'Ercole, dell'Isola del Giglio con 100 miglia di mare e diritti di esca e navigazione, dell'isola Giannutri e di Monte Argentario, coi medesimi diritti, Orbetello collo stagno, colla pesca e colle saline, dei castelli di Marsigliana, Tricosta, Caparbio, Montauto, Serpenna e la metà di quelli di Capita e Collelungo. L'abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie fu oggetto di continue dispute, ma nel 1371 fu convenuto che egli dagli abati riconoscesse quelle terre col canon annuo di un cavallo bianco, e Gregorio XI approvò le convenzioni. Fu generale al servizio de' Fiorentini nel 1362 nella guerra contro i Pisani. Si trova alla presa di Peccioli, di cui l'11 agosto prese possesso. Tornato dopo tale impresa a Firenze, il 29 agosto fu armato Cavaliere del Popolo di Firenze per le mani di Bonifazio Lupi, procuratore del Comune, ed egli armò poi cavaliere il fratello di Bonifazio. Nel 1375 fece alcuni patti di famiglia co' Conti di Nola, co' Signori di Marino ossia Monterotondo, co' Conti di Manuppello e co' Signori di Licenza intorno alle giurisdizioni che la famiglia aveva in Roma. Fece testamento il 6 maggio 1384. Nel 1357 aveva sposato Marsobilia del Conte Benedetto Gaetani, dei Signori di Ninfa, da cui ebbe sette figli.
Pompeo Litta - Famiglie celebri d'Italia

Da sua moglie Costanza Orsini, sposata nel 1364, Ugolino III ebbe tredici figli. Costanza sopravvisse al marito fino al 1436.

Viviana

Sposata con Berardo Varano, signore di Camerino. Nel 1424, alla morte di Rodolfo III, iniziarono le lotte fratricide per il governo di Camerino tra figli di madri diverse. Ebbero la Signoria Giovanni II e Piergentile, figli di Costanza Smeducci di Sanseverino, cosa che suscitò l'invidia e il rancore di Gentilpandolfo e soprattutto Berardo, figli di Elisabetta Malatesta. Tora, moglie di Niccolò Trincia, era anch'essa figlia della Malatesta. Giovanni venne assassinato dai sicari di Berardo nel 1433. Stessa sorte toccò a Piergentile, ucciso a Recanati nello stesso anno per ordine dei fratelli. Berardo coinvolse anche il Cardinale Vitelleschi, corrompendolo "con calunnie e a forza d'oro". Nel 1434 si recò a Tolentino per difenderla contro lo Sforza, ma il 12 luglio fu assassinato dal popolo "cui era in odio per la sua tirannia, e per l'uccisione dei fratelli". Il 10 ottobre del 1434, Gentilpandolfo e sei figli maschi di Berardo e Viviana, vennero uccisi dal popolo sulla porta d'ingresso della chiesa di San Domenico a Camerino, al termine della funzione religiosa[4]. Dalla strage di salvarono solo Rodolfo, figlio di Piergentile, e il cugino Giulio Cesare, figlio di Giovanni; la zia Tora da Varano provvide a nasconderli nella paglia di un carretto, fino a raggiungere Fabriano.

⇘ Gianfilippo da Varano

Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.

⇘ Bartolomeo da Varano

Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.

⇘ Ansovino da Varano

Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.

⇘ Rodolfo Angelo da Varano

Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.

⇘ Giovanni Venanzio da Varano

Figlio di Berardo Varano e Viviana Trinci, venne assassinato il 10 ottobre 1434.

⇘ Bernardina da Varano

Figlia di Berardo Varano e Viviana Trinci, sposata con Biagio Cima, Signore di Ficano.


Agnese

Sposata nel 1395 con Andrea Tomacelli di Napoli.

Trincia

Di lui si sa soltanto che era vivo nel 1430.

Drusolina

Sposata nel 1416 con Andrea Guelfucci di Città di Castello.

Antonio

Nel 1414 era Canonico della Cattedrale di Foligno e Priore di San Giovanni Profiamma; monaco di Sassovivo nel 1415; nel 1418 fu eletto, da Papa Martino V, Abate commendatario del monastero di San Crispoldo dell'ordine di San Benedetto nel piano di Bettona. Morì intorno al 1430.

Corrado

Vedi pagina dedicata: Corrado III Trinci

Marsobilia

Sposata con Antonio Smeducci, ultimo Signore di Sanseverino. Nel 1436, quando il marito fu spogliato dal Papa della Signoria, si ritirò in Foligno, prendendo l'abito del terz'ordine di San Francesco. Morì nel 1440.

Adrielle

Nel 1432 fu arricchito da suo fratello Corrado, con beni tolti ai nemici dei Trinci.

Giacoma

Sposata con Vittore Rangoni di Modena.

Bartolomeo

Ucciso nel 1421 nella Rocca di Nocera, con il fratello Niccolò. Era sposato con Giovanna di Guido Chiavelli, Signore di Fabriano.

⇘ Lucia

Figlia di Bartolomeo Trinci e Giovanna Chiavelli; aveva sposato Antonio Bastoni di Ascoli.

Niccolò Trincia

Vedi pagina dedicata: Niccolò Trincia Trinci

Francesca

Sposata con Bartolomeo degli Oddi di Perugia, Conte di Laviano.

Jacopa

Sposata con Paolo Guinigi, Signore di Lucca.

⇘ Filippa

Unica figlia di Jacopa Trinci e Paolo Guinigi. Jacopa fu la quarta moglie di Guinigi[5], il quale aveva generato altri sei figli con la seconda e terza moglie, oltre a uno, Stefano, generato da una schiava.


N.B.: Le immagini a corredo di queste pagine hanno uno scopo puramente illustrativo. Non sono in alcun modo collegate con l'iconografia, reale o presunta, dei fatti e dei personaggi a cui sono accostate.


Note

  1. Capitano di ventura, allievo prediletto di Alberico da Barbiano, fu al servizio dei Visconti e quindi divenne capitano generale del comune di Firenze. Nel 1392 molti feudi limitrofi al territorio perugino come Assisi, Orvieto, Nocera, Deruta, e Todi, nel timore di perdere la loro indipendenza e di entrare nell'orbita del dominio della Chiesa, gli si assoggettarono in cambio della sua protezione militare. Nel 1393 a Perugia vi furono alcuni tumulti e prevalse la fazione popolare dei Raspanti contro l'avversa parte dei Beccherini, di nobile estrazione. Quest'ultimi vennero, quindi, esiliati e costretti a ritirarsi nei propri feudi di campagna. Una commissione di 25 cittadini si pose al governo della città e questi chiesero al Michelotti, accolto con tutti gli onori in città, di presiederne il governo. In breve nacque una signoria ricordata per la sua brevità ma anche caratterizzata da un periodo di importanti riforme. Il 10 marzo del 1398 la signoria perugina del Michelotti ebbe fine con la sua vita stessa. Il signore venne, infatti, ucciso nella sua residenza, per ordine dell'Abate di San Pietro. In breve la signoria, che aveva allargato in pochi anni la sua influenza su gran parte dell'attuale regione Umbria, si sfaldò.
  2. Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone (Perugia, 1º luglio 1368 – L'Aquila, 5 giugno 1424), è stato un nobile, condottiero, capitano di ventura e politico italiano. Fu principe di Capua, conte di Foggia e Montone, e signore di Arcevia, Assisi, Bologna, Cannara, Castel Bolognese, Castel San Pietro Terme, Cingoli, Città della Pieve, Città di Castello, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Jesi, Medicina, Montecassiano, Narni, Nocera Umbra, Orte, Orvieto, Ostra Vetere, Perugia, Pieve di Cento, Rieti, San Gemini, Sassoferrato, Spello, Spoleto, Teramo, Terni e Todi. Fu inoltre capitano generale della Chiesa, gran connestabile del Regno di Napoli e senatore di Roma. Con le sue imprese fu quasi pronto a formare uno Stato proprio nell'Italia centrale del XV secolo.
  3. Ramificazione della famiglia Orsini di Roma: sin dai tempi più antichi gli Orsini si sono divisi in numerosi rami di cui solo alcuni, e precisamente quelli dal sec. XIII in poi, sono storicamente certi. Giangaetano di Orso Orsini di Roma generò, tra gli altri, Matteo Rosso, che fu Senatore di Roma nel 1241, e Napoleone. Da questo Napoleone discendono i Conti di Monupello nel Regno di Napoli (Oggi Manoppello, in provincia di Pescara). I Conti di Nola, Soana e Pitigliano, discendono invece da Gentile, figlio di Matteo Rosso. Gli altri figli di Matteo Rosso, Rinaldo e Napoleone, furono rispettivamente i capostipite dei rami di Monterotondo e di Bracciano.
  4. Evento passato alla storia come "Eccidio dei Varano".
  5. Nel 1400 Paolo sposò Maria Caterina della famiglia lucchese degli Antelminelli legandosi ulteriormente alla prestigiosa e influente discendenza di Castruccio Castracani, già Signore di Lucca. Il matrimonio, pare mai consumato, fu celebrato quando Maria Caterina aveva appena 11 anni, e questa morì quasi subito dopo le nozze.

Bibliografia

Archeo Foligno n° 2 - Marzo-Aprile 2007
Biografie dei Capitani Venturieri dell'Umbria - Ariodante Fabbretti - Montepulciano - 1843 - Tip. Angiolo Fumi
Bollettino della Pro Foligno - Anno 11º numero 2, Febbraio 2011
Compendio della Storia di Fuligno - Giuseppe Bragazzi - Foligno - 1858 - Tipografia Tomassini
Del Palazzo Trinci in Foligno - Don Michele Faloci Pulignani
Di Corrado Trinci, tiranno e mecenate umbro del quattrocento – Medardo Morici – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XI – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1905
Fragmenta Fulginatis Historiae - Don Michele Faloci Pulignani
Frammenti degli Annali di Spoleto dal 1305 al 1424 - Parruccio Zampolini
Gli affreschi del Palazzo Trinci a Foligno - Mario Salmi
I Gabrielli da Gubbio e i Trinci da Foligno nella storia della Repubblica Fiorentina - G. degli Azzi
I Priori della Cattedrale di Foligno – Don Michele Faloci Pulignani – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XX – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1914
Il Vicariato dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani
Istoria della Famiglia Trinci - Durante Dorio - Foligno - 1638 - Agostino Alteri
La Gazzetta di Foligno - 1988/89 - articoli di Federica Ferretti
La cronaca del Trecento italiano - Carlo Ciucciovino
Le arti e le lettere alla Corte dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani
Le concessioni del Cardinale Giovanni Vitelleschi al Comune di Foligno - Don Michele Faloci Pulignani
Novella cinquantesima quinta - Novelle - Matteo Bandello - Firenze - 1832 - Tipografia Borghi e compagni
Prima edizione a stampa della Divina Commedia – Studi II - Piero Lai
Storia del Comune di Spoleto dal Secolo XII al XVII – Achille Sansi – Stabilimento di P. Sgariglia – Foligno - 1879
Una contrastata impresa di Giacomo Trinci abate di Sassovivo (1412-1440) - Mario Sensi
Vita del Beato Paolo, detto Paoluccio, de' Trinci da Fuligno - – Lodovico Jacobilli - 1627 – Agostino Alteri – Foligno
Vite de’ Santi e Beati di Foligno – Lodovico Jacobilli – Agostino Alteri – Foligno - 1628
Wikipedia per le note e le varie voci.
Pro Trevi – Famiglia Manenti
Santi e Beati
Enciclopedia Treccani Online
WikiDeep
http://www.beatangelinadimarsciano.it/Paoluccio.htm
https://www.santosepolcrofolignoonlus.it/

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