Ugolino I Trinci

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Ugolino I Trinci (... – 1338) fu il secondo Signore di Foligno appartenente alla famiglia Trinci. A Foligno fu protettore della parte guelfa, Gonfaloniere di Giustizia e Capitano del Popolo dal 1321, Giudice dal 1329, Podestà dal 1334. Conquistò anche Bevagna, sempre nel 1334. Sposato con Risabella Caetani, morì nel 1338 lasciando una figlia, Maddalena.

Stato
Titoli
Capitano del Popolo Gonfaloniere di Giustizia
Predecessore Successore
Nallo II de' Trinci Corrado I de' Trinci
Inizio Signoria Fine Signoria
1321 1338
Ascendenza
Trincia di Corrado de' Trinci Caterina Ranieri di Perugia
Consorte
Risabella Caetani di Roma
Discendenza
Maddalena

Biografia e Note Storiche

Ugolino successe al fratello Nallo, assumendone titoli e prerogative di prammatica, e restando fedele seguace della sua politica e dell'amicizia verso Perugia, per consolidare la quale non solo volle che Corrado, suo nipote e successore, sposasse Agnese di Baglione Baglioni, ma promulgò una legge che puniva i perturbatori dell'"amorem inter perusinos et fulginates". Nell'anno stesso in cui Ugolino assunse il potere, i Perugini lo nominarono loro Capitano Generale e, retribuendolo generosamente, gli diedero il compito di muovere guerra ai nemici di Perugia. Alla testa di un grosso esercito, composto da Folignati e Perugini, Ugolino riportò sotto il dominio di Perugia e all’obbedienza alla Chiesa, la città di Assisi (1321) e i territori di Spoleto (1322). Le truppe perugine, appena entrate in Assisi (forse la parte maggiore di colpa è però da attribuirsi ai fuoriusciti guelfi), senza alcuna ragione si diedero a uno spietato saccheggio, uccidendo più di cento persone che si lamentavano di tali ingiustificate prepotenze. Ugolino si interpose tra le due città ottenendo un accordo tra le due parti che, in un Consiglio Generale tenuto a Perugia, promisero di considerarsi cittadini di una stessa città. Ebbe così fine la guerra tra Perugia ed Assisi che perdurava dal 1319.
L’11 luglio 1326 morì il vescovo di Foligno, Bartolomino. Il giorno seguente, con eccezionale prontezza, il Capitolo della Cattedrale elesse all’episcopato cittadino un giovane uomo di appena 27 anni: Paolo di Nallo Trinci, il quale era un semplice Canonico. Il Pontefice, con disposizione del 12 agosto, confermò la scelta del Capitolo; la rapidità della reazione della Curia testimonia il favore di cui i Trinci godevano ad Avignone.
Ludovico il Bavaro era stato nominato Imperatore a Roma nel 1328 e la parte ghibellina era tutta al suo seguito, capeggiata da Castruccio Castracani. Le città guelfe dell'Umbria, con a capo Perugia, si preparavano a fronteggiare ogni eventuale pericolo specie quando l'Imperatore inviò da Todi, suo quartier generale, un esercito a Spoleto con l'intento di occuparla. Le truppe guelfe, comandate da Ugolino, sconfissero l'esercito imperiale che per rappresaglia tentò di prendere Foligno; ma anche tale azione non sorti l'esito sperato per l'eroica resistenza opposta dal Trinci. I Ghibellini per rappresaglia si diedero a devastare il territorio nell'area di due miglia intorno alla città. Della confusione del momento approfittò Assisi, che riuscì a liberarsi dall'oppressione perugina e affidò la propria protezione ai Trinci i quali occuparono la città e la Rocca che tennero fino a quando, passata la bufera ghibellina con la morte di Castruccio Castracani, avvenuta a Lucca nel 1328, e l'uscita del Bavaro dall'Italia, non credettero meglio obbedire al Papa Giovanni XXII, che con la sua Bolla intimava loro di lasciare la città (1330).
Ugolino e Corrado si impadronirono poi di Bevagna e Montefalco, commettendo orribili delitti. Corrado Trinci riuscì a farsi nominare Capitano di Giustizia e Gonfaloniere di Bevagna, carica che amministrò tramite un suo Vicario. Giovanni XXII sollecitò Perugia ad intervenire, per aiutare il Rettore del Ducato nella sua missione di punizione contro Corrado, il quale aveva devastato il territorio di Bevagna: “nefenda horrendorum excessum scelera!” si legge nella Bolla Papale. Benedetto XII, succeduto a Giovanni XXII, non punì i Trinci delle atrocità commesse; si trattava infine di avere servita la Chiesa nel mantenerle fedele una città, ma ordinò di restituire Bevagna alla Santa Sede. I due Trinci non obbedirono ed il Papa incaricò Bertrando d’Ebrun dell’arbitrato tra i Trinci, colpevoli di aver commesso "rebellionem, rumorem, concitationem et alios enormes excessos" contro la Chiesa, e il Rettore del Patrimonio; il tutto però si risolse con un riconoscimento formale dell'autorità Pontificia da parte dei Trinci che così facendo mantennero il possesso della città.
Ugolino mori nel 1338 dopo aver generato un’unica figlia femmina, Maddalena; a lui successe il nipote Corrado che assunse, come di prammatica, i titoli e le prerogative del suo predecessore: Gonfaloniere di Giustizia e Capitano di Parte Guelfa.
Sotto la sua Signoria il potere dei Trinci si estese oltre il Ducato di Spoleto. Sua moglie, Risabella Caetani, stretta parente di Papa Bonifacio VIII, nel 1320 edificò la Cappella di San Nicolò Vescovo, nella Chiesa di San Francesco. Nel 1321 Papa Giovanni XXII, con sua istanza datata 30 Luglio, concesse in perpetuo quaranta giorni d’indulgenza alle persone “contrite e confessate” che l’avrebbero visitata nelle festività della Beata Vergine e di San Nicolò. Risabella sopravvisse al marito fino al 1357.

Genealogia

Genealogia dei Trinci (1/3)
File:Genealogia01.jpg

Ascendenza

Corrado

Dopo la caduta dell'Impero Romano, in Italia vennero introdotte molteplici leggi, e ciascuna famiglia aveva l'uso di indicare nei documenti pubblici la legge che seguiva. Da documenti rinvenuti, si trova che i Trinci professavano la legge longobarda. Corrado, indicato come il capostipite della casata dei Trinci che poi governarono Foligno, discendeva dai Trinci che edificarono il monastero di Santa Croce in Sassovivo, che fu capo di una cospicua congregazione di monaci sotto la regola di San Benedetto, e ne godette il padronato.
Fu al fianco di Papa Gregorio IX nelle contese contro Federico II di Svevia, e nel 1228 partecipò alla presa di Foligno da parte delle truppe pontificie. Quando nel 1240 Federico II penetrò in Umbria, e venne favorevolmente ricevuto a Foligno, Corrado dovette fuggire. Ebbe cinque figli: Corrado, Piacenza, Berardo, Trincia e Nallo.

Nallo
Si sa soltanto che nel 1243 era vivo.

Piacenza
Sposata con Ranaldo Ranaldi.

Berardo
Seguì il partito ghibellino, accompagnando Percivalle d'Oria alla guerra della marca d'Ancona. Dopo la battaglia di Tagliacozzo, nel Regno di Napoli, perduta nel 1268 dai ghibellini, si accostò al partito guelfo e tornò in patria.

Corrado
Ghibellino, fu alla corte di Corradino di Svevia, Imperatore e Re di Sicilia, e del fratello Manfredi, reggente e successore nel Regno. Nel 1260 venne inviato, come il fratello, a sostenere il partito ghibellino nella marca d'Ancona. Dopo la morte di Manfredi, nella battaglia di Benevento nel 1266, passò all'armata navale di Corradino di Svevia contro Carlo I d'Angiò. A Tagliacozzo, nel 1268, Corradino fu catturato e quindi giustiziato da Carlo I; persa ogni speranza di far risorgere il partito ghibellino, tornò in Umbria con il fratello e aderì al partito guelfo. Nel 1288 fu Podestà di Foligno e nel 1289 fu Legato a Perugia, per comporre alcune discordie dei suoi concittadini.

Da questo Corrado discesero:
* Berardo - Fu alla presa di Assisi nel 1321
* Rinaldo - Sposato con una Ottoni di Matelica
* Trincia - Nel 1386 fu Podestà di Firenze, si sposò due volte: con Giovanna Nicolini di Firenze e poi con Francesca degli Arcipreti di Perugia
* Rinaldo - Fu Canonico della Cattedrale di Nocera, poi Rettore di Cassignano nell'Umbria. Vedovo della prima moglie (di cui si ignora il nome), si risposò con Concordia Ghislieri di Bologna

Trincia

Figlio di Corrado, Guelfo come il padre, rimase esule da Foligno fino al 1254. In quell'anno, con la benedizione di Papa Innocenzo IV, i Perugini fecero lega con i Monaldeschi di Orvieto, con gli Atti di Todi e con Bonifacio Fogliani, Rettore Pontificio del Ducato di Spoleto e nipote dello stsso Papa Innocenzo IV. Foligno fu presa e tolta ai Ghibellini, e Trincia vi fu nominato vicario del Rettore.
Dieci anni dopo ne fu però espulso da Corrado degli Anastasi, capo dei Ghibellini della città. Nel 1259, Trincia riuscì ad essere eletto Podestà di Foligno, ma la cosa non gli permise di allonanare dalla città la famiglia rivale. Durante il suo governo, che non oltrepassò il limite consentito dagli Statuti, cercò di conciliare le vertenze dei propri concittadini con i Perugini (per supposte contravvenzioni ad alcuni patti risalenti al 1227), favorendo però i secondi a discapito dei primi in cambio di vsantaggi personali.
Sposato con Caterina Ranieri di Perugia, ebbe tre figli: Nallo, Ugolino e Maddalena. Morì nel 1268.

Genealogia collaterale

Maddalena

Sorella di Nallo. Sposata con Buonconte, conte di Coccorone[1]

Ugolino

Fratello di Nallo

Vedi Pagina dedicata: Ugolino I

Discendenza

Dall'unione con Chiara Gabrielli[2] nacquero dieci figli.

Vagnozio

Sposato con Ottavia Orsini, morì nel 1350. Ebbe due figli, entrambi votati alla vita ecclesiastica.

Francesco
Frate minore di San Francesco, poi della riforma istituita dal fratello. Morì a Foligno, con fama di uomo dotato di grande bontà.

Paolo

Vedi Pagina dedicata: Beato Paoluccio Trinci

Pietro

Fu alla Corte Pontificia in Avignone, dove venne eletto Camerlengo del Sacro Collegio. Nel 1306 fu al fianco di Clemente V, Vescovo di Spoleto. Nel 1311 fu deputato, dal Concilio di Vienna, alla "collezione delle decime sopra le entrate degli ecclesiastici". Morì nel 1320.

Ciolo

Nel 1338 fu Podestà di Gualdo de' Cattani (Gualdo Cattaneo); sposato con Costanza di Andrea degli Atti di Todi.

Contessa

Sposata con Filippo Biluardi di Foligno.

Agata

Sposata con Lodovico Cardoli di Narni.

Offredo

Nel 1337 era Capitano e Giudice di Orvieto. Sposato con Cecilia da Lorzano.

Ugolino

Vedi Pagina dedicata: Ugolino II

Luciano

Morì senza aver generato discendenti.

Paolo

Canonico di San Giovanni Profiamma, poi Canonico e Priore della Cattedrale di Foligno, fu eletto dal Clero Vescovo di Foligno nel 1326, e confermato da Papa Giovanni XXII. Nel 1340 fu ambasciatore di Robertto, Re di Napoli, presso Benedetto XII in Avignone. Nel 1352 fu amministratore del Monastero di Sassovivo. Morì nel 1363, con fama di uomo pio e caritatevole.

Corrado

Vedi Pagina dedicata: Corrado I

N.B.: Le immagini a corredo di queste pagine hanno uno scopo puramente illustrativo. Non sono in alcun modo collegate con l'iconografia dei fatti e personaggi a cui si riferiscono.


Note

  1. L'odierna Montefalco
  2. Figlia di Cante Gabrielli di Gubbio. I Gabrielli erano una famiglia feudale, tradizionalmente fedele alla Chiesa e apertamente schierata con il partito guelfo, originaria di Gubbio, considerata una delle più antiche d'Italia.

Bibliografia

Gli affreschi del Palazzo Trinci a Foligno - Mario Salmi
Il Vicariato dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani
Le arti e le lettere alla Corte dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani
Prima edizione a stampa della Divina Commedia – Studi II - Piero Lai
Istoria della Famiglia Trinci - Durante Dorio - Foligno - 1638 - Agostino Alteri
Compendio della Storia di Fuligno - Giuseppe Bragazzi - Foligno - 1858 - Tipografia Tomassini
La Gazzetta di Foligno - 1988/89 - articoli di Federica Ferretti
La cronaca del Trecento italiano - Carlo Ciucciovino
Di Corrado Trinci, tiranno ecc. – Medardo Morici – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XI – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1905
Storia del Comune di Spoleto dal Secolo XII al XVII – Achille Sansi – Stabilimento di P. Sgariglia – Foligno - 1879
Pro Trevi – Famiglia Manenti
[http://www.wikideep.it/cat/trinci/ WikiDeep]
Enciclopedia Treccani Online
I Priori della Cattedrale di Foligno – Don Michele Faloci Pulignani – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XX – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1914
Santi e Beati
Vite de’ Santi e Beati di Foligno – Lodovico Jacobilli – Agostino Alteri – Foligno - 1628
Bollettino della Pro Foligno - Anno 11º numero 2, Febbraio 2011
Wikipedia per le note e le varie voci.

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